Non basta vedere continuamente quei visi oscurati dal dolore che con cadenza emiliana raccontano di aver perso tutto. Non basta assistere, inermi, alla strage di quei capannoni industriali dove hanno perso la vita incolpevoli operai.  Non basta essere qui, a Bologna, pur fortunati perché non proprio al centro del sisma, e aver paura della prossima scossa. Non basta sentire amiche che esorcizzano l’ansia da terremoto dormendo sul divano in abito da sera, perché non si sa mai… Non basta monitorare di continuo i tweet del sito Ingv per vedere cosa c’è stato e cosa ci dobbiamo aspettare. Ieri ci hanno messo del loro pure quei bastardi dei Maya. Sì, scusate, ma non basta la paura vera, lampante, tangibile. Bisogna aggiungere anche leggende, superstizioni, illazioni e fantomatiche interpretazioni sul passaggio di Venere davanti al Sole che, essendo raro, nasconderebbe chissà quali oscuri presagi.

Potrebbe essere un modo per sdrammatizzare, almeno stando alle gag su Twitter legate a una fantomatica #finedelmondo che, poi, a mezzanotte, si è risolta con il nulla? Ma siamo davvero sicuri che queste profezie aiutino a pensare ad altro? A distrarci? Quasi quasi, alla faccia dei Maya, stanotte veglio il malefico transito di Venere e me ne frego di chi continua a rilanciare notizie astruse di come, l’ora X, in realtà, sia stata solo posticipata. Anche perché #senonmuoiostanotte… ce n’è di strada da fare. Primo passo: aiutare gli emiliani. Che, al di là delle bufale dei Maya, si meritano davvero di poter riprendere in mano il proprio mondo. E rialzare la testa dopo il disastro. Forza Emilia.

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