Il governo sulle unioni civili non arretra. Nessuno scrupolo su maggioranze trasversali, ciò che conta è arrivare al risultato. Questo il ragionamento del vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, che avverte: “Dobbiamo chiudere, ce lo ha fatto capire anche l’Europa”.

A che punto siamo con le unioni civili?

“Il ddl Cirinnà arriverà al Senato il 26 gennaio e, alla faccia dei maligni, il 99 per cento del nostro partito ha condiviso il testo”.

Il Pd, almeno sulle unioni civili, è compatto. Ma il partito di Angelino Alfano è sulle barricate.

“Non siamo così distanti. L’unico punto su cui non siamo d’accordo è la stepchild adoption (l’adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia etero o gay del figlio, naturale o adottivo, del partner, ndr). Ma credo sia un provvedimento che non solo riconosce un diritto ma che assegna anche doveri. E questo è un presupposto per una società giusta”.

I centristi dicono che questa legge “fornisce un incentivo a chi vuol praticare l’utero in affitto”.

“Macché. L’utero in affitto è vietato per legge e continuerà a essere vietato”.

Peccato che siano pronti a scendere in piazza per un nuovo Family day.

“Il governo è sempre stato determinato a portare a termine le riforme, nonostante le fibrillazioni”.

Renzi, quindi, tira dritto.

“È una necessità che avverte il Paese”.

Una manifestazione di piazza a ridosso delle amministrative non è proprio il massimo per il Pd.

“La nostra posizione è chiara. E poi anche alle regionali scorse avevamo appena approvato la ‘Buona scuola’”.

Già. Infatti non andò benissimo per il Pd.

“Ah, no? Diciassette regioni sono del centrosinistra. Non si può paragonare il dato amministrativo con quello europeo”.

Piazza o no voterete il testo con il Movimento 5 Stelle.

“Le grandi riforme vanno fatte con la più larga condivisione possibile. In certi casi partecipano alcuni partiti e non altri. Dovrebbe essere un fatto normale”.

Quindi nessuno scrupolo sulle maggioranze variabili?

“È una strana critica. I provvedimenti vanno fatti con tutti, è un normale modo di fare politica. Chi non ha adottato questo sistema troppe volte non è riuscito a fare le cose che doveva”.

Spesso, comunque, il Parlamento legifera a rilento. E arrivano prima le sentenze della magistratura.

“Può accadere che la giustizia adatti le sue decisioni alla realtà. Ciò che conta è che le due dimensioni alla fine riescano a collimare per garantire la tutela dei diritti”.

Siamo alla fine dell’anno. Qual è il bilancio del governo Renzi?

“Positivo. È sempre più facile imputare colpe che raccontare le cose che abbiamo fatto. E sono tante”.

Nessun errore, neanche sulle banche?

“Pure chi ci critica non avrebbe fatto più di così”.

Rosalba Carbutti

Articolo pubblicato il 29 dicembre 2015 su QN

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