Intervista pubblicata su QN il 12 marzo 2015

«MATTEO Salvini? Rischia grosso». Piergiorgio Corbetta, direttore di ricerca dell’Istituto Cattaneo, va oltre i sondaggi che danno il leader leghista in grande ascesa.
L’addio di Flavio Tosi quanto peserà?
«Non so quantificare. Di certo c’è che se Salvini perde il Veneto è finito».
Tutta colpa dello scontro tra Liga veneta e centralismo lombardo.
«Un antagonismo che c’è sempre stato. Prima era basato su uno scontro tra leadership e gruppi di potere, oggi si è trasformato in un duello tra linee politiche».
Quindi il successo del segretario del Carroccio non durerà?
«Il grosso dei consensi deriva dalla sua capacità comunicativa e da un elettorato di protesta, molto aggressivo. Ma, come il fenomeno grillino insegna, questo tipo di elettorato è molto instabile…».
Non può negare che nei sondaggi la virata a destra di Salvini paghi in voti.
«È una conversione a U del partito coraggiosa, ma anche altamente pericolosa».
Quali le conseguenze?
«La prova del nove sarà alle Regionali del Veneto. Ma, anche se la Lega batterà il Pd, la prospettiva futura è incerta».
C’è confusione…
«Salvini ha successo perché ha riempito il vuoto lasciato dal centrodestra. Ma prima o poi quel vuoto verrà colmato…».
E allora?
«Non sono sicuro che l’elettorato originario, nordista e federalista, della Lega apprezzi, sul lungo periodo, la linea lepenista e personalistica».
Insomma, come andrà?
«Se l’elettorato non seguisse la deriva a destra, Salvini potrebbe distruggere il partito».
Anche dopo Bossi si pensava che la Lega morisse e invece…
«Il Senatùr attaccava la ‘porcilaia fascista’. Oggi Salvini porta in piazza CasaPound. Mica poco…».

Rosalba Carbutti