INTERVISTA PUBBLICATA SU QN (Carlino, Nazione e Giorno) del 4 giugno 2013

«Le riforme? La priorità è il lavoro». Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, ieri a Bologna, lo ripete quasi come fosse un mantra. E dopo aver lanciato il progetto pilota del Parlamento Ue sull’Erasmus degli imprenditori, lancia quello dei lavoratori.

Tajani fa il bis?
«Al momento è un’idea. Ma pensare di reinserire i lavoratori attraverso un progetto europeo di riqualificazione può diventare un progetto serio».

Ma così l’Italia non rischia di perdere ancora più cervelli?
«L’obiettivo è ‘girare’, cioè specializzarsi per poi tornare nel proprio Paese e mettere in pratica ciò che si è imparato. E, nel caso dell’Italia, potrebbe anche essere un modo per attirare talenti. Con l’Erasmus degli imprenditori, ad esempio, è arrivato nel Chianti un ragazzo bulgaro per imparare a fare il vino, o c’è chi, oggi, promuove il turismo usando tecnologie mobili».

Quanti sono gli scambi fatti con l’Erasmus degli imprenditori?
«Finora 1700. Per chi pensa di avviare una start up o ha già iniziato un’attività può appoggiarsi a un’azienda più avanzata in Europa. Così facendo abbiamo coinvolto oltre 6mila imprenditori, di cui più di 1400 italiani».

Il meccanismo, già rodato, potrebbe funzionare anche per il nuovo Erasmus dei lavoratori?
«Sì. Sono tante le persone specializzate rimaste senza lavoro che possono essere riqualificate in Europa».

Qual è il valore aggiunto dell’azienda che assume per un periodo il lavoratore?
«Grazie al co-finanziamento europeo, paga il lavoratore di cui ha bisogno un terzo. Il resto, invece, verrebbe sovvenzionato dall’Ue».

Come pensa di strutturare il suo ‘piano’?
«Non metterei dei paletti sull’età e punterei su operai specializzati e tecnici».

Visto che si parla di un ‘Piano giovani’ dell’Europa da sei miliardi, rimarrebbero soldi anche per questo particolare Erasmus?
«Se convincessi Barroso, il progetto potrebbe rientrare all’interno dei sei miliardi…».

In Italia per far fronte alla disoccupazione giovanile il governo Letta pensa di detassare le imprese che assumono giovani. Si potrebbero utilizzare i fondi europei?
«Sono favorevole. Ci lavorerò».

Sul fronte della solidarietà, invece qual è la situazione?
«La Commissione europea ha stanziato 670 milioni di euro per il terremoto dell’Emilia. E, a conferma del forte impegno, lo scorso 22 maggio, è stato firmato uno specifico protocollo d’intesa tra Banca europea degli investimenti (Bei) e Cassa depositi e prestiti per il finanziamento di 600 milioni per la ricostruzione industriale nelle aree terremotate».

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