Dicono che i ruoli maschio-femmina si siano ribaltati. Che le donne non siano più donne e che gli uomini, spaventati, non siano più uomini. Certo nessuno ci dice cosa significhi essere donna donna, nè uomo uomo, ma questo è un altro problema. Ciò che, invece, è mooolto chiaro è che a San Valentino qualcosa sta cambiando. Perché è un’occasione per farsi sentire, soprattutto per chi, quel San Valentino lì, quello dei baci perugina, per intenderci, non l’ha mai vissuto come noi, arcistufe/i di fare sempre lo stesso schema: fiori-cena-caffè-ammazzacaffè-bacino-bacetto.
Le donne non si aspettano più sole, cuore e amore, anzi. Se ne sbattono altamente. Agli uomini non è mai fregato nulla, quindi mi chiedo come mai si continuino a spendere 700 milioni di euro in regali e cenette a lume di candela. Al di là della sottoscritta che festeggerebbe qualunque festa comandata o no solo per il gusto di festeggiare, intorno a me non c’è quasi nessuno che ammette di essere una/un fan del 14 febbraio. Tutti superiori. Tutti indaffarati. Tutti indifferenti. E così a rimpiazzare questi cuori intirizziti da freddo e noia, ci pensano i gay. Loro sì che hanno tanto da festeggiare. Loro vogliono ancora sposarsi, partecipare a baci collettivi sul Pirellone e organizzare baci gay davanti a Montecitorio contro l’omofobia. Loro vedono ancora un po’ di poesia in tutte le solite ‘sciocchezze’ etero. E fa tenerezza vedere il video di ‘Ti sposerò’ (by Jovanotti che approva) in versione omosex. Con i parenti felici e gli amici che applaudono. Noi, quelle cose lì, le abbiamo un po’ sdoganate. Come a dire: non ci riguardano. Cose vecchie. Antiche. Morte e sepolte.
O forse no? Mi è bastato accedere nel mondo dell’anonimato online per leggere il tweet d’amooooore di un certo @PTKDev:
A.A.A. Cercasi povera disperata da portare a cena fuori per San Valentino. Ho la macchina, pago la cena, il sesso è optional.
Una gag? Di sicuro. Ma se qualcuno risponde secondo voi si tira indietro?
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