A Roma c’è un affollamento di candidati che rischia di essere maggiore degli elettori stessi. Ma, non contento della pletora di nomi in campo, che spaziano dall’estrema destra (Casapound) all’estrema sinistra, ecco che si aggiunge pure il sindaco di Verona. Flavio Tosi, un tempo leghista, un tempo enfant prodige del Carroccio indicato come il candidato premier delle camicie verdi (poi ‘fregato’ da Salvini), ora leader di Fare che, in Parlamento, appoggia Renzi. Ecco, dopo tutta questa girandola, scende in campo nella Capitale proprio perché – dice – “serve un sindaco del Fare”. Frase talmente nuova, gioco di parole talmente acuto, da far passare in secondo piano un’idea così intelligente: essere l’undicesimo concorrente di queste elezioni comunali che sembrano ormai un talent show. Con tanto show e poco talent.

Rosalba Carbutti