LA RICANDIDATURA di Bassolino, le primarie da ripensare, la sinistra-sinistra che ostacola le Comunali. Dove sta andando il Pd? Il presidente della commissione Bilancio del Senato, il democratico Giorgio Tonini, parla di «guai del partito da risolvere».
La ricandidatura di Bassolino a Napoli non ci voleva…
«Il Pd, al di là dei suoi guai, resta una scelta vincente per governare il Paese. È riuscito a garantire una posizione responsabile di fronte agli attacchi terroristici, mentre degli altri protagonisti politici, beh ecco, non si può dire lo stesso. Hanno usato le emozioni spingendo quasi a una guerra di religione».
Resta il fatto che alle amministrative il partito rischia grosso.
«E, visto che siamo gli unici a chiamarci ‘partito’ dobbiamo organizzarci, rinnovando la classe dirigente».
Partiamo da Napoli. Al momento c’è Bassolino. Non è il candidato del Pd, ma se vince le primarie di centrosinistra che cosa fate?
«Sceglieranno i napoletani. Certo se dobbiamo ricorrere ai riservisti, sebbene grandi riservisti per carità, vuol dire che qualcosa nel partito si è inceppato».
Ha ragione Matteo Richetti? Rottamazione fallita?
«Servono scuole di formazione politica. Io le organizzai con Veltroni, una settimana dopo l’estate. Tanti giovani s’incontrarono: nacquero amicizie, relazioni e ci fu pure qualche matrimonio».
Ma oggi la vocazione politica latita.
«I giovani non vogliono più impegnarsi anche perché l’immagine della politica non è positiva. E scappano».
Il partito liquido che fa rinascere le Frattocchie sembra un ossimoro.
«Faremo delle scuole di politica 2.0, delle Leopolde da diffondere in tutta Italia. Il Pd ha un database, in seguito al voto alle primarie, di tre milioni di elettori attivi».
Mettiamo che troviate anche nuovi candidati. Ma può vincere il Bassolino di turno.
«Diceva Winston Churchill che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino a ora».
Le primarie, però, hanno mostrato diverse falle.
«Sì, ma i gazebo sono un punto fermo. Lo slogan: ‘Il Pd ha un uomo solo al comando’ non è vero. I candidati li scelgono i territori, non Renzi».
Già, i potentati locali…
«Le regole sono queste. Renzi non è Berlusconi che decideva tutto».
Restringerete la platea ai soli iscritti?
«Non credo. Anche perché sarebbe più facile inquinare il voto. Renderemo più rigide le regole di trasparenza. In primis, per coloro che non sono iscritti nelle liste elettorali penseremo a registrazioni prima del voto ai gazebo».
Primarie day il 20 marzo confermate?
«Questa è l’idea che credo il segretario Pd domani (oggi, ndr) in direzione proporrà. Sarà un modo per dare il via a una mobilitazione nazionale…».
La presenza di Sinistra italiana (la formazione di Fassina ed ex Pd, ndr) vi potrebbe danneggiare?
«Non è una novità che la sinistra-sinistra sia tentata di fare il gioco della destra. Spero solo che in nome di un certo massimalismo non veda nel Pd il nemico, ma, al contrario, collabori con noi».
A Torino l’ex Fiom ora Sel Airaudo balla da solo e a Roma Fassina ha azzardato di appoggiare il M5S.
«La loro vocazione è minoritaria. Da sempre».
Accusano il Pd di aver virato al centro e attaccano la manovra.
«Non capiscono che, grazie al Pd, si è aperta una fase nuova nella politica economica europea, lontana dalla dogmatica austerità tedesca- La legge di Stabilità? È coraggiosa. I ministri Ue, domani (oggi, ndr) credo che approveranno».

Intervista pubblicata il 23 novembre 2015 su QN

Rosalba Carbutti

E’ questione di cuore è anche su Facebook

Ps:  Per chi volesse leggere i vecchi post, clicchi qui: http://club.quotidiano.net/carbutti