Articolo uscito su QN il 12 luglio 2013

NEL CAST ci sono un ex presidente della Repubblica che s’improvvisa dj il giorno del suo compleanno e un deputato Pd che, come uno scolaretto, ammette di essersi candidato per guadagnare 12mila euro al mese e pagarsi il mutuo. Attenzione: non si tratta di un film. Ma soltanto di alcune delle surreali gag che hanno allietato negli anni gli ascoltatori di Un giorno da pecora su Radio2 e de La Zanzara su Radio 24.Trasmissioni radiofoniche cult capaci di ‘trasformare’ Francesco Cossiga in un improbabile DjK e Massimo Calearo, l’imprenditore ‘gioiello’ scelto da Veltroni, nel peggior simbolo dell’odiata casta dei politici. Tutto merito del mezzo, cioè della radio? Secondo Giuseppe Cruciani (foto in alto, Ansa) , conduttore della Zanzara, il ragionamento è semplice: «Basta far sentire i politici come nel salotto di casa, se si lasciano andare è fatta». Per Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro (foto a destra, Newpress), invece, il segreto sta tutto nell’abc del giornalismo: «Fare la seconda domanda». Sabelli Fioretti prova a spiegarsi con un esempio dei suoi: «Se un giornalista chiede al suo interlocutore che cos’ha fatto ieri e lui risponde che ha ucciso dieci persone, la seconda domanda non può essere un parere sull’Imu…». Lapalissiano. Sarà per questo che l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini, pur chiuso nella gabbia dell’austerità del governo dei tecnici, è riuscito a mollare gli ormeggi spiegando ai radio ascoltatori di un Giorno da Pecora quante volte si cambiava le mutande? Sabelli Fioretti e Lauro se la ridono: «Era una dichiarazione per incentivare il risparmio energetico». Un eccesso di ambientalismo che creò non poche polemiche. Tant’è che ai ministri del governo Monti arrivò il veto a partecipare a trasmissioni del genere. Monito che, pare, condivida anche Enrico Letta, sebbene il ministro dello Sviluppo Economico Zanonato sia già inciampato sul tema del nucleare.
MA COME mai politici navigati si lasciano ‘intrappolare’? «Nessun masochismo — spiega Cruciani —, spesso vengono apposta per fare qualche annuncio. Uno di questi è Gasparri. Non dichiara mai niente di più di ciò che vuole dire, neanche sotto tortura. Della stessa razza pure Formigoni: difficile metterlo in buca». Ma c’è anche chi declina ripetutamente l’invito, come Massimo D’Alema. L’ex premier è l’ospite che tutti vorrebbero, ammettono sia Cruciani che i due conduttori di Radio Due. Ma per Sabelli Fioretti è un’impresa impossibile: «È più facile che si tagli i baffi…». Ostica è anche Mara Carfagna, altra ospite mancata di Un giorno da pecora, e gli stessi grillini: «Per avere gli esponenti del M5S dobbiamo fargli come minimo 300 telefonate. Forse perché le ultime volte hanno fatto alcuni scivoloni?». Del resto, ciò che conta è salvare la faccia. Massimo Bordin, ex direttore di Radio Radicale e responsabile della seguitissima rassegna Stampa e regime, ne sa qualcosa. «È assurdo. Mentre leggo i principali articoli dei giornali deputati e senatori mi telefonano di continuo per fare le loro rimostranze su ciò che hanno scritto i vari quotidiani. Io li lascio parlare, ma a dargli la linea non ci penso neanche». I potenti non ringraziano, ma ascoltano. Un bel passo avanti.

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