Gli autogol del Pd

Il Pd non ne azzecca una. E’ come se si facesse gli sgambetti da solo, tra guerre di documenti,un ddl sull’incompatibilità del Cavaliere che darebbe modo a Berlusconi di scegliere tra aziende e scranno in Senato (dandogli, in pratica, un anno per decidere e, quindi, un anno per fare, chissà, anche l’ennesima campagna elettorale), e […]

Il Pd non ne azzecca una. E’ come se si facesse gli sgambetti da solo, tra guerre di documenti,un ddl sull’incompatibilità del Cavaliere che darebbe modo a Berlusconi di scegliere tra aziende e scranno in Senato (dandogli, in pratica, un anno per decidere e, quindi, un anno per fare, chissà, anche l’ennesima campagna elettorale), e siluramenti a Renzi o al ‘caro leader’ di turno. Quello che il Pd non vede è la ‘base’. Non legge i tweet, forse. Non va nei circoli a parlare con i giovani ‘OccupyPd’, probabilmente. E, quasi sicuramente, non va neanche al bar dove gli strali anti-dem si sprecano: da parte di chi vota Pdl, da chi ‘venera’ Grillo e pure da chi vota Pd. Insomma, un vero e proprio dramma che dimostra quanto sia vacua la scelta di guardare al popolo web con la campagna di tesseramento online. Vedere Bersani avvinghiato alla sfoglina di turno alla ‘Festa dell’Unità’ di un quartiere di Bologna (rosso di suo) non basta più. Perché il Pd non deve sembrare POPOLARE. Dev’esserlo, fino al midollo. Altrimenti è un’altra cosa. E, a quel punto, stracciare la tessera non sarà più un’eccezione, ma diventerà una regola. Democratica, ovvio.

 

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