«CHIEDERE al partito di uscire dal governo dopo aver portato a casa le riforme istituzionali è un atto di masochismo». Fabrizio Cicchitto, deputato Ncd, ex forzista e un passato socialista, non crede che il coordinatore Gaetano Quagliariello abbia davvero sbattuto la porta.
Ormai è fatta.
«Vediamo… Bisogna cercare di capire se Quagliariello tradurrà le dimissioni in rottura. Convochiamo subito una direzione del partito».
Per decidere dove andare?
«Ncd ha salvato la legislatura, ma è mancato il protagonismo mediatico anche per il doppio ruolo di Angelino Alfano di segretario del partito e ministro dell’Interno».
Quindi capisce Quagliariello?
«No. È stato uno dei protagonisti del processo riformatore, era uno dei saggi di Napolitano, perché dimettersi il giorno dopo la riforma istituzionale?».
Forse perché Ncd rischia di fare la fine di Fli, il partito di Gianfranco Fini.
«Non credo. E comunque basta vedere la legge di Stabilità per capire che Ncd sta lasciando il segno: dall’abbassamento di spesa pubblica e tasse all’abolizione dell’Imu».
Ncd qualche errore l’avrà pur fatto…
«C’è stato in alcune fasi un appiattimento sul governo, ma sono state fatte cose che non riuscirono ai governi Berlusconi. Adesso, però, bisogna diventare un polo di aggregazione di un ‘Nuovo centro’».
Fine della parola destra?
«Non si può più riverniciare il centrodestra. E sa di chi è la colpa? Di Berlusconi».
Lui, in verità, vuole aggregare le forze di centrodestra…
«Ma ha rotto il patto del Nazareno e ora il centrodestra è tutto a trazione leghista».
Qual è la via d’uscita?
«Lavorare con le forze che collaborano con il governo e abbandonare le vecchie sigle per un nuovo soggetto politico».
Se cambia l’Italicum, farete una lista pro Renzi con i verdiniani?
«Con l’Udc, Scelta civica, Fitto, Tosi e, sì, anche Verdini. Ma senza entrare nel Pd».
In verità pare che sia Quagliariello a fare un gruppo al Senato con gli ex leghisti di Tosi e i fittiani.
«È da vedere se Quagliariello se ne andrà, io gli consiglio di restare con noi e aprire una nuova fase. Prendiamo atto che l’interlocutore è Renzi, l’unico che è riuscito dove nemmeno gli anti comunisti della Dc, né Craxi, né lo stesso Berlusconi riuscirono: sconfiggere le posizioni dei comunisti».
Anche lei accomuna Berlusconi a Renzi?
«Qualche similitudine c’è. Il Cavaliere, nel ’94, fu la grande novità sorta dal centrodestra, Renzi lo è diventata cambiando la sinistra».
Come convincerà Quagliariello a tornare indietro e Fitto ad appoggiare Renzi?
«Serve l’ottimismo della volontà. Bisogna lavorare a un nuovo soggetto politico, una nuova classe dirigente…».
E un nuovo leader?
«Quello si vedrà».
Sta rottamando Alfano?
«È il leader indiscusso di Ncd. Come diceva il comunista Giorgio Amendola ‘chi ha più filo, tesserà più tela’».

Articolo pubblicato il 16 ottobre 2015 su QN

Rosalba Carbutti

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