M5S, anche le stelle si bruciano

Luigi Di Maio – invitato dall’ambasciata israeliana a Roma – è stato molto criticato dopo la sua simil-protesta per l’accesso negato nella Striscia di Gaza (sì, avete capito bene, quella Striscia là).  Ma non è il solo. Pure Virginia Raggi, alle prese coi topi di Roma e con lo stallo della nomina del capo di gabinetto (in […]

Luigi Di Maio – invitato dall’ambasciata israeliana a Roma – è stato molto criticato dopo la sua simil-protesta per l’accesso negato nella Striscia di Gaza (sì, avete capito bene, quella Striscia là).  Ma non è il solo. Pure Virginia Raggi, alle prese coi topi di Roma e con lo stallo della nomina del capo di gabinetto (in pole c’era Daniela Morgante, poi ha dato forfait), rischia di bruciarsi. E tutto questo mentre gli stellati sono in grande ascesa (al 30 per cento appaiati al Pd di Renzi, secondo IPR Marketing) e pure il gradimento di Di Maio, candidato premier in pectore, sembra in crescita (l’indice di fiducia è al 28 per cento, quello di Renzi al 32). La domanda è: riusciranno i nostri eroi a non ‘bruciarsi’? Perché, un conto è fare opposizione, un altro trovarsi a governare. Ricordate l’inceneritore di Parma? Ecco. Devono solo sperare che Renzi perda il referendum, che non si faccia un governo di scopo, e che si torni al voto. Perché – con i mesi estivi di mezzo – si troverebbero a governare, ma non troppo. Evitando di fare altre gaffe che, si sa, alla lunga, possono far crollare anche il più brillante enfant prodige.

Rosalba Carbutti

Twitter@rosalbacarbutti

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