LE PAGELLE DELLA POLITICA pubblicate il 12 dicembre 2012

ELSA FORNERO
4
Il ministro del Lavoro ha puntato il dito contro i giornalisti: «Le mie due lacrimucce sono state ridicolizzate per un anno, quelle di Vendola, invece, sono state considerate un gesto virile per non parlare di quelle di Bersani…»
Fornero forse non se n’è accorta, presa com’è a contare gli esodati, ma il pianto sembra essere stato l’unico gesto umano del suo ministero. Lacrime di coccodrillo.

GUIDO CROSETTO
7
Questo omone grande e grosso non è riuscito a stare in uno studio tv a fare la mummia come tanti suoi colleghi. Avrebbe voluto dire qualcosa sul ritorno di Berlusconi, ma non poteva ancora. E così, quasi commosso, ha fatto la sua scelta: abbandonare gli studi de La7, lasciando ai posteri l’ardua sentenza: «Mi sono rotto». Lacrime mancate.

MARCELLO DELL’UTRI
4
Il vecchio leone ha affilato le armi: «Alfano non è ancora maturo per fare il premier». Il segretario Pdl è sbottato: «È un povero disgraziato». Il senatore pidiellino ha replicato stizzito: «Non ha le palle». Del resto, si sa, per lui gli eroi sono altri…

BERSANI-RENZI
7
Il segretario Pd, appena appreso del ritorno di Berlusconi, ha fatto alla Camera uno dei suoi discorsi più riusciti, annunciando poi battaglia al Cavaliere in tandem con il sindaco di Firenze. Silvio, così, può già vantare il primo miracolo: aver ricompattato il centrosinistra.

IL NIPOTE DI MONTI
7
Il povero pargolo di casa Monti chiamato dagli amichetti dell’asilo ‘Spread’ — come ha confessato il premier — merita un voto d’incoraggiamento. Costretto a giocare tutto il giorno sull’altalena e a subire le angherie di un bulletto di nome Bund, è destinato a un’infanzia troppo triste anche per chi ha un nonno come ‘Rigor Montis’. Pardon: Mario Monti

 

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