A volte, la sintesi, aiuta ad esprimere concetti con stringata efficacia. Un esempio? Questo top tweet di @antodelprino: ‘Tutti tornano: Berlusconi a Forza Italia, Monti alla Bocconi, Bersani ai comunisti e Grillo a casa’. Ecco, appunto. Tutti tornano al punto di partenza. Non si sa bene com’è, ma dopo che cambiano nomi, cognomi, persone, fazioni politiche, ruoli di prestigio, campagne elettorali, il senso che resta è quello di stallo. Uno stallo politico, ma anche economico e sociale. E poi non mi dite che vogliamo cambiare, innovare, modificare, trasformare. E non mi dite che le priorità sono il lavoro e la crescita. Non tiratemi in ballo Imu, Iva, fisco e tanti buoni propositi. Il punto è che tutti, quando vedono che le cose girano male (per colpa di errori, pugnalate, ribaltoni, debacle elettorali etc…), tornano alla chetichella nella ‘zona di comfort’, alla quale si aggrappano come cozze. E poi non mi dite che i vantaggi della casta riguarda solo gli stipendi. Quello che mi rode di più è questa loro possibilità di cadere e rialzarsi come prima e, a volte, più di prima. Perché anche se vanno a casa, hanno una bella carriera che li aspetta. E se cambiano progetto politico comunque a piedi non ci restano (quasi) mai. Mentre noi, comuni mortali, non solo rimaniamo appediati, ma siamo anche costretti a correre di continuo per non farci schiacciare. Non è mica giusto.

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