Col senno di poi non si va da nessuna parte. Sono anni che il Pd fa autocritica. E ora, con questa vittoria azzoppata che pesa più una sconfitta, vengono fuori una serie di ‘se’ che, secondo gli acuti commentatori, avrebbero cambiato le sorti della partita.

 Se Renzi avesse vinto le primarie… Se Bersani avesse fatto una campagna elettorale diversa… Se il Pd avesse cercato di capire il fenomeno Grillo… Se Monti non fosse sceso in campo… Se Napolitano non avesse incaricato Monti di fare un governo tecnico… Se non ci fosse stata la strana maggioranza Abc (con tanto di foto postata su Twitter da Casini)… Se non ci fosse stato Ciampi, al Senato il premio di maggioranza sarebbe stato su base nazionale e non regionale (l’ha detto Calderoli, autore del vituperato Porcellum)… Se Berlusconi non avesse mandato la lettera dell’Imu… Se Bersani avesse fatto il comizio in Piazza San Giovanni al posto di Grillo… Se Bersani non avesse accettato di farsi regalare il giaguaro di pelouche da Vespa… Se Bersani avesse parlato un po’ più alla pancia… Se non ci fosse stato Fassino con le sue profezie (2009-“Grillo faccia un partito e vediamo quanti voti prende”)… Se il Pd non si fosse alleato con Vendola… Se non ci fosse stata la crisi, la rabbia etc… Se non ci fossero stati gli indecisi… Se durante le elezioni non ci fosse stata la neve…
Ecco vi concedo, cari commentatori acuti e dietrologi, giusto questa: se il Pd fosse andato avanti senza se e senza ma forse – dico forse – avrebbe vinto e magari sarebbe pure arrivato primo. Ma sono ipotesi. E con i se  si va poco lontano. Chissà se il Pd l’ha capito…