Civati: Renzi gioca ad House of three cards

«ALTRO che Frank Underwood di House of Cards...». Pippo Civati (nella foto), ex Pd ora leader del movimento Possibile, commenta così il modo spregiudicato di fare politica di Matteo Renzi. Non crede di esagerare? «Renzi s’ispira al presidente Usa impersonato da Kevin Spacey. Ma con Matteo la serie tv potrebbe chiamarsi ‘House of three cards’…». […]

«ALTRO che Frank Underwood di House of Cards...».

Pippo Civati (nella foto), ex Pd ora leader del movimento Possibile, commenta così il modo spregiudicato di fare politica di Matteo Renzi.

Non crede di esagerare?

«Renzi s’ispira al presidente Usa impersonato da Kevin Spacey. Ma con Matteo la serie tv potrebbe chiamarsi ‘House of three cards’…».

Casa delle tre carte. Non è lusinghiero.

«Le carte, infatti, nel suo governo continuano a cambiare. Il Pd aveva un programma? Sì. Peccato che poi Renzi abbia fatto tutto il contrario su molti temi».

Forse qualche vena di machiavellismo c’è.

«Qualche vena? Direi arteria. L’ha dimostrato non appena è diventato presidente del Consiglio, poi sono arrivate le maggioranze plurime e variabili fino alla capacità di attrarre alleati discutibili».

Verdini?

«L’esempio più vistoso. Ma poi c’è Ncd che appoggia il Pd anche in molte città».

Sulla Consulta, invece, il premier ha trovato l’accordo coi 5 Stelle.

«Per disperazione. Poi, certo, in queste due settimane un asse col M5S sui giudici ma anche sulla gestione dell’Aula c’è stata».

Un’alleanza che potrebbe valere in altre occasioni?

«Non credo. Il principio di Renzi è non chiudere mai col centrodestra. Ne ha bisogno, altrimenti addio governo. E far finire la legislatura significa cambiare tutto, ma non credo che Renzi voglia cambiare se stesso».

In principio fu il patto del Nazareno…

«Appunto. Quella col 5 Stelle è solo un’alleanza tattica».

Insomma, Renzi è spregiudicato.

«In quanto a disinvoltura, dallo ‘stai sereno’ a Enrico Letta in avanti è stato un crescendo di colpi da maestro».

E l’atteggiamento tenuto durante la mozione di sfiducia al ministro Boschi: tutta tattica?

«Non credo. Renzi e la Boschi sono, politicamente, la stessa persona».

Le parole contro la Merkel, la presenza a Bruxelles e non in Aula non sono stati modi per ‘oscurare’ il caso Etruria?

«La strategia sarà stata concordata con la Boschi. In questo caso secondo me Machiavelli non c’entra»

Qual è la concezione del potere per Renzi?

«Prendere il posto di Letta e allungare le larghe intese io non l’avrei mai fatto. Non è un vorrei ma non posso: in direzione votai contro. Poi, diciamolo: Renzi ha fatto cose mostruose».

Oddio.

«Superficialità sul lavoro, aggressione sulla scuola…».

I suoi fan però dicono: almeno lui le cose le fa.

«Sì, anche Monti fece cose sfolgoranti. Pure Amato. Interventi clamorosi ben più degli 80 euro. Ma l’Italia non vive nel Bengodi rappresentato da Renzi. Lo dice anche Draghi, che non è amico mio».

Poi c’è la questione sinistra. Sulla mozione contro la Boschi siete stati compatti.

«Spesso lo siamo. Ciò che conta è capire la relazione col Pd. Fassina ha detto che non parteciperà ai gazebo dei democratici? Bene, capiamo che cosa fare».

Sinistra italiana però ha detto che a Trieste e Cagliari andrà col Pd.

«Così è sbagliato perché si rischia di finire col Pd anche a Milano».

Quindi vi unite o no?

«Potremmo fare delle nostre primarie, ma al di fuori di quelle del Pd. A Roma, per esempio. Il modello per me è l’Ulivos, cioè l’Ulivo con la radicalità di Podemos, il movimento spagnolo».

Rosalba Carbutti

Intervista pubblicata il 19 dicembre 2015 su QN

Twitter@rosalbacarbutti

E’ questione di cuore è anche su Facebook

Ps:  Per chi volesse leggere i vecchi post, clicchi qui: http://club.quotidiano.net/carbutti

5 stelle berlusconi boschi cagliari centrosinistra civati fassina frank underwood grillo house of cards house of three cards m5s mozione ncd primrie renzi salva banche trieste verdini