Articolo pubblicato il 2 ottobre 2013 su QN (il Resto del Carlino, La Nazione e il Giorno)

Rosalba Carbutti
BOLOGNA
BERLUSCONI è ancora il leader dei moderati? Renato Mannheimer, di Ispo, per rispondere tira in ballo i «diversamente berlusconiani», il fronte dei frondisti che potrebbe avere un ‘peso’ non indifferente alle urne.
Quanto varrebbe il partito delle colombe se si staccasse da Forza Italia?
«Ad oggi, un 10-15 per cento».
Chi sono questi elettori moderati?
«Sono quelli che alle scorse elezioni hanno votato per Mario Monti e la parte più attenta alla politica dell’elettorato berlusconiano».
Si può fare un identikit?
«Sono imprenditori, liberi professionisti, ma anche qualche operaio. Direi un elettorato trasversale che potrebbe scommettere su una forza intermedia, identificabile in un nuovo centrodestra».
Qual è la differenza dallo zoccolo duro berlusconiano?
«I fedeli del Cav hanno un titolo di studio più basso e sono più avanti con l’età. La maggior parte dei ‘moderati’ di cui sopra, invece, è al di sotto dei 50 anni».
Ma non c’è il rischio che il partito dei ‘diversamente berlusconiani’ vada a finire come Gianfranco Fini?
«Dipende dalla campagna elettorale. Fini quando si staccò aveva un largo seguito, poi il Cavaliere gli fece perdere consensi».
Quanto conta sui voti una campagna elettorale?
«Berlusconi, alle ultime elezioni, ha spostato dieci punti. Il motivo? Un terzo degli elettori decide all’ultimo momento».
Bisognerà considerare chi sarà il leader del nuovo partito.
«La leadership è fondamentale».
Marina Berlusconi pare che possa scendere in campo…
«Nessuno ha misurato che impatto avrebbe sugli elettori, credo nemmeno suo padre».
Ora, però, il Pdl/Forza Italia perde colpi…
«Secondo alcuni sondaggi i consensi sono scesi del 4-5 per cento».
Tutta colpa delle ultime mosse del Cavaliere?
«Il 36 per cento degli elettori del Pdl è critico sulle dimissioni dei ministri. Tra i delusi del partito questo dissenso sale, invece, a quasi al 90 per cento».
Gli elettori, nel complesso, a chi addossano la responsabilità della crisi?
«La maggior parte, direi il 70 per cento, dà la colpa a Berlusconi».
Un dato che potrebbe avvantaggiare Enrico Letta nel caso si trovasse costretto a sfidare Matteo Renzi?
«Il premier e il sindaco di Firenze sono sempre più vicini. Ora è in vantaggio Renzi, ma tre o quattro settimane fa Letta l’aveva superato».