Pittella: ‘Il traghettatore? E’ inutile’

INTERVISTA PUBBLICATA L’11 MAGGIO 2013 SU QN (CARLINO, NAZIONE E GIORNO) Rosalba Carbutti BOLOGNA IL TRAGHETTATORE fino al congresso sarà Epifani? Gianni Pittella, vicepresidente Pd del Parlamento europeo (foto Schicchi), si fa una risata. «Tutta questa canea su un reggente è inutile. Meglio pensare al congresso vero. È lì che ci giochiamo il futuro del […]

INTERVISTA PUBBLICATA L’11 MAGGIO 2013 SU QN (CARLINO, NAZIONE E GIORNO)

Rosalba Carbutti

BOLOGNA

IL TRAGHETTATORE fino al congresso sarà Epifani? Gianni Pittella, vicepresidente Pd del Parlamento europeo (foto Schicchi), si fa una risata. «Tutta questa canea su un reggente è inutile. Meglio pensare al congresso vero. È lì che ci giochiamo il futuro del Pd».

Si candiderà alla segreteria?

«Certo. Sono già in campo. Ma per guidare, traghettare non m’interessa».

Con Epifani ci sarà continuità con la linea Bersani…

«Ormai Bersani si è dimesso e parlare di bersaniani non credo abbia più senso. Ma, soprattutto, credo che si debba superare la logica delle correnti, tipiche del secolo scorso».

Quindi, la sua sfida qual è?

«Tornare a proporre un sogno di cambiamento. Lo abbiamo fatto con l’Ulivo, quando ascoltare la ‘Canzone popolare’ di Fossati mi faceva venire la pelle d’oca, e con le primarie Bersani-Renzi. Ma poi ci siamo fermati».

Ecco, appunto, cos’è successo?

«Abbiamo perso le elezioni. E non l’abbiamo neanche ammesso».

Il Pd, a questo punto, è da rottamare?

«Odio la rottamazione, serve un rinnovamento dei cervelli e pensare a un partito europeo. Rimetterei anche in campo le scuole di partito, è necessario contare su persone competenti. E, invece, in Parlamento c’è chi non sa neanche cos’è la Bce…».

Si riferisce ai grillini?

«Non voglio attaccare nessuno. Cito solo due parole chiave: qualità e merito».

Lei, se diventasse segretario, che direzione darebbe al partito?

«Intanto mi collocherei al centro del Pd».

Cioè?

«A metà tra Barca e Renzi, per intenderci. Non dimenticando la componente cattolica, proporrei una visione socialdemocratica, sull’onda del partito americano».

Il segretario dei democratici come dev’essere eletto, secondo lei?

«È necessario fare le primarie, coinvolgendo tutti: iscritti e non. Personalmente proporrò la mia candidatura su tre punti: Europa, lavoro e welfare. Ad oggi il Pd rischia di andare al di sotto del 20 per cento: bisogna fare qualcosa per ‘rifondare’ il partito».

Il disastro su Marini e Prodi e le larghe intese non aiutano…

«Sull’elezione del presidente della Repubblica abbiamo peccato di superficialità. Per quanto riguarda il governo… avrei preferito un esecutivo di scopo di due o tre mesi in grado di fare le necessarie riforme e poi tornare al voto».

Si associa al documento anti larghe intese che, oggi, Laura Puppato presenterà all’assemblea nazionale?

«Evitiamo di fare demagogia. I ‘no’ si dicono prima, non dopo».

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