Gianroberto Casaleggio (Ansa)
Non c’è un solo Movimento 5 Stelle. Ma almeno due. Da una parte Casaleggio e i ‘suoi’ candidati, dall’altra la base che, un tempo, era rappresentata dai meetup (le assemblee locali degli attivisti, ndr). Oggi, stando alle candidature stellate per le prossime amministrative, ci sono l’avvocato Virginia Raggi e la bocconiana Chiara Appendino, i due assi che il Movimento 5 Stelle calerà a Roma e Torino, ma anche il resto del mondo. E si tratta di un mondo sempre più diviso. Il genovese Paolo Becchi, ordinario di Filosofia del diritto, definito l’ideologo del Movimento 5 Stelle ma oggi fuoriuscito, sul tema ci ha pure scritto un libro (in libreria tra poche settimane): Cinque Stelle & Associati, Kaos edizioni.
«I meetup non esistono più – spiega Becchi –. Ormai sono cellule sul territorio che rispecchiano in tutto le decisioni di Casaleggio. Ci sono due movimenti: il primo, quello di Grillo, è finito dopo il successo del 2013. Il secondo è un partito come tutti gli altri».
Paolo Becchi (Ansa)
Del resto, della «base», restano le guerre fratricide, espulsioni di massa dei ribelli e un livello di litigiosità modello Pd. La differenza è che, tra i grillini, dopo le epurazioni dei parlamentari, la guerra di potere si è spostata a livello locale. «A Genova – racconta Becchi – alle assemblee del Movimento eravamo duecento. Oggi a malapena ci vanno venti persone. La capogruppo grillina in Regione, la ligure Alice Salvatore, non è altro che il braccio operativo della Casaleggio Associati».
UN’ACCUSA, in effetti, che è rimbalzata su Facebook con post al vetriolo degli altri eletti («usa un metodo autoritario»). Ma se nella città della Lanterna si voterà l’anno prossimo, negli altri comuni le liti rischiano d’incidere sulle amministrative. A Milano, la candidata sindaco in pectore Patrizia Bedori (votata da 74 attivisti, ndr) è stata praticamente costretta a cedere il passo all’avvocato Gianluca Corrado, terzo classificato e rieletto con una specie di voto confermativo online. Si sente Rudolph Giuliani, dice, ma intanto la corsa della casalinga disoccupata è stata fermata. «Perché sono brutta e grassa», si era sfogata la Bedori. Morale: a sfidare Stefano Parisi e Beppe Sala ci sarà il candidato ‘casaleggiano’.
A Napoli è andata pure peggio. Dietro alla candidatura che piace ai vertici di Matteo Brambilla, il brianzolo che tifa Juve, ci sono espulsioni di massa e ricorsi in tribunale. Da poco è spuntato pure un logo a 6 Stelle dell’associazione dei 36 espulsi, rei di aver creato un gruppo ‘segreto’ su Facebook. In pratica, una «corrente». Che, presto, diventerà una lista per le Comunali.
A CASERTA, Salerno, Latina, Rimini e Ravenna, di fronte alla rivalità tra più liste, la Casaleggio Associati ha preferito non certificarne nessuna. Nella città di Fellini, nel conflitto tra il candidato ‘ufficiale’ Davide Grassi e l’outsider appoggiato dai fuoriusciti Fabio Lisi, ha detto la sua pure Sonia Toni, ex moglie di Beppe Grillo, che più volte aveva chiesto di arrivare a un accordo. Senza successo.
A Ravenna, tra accuse, assemblee infuocate tanto da far accorrere i carabinieri, primarie disertate dai dissidenti, i vertici hanno preferito evitare la resa dei conti, non ‘certificando’ né la lista di Michela Guerra, né quella di Francesca Santarella. Copione simile a Latina, Caserta e, soprattutto, a Salerno dove la rottura c’è stata anche tra parlamentari d’area schierati per uno o per l’altro sindaco in corsa. Eppure non sono rose nemmeno nella Capitale dove dall’Economist al Guardian tutti fanno a gara per incoronare l’avvocato Virginia Raggi. Ma pure la ‘Boschi dei 5 Stelle’ (contro le comunarie hanno fatto ricorso tre esclusi ed espulsi dal M5S) è inciampata in un ultimo sondaggio che l’ha declassata dietro al candidato Pd Roberto Giachetti. Una congiura? Chissà. Di sicuro nel cielo stellato si affacciano le prime nuvole.
Rosalba Carbutti
Twitter@rosalbacarbutti
E’ questione di cuore è anche su Facebook
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