Giampaolo Pansa: “Il mio viaggio nella destra smarrita”

NEL MOMENTO di massima incertezza dei berlusconiani e la ritrovata vitalità della Lega new age di Matteo Salvini molti si chiedono dove andrà a parare il centrodestra. Domanda d’obbligo da girare a Giampaolo Pansa (Ansa), giornalista e scrittore, che su questo tema ha costruito una delle sue controstorie fra passato e attualità. Da oggi manda […]

NEL MOMENTO di massima incertezza dei berlusconiani e la ritrovata vitalità della Lega new age di Matteo Salvini molti si chiedono dove andrà a parare il centrodestra. Domanda d’obbligo da girare a Giampaolo Pansa (Ansa), giornalista e scrittore, che su questo tema ha costruito una delle sue controstorie fra passato e attualità. Da oggi manda in libreria La Destra siamo noi un testo che sembra fatto apposta per capire le fibrillazioni di un’area politica in continua mutazione.
Che succedesse si va al voto?
«Vince il Pd di Matteo Renzi. Se si vota con il cosiddetto Consultellum, sistema in vigore dopo la decisione della Corte costituzionale, prenderà un sacco di voti ma meno che alle Europee. E non avrà la maggioranza».
Quindi?
«Sarà costretto a rinnovare il patto del Nazareno con Berlusconi. Ha contro una crisi economica e sociale che nonostante tutti i buoni ‘presentimenti’ è quella che è. Altrimenti non governerà».
Stato di salute del centrodestra?
«Il centrodestra oggi non c’è. Ed è una cosa incredibile in una Italia storicamente moderata, come racconto nel mio libro. La destra nelle sue varie forme è stata sempre al potere».
Vale a dire?
«Se c’è stato un ventennio democristiano dopo il ventennio fascista è perché l’Italia non è mai stato un paese rivoluzionario, ma moderato. Un paese che non amava né socialisti né comunisti. Nenni diceva: Piazze piene, urne vuote».
Berlusconi è ancora un leader?
«È un signore di 78 anni che crede di comandare un partito inesistente. Poi ci sono figure di spalla come Salvini a cui dedico appunto l’ultimo capitolo».
Salvini pare detti l’agenda a FI.
«L’agenda la detta la situazione del Paese. Si naviga a vista, il mare è infuriato».
Salvini però è la nuova Lega.
«Si è trovato tra le mani una Lega oberata di debiti, con gente inquisita, Bossi ammalato, Maroni contro Zaia. Ha intrapreso la strada del populismo con la felpa e prende voti anche da chi vedeva Renzi come il Royal baby di cui parla Giuliano Ferrara».
E il Cavaliere che teme l’autoritarismo renziano?
«Doveva svegliarsi prima. Il premier è uno che da segretario del Pd ha assassinato politicamente Letta il giorno dopo avergli detto ‘stai sereno’».
Ora ha imbarcato gli esuli di Scelta civica.
«È l’ultima trovata, la legione straniera. Accoglie gli esodati volontari e mi stupisce uno come Pietro Ichino. La gente che cambia casacca è lo specchio del declino. Una frode agli elettori».
Che vuol dire il titolo del libro, La Destra siamo noi?
«Negli antenati della destra italiana ci sono Giovanni Guareschi, il comandante Junio Valerio Borghese, Giorgio Almirante, Indro Montanelli. Possiamo invece domandarci se sia giusto affiancare ai nomi di cui sopra anche i democristiani Mario Scelba, Amintore Fanfani, manager come Eugenio Cefis e Cesare Romiti, un eroe civile come Giorgio Ambrosoli e anche un leader come Salvini. È l’Italia moderata e perbene».