Arresti a raffica a Hong Kong per fermare le manifestazioni

Arresti  a raffica per arginare le manifestazioni oceaniche di Hong Kong contro Carrie Lam, la governatrice fedele a Pechino, e la legge di estradizione in Cina, sospesa ma non ritirata. Ieri mattina è toccato a tre protagonisti storici delle proteste e a tre deputati locali. Joshua Wong , 22 anni, fondatore e segretario del partito […]

AFP

Arresti  a raffica per arginare le manifestazioni oceaniche di Hong Kong contro Carrie Lam, la governatrice fedele a Pechino, e la legge di estradizione in Cina, sospesa ma non ritirata. Ieri mattina è toccato a tre protagonisti storici delle proteste e a tre deputati locali. Joshua Wong , 22 anni, fondatore e segretario del partito “Demosisto”, anima della rivolta degli Ombrelli nel 2014, è stato fermato alle 7,30 di mattina e caricato su un van della polizia, mentre cercava di raggiungere la stazione “South Horizons” della metropolitana “Mtr”. E’ accusato di aver preso parte il 21 giugno a un’assemblea illegale, durante l’assedio al quartier generale della polizia a Wan Chai. Agnes Chow, 22 anni, esponente di punta dello stesso partito politico, è stata prelevata nell’abitazione di Tai Po. La sua imputazione è la stessa contestata a Joshua Wong che all’inizio di giugno aveva appena finito di scontare due mesi di carcere.

All’aeroporto, dove stava per salire su un aereo diretto in Giappone, sono scattate le manette per Andy Chan, 29 anni, fondatore del “Partito Nazionale” di Hong Kong, una compagine politica bandita l’anno scorso per motivi di sicurezza, la prima dopo decenni. Due parlamentari del movimento a favore della democrazia sono finiti in cella, entrambi per sospetta ostruzione dell’attività della polizia. Sono Auk Nok-hin e Jeremy Tan. In mattinata li aveva preceduti Cheng Chung-tai, 35 anni, del Civic Passion Party. In luglio avrebbe “provocato danni” durante l’assalto al Parlamento. Secondo il “Gruppo degli avvocati progressisti” altri due militanti sono stati malmenati “da ignoti”

Per domani il “Fronte civile per i diritti umani” aveva convocato una nuova manifestazione di protesta. Ricorrerà infatti il quinto anniversario della proposta di Pechino di tenere elezioni a Hong Kong sotto l’egida di un Comitato scelto da 1200 membri del Partito Comunista Cinese. Il tentativo scatenò la famosa “rivolta degli ombrelli” guidata da Wong e da Agnes Chow, che nelle settimane scorse hanno partecipato alla rivolta senza assumere un ruolo di primo piano. Per la prima volta la polizia ha vietato ogni corteo. Dopo gli arresti il “Fronte civile per i diritti umani”, l’ha annullata. La vice coordinatrice Bonny Leung ha spiegato che la sua organizzazione intende “proteggere i dimostranti evitando conseguenze legali”.

Nel pomeriggio Wong e Chow sono stati rilasciati su cauzione, 1.282 dollari a testa. Non dovranno uscire di casa dalle undici di sera alle sette della mattina. Avranno l’obbligo di firmare in stazioni della pubblica sicurezza due volte alla settimana. Non potranno assolutamente avvicinarsi al quartier generale della polizia.

Il quotidiano ufficiale di Pechino “Global Times” saluta la scarcerazione degli attivisti con questo titolo: “Si acuiscono le preoccupazioni di disordini a Hong Kong”. Il loro fermo è solo l’epilogo di un lungo rosario. Dall’inizio di giugno sono finite in cella ottocento persone. Carrie Lam ha caricato un video nel quale invita la popolazione a restare a casa domani. Le truppe cinesi, 6000 uomini, sono di stanza a Hong Kong dal 1997. Il quotidiano statale “China Daily” annuncia che “se la situazione, già brutta, degenera con violenze e disordini che minacciano di sfuggire al controllo… le forze armate non resteranno inerti”.

Dalle colonne del “South China Morning Post”, un quotidiano della città, il comandante metropolitano della polizia Kwok Pak-chung avverte che la sua forza ha ricevuto soffiate “credibili” sul fatto che l’ala radicale del movimento potrebbe usare “sabato armi letali come molotov, taser e droni”.  Sham Tz-kit, uno degli uomini di punta del “Fronte  civile per i diritti umani” ricorda, compiaciuto, la struttura liquida dei dimostranti: “Senza un chiaro organizzatore, le proteste di domani saranno decentrate e si estenderanno a macchia d’olio”.