Di Lorenzo Bianchi 

In Ucraina è nata la guerra a prezzi popolari. Un esercito di robot e di droni (ma anche di mezzi di terra) viene sviluppato in centinaia di laboratori segreti sparsi in tutto il Paese. I costi di produzione sono molto bassi, inferiori a quelli dell’acquisto e importazione di modelli stranieri. E’ un vero e proprio sistema di start up della difesa, 250 secondo le stime di “Sky News”. Sorgono dal nulla, spesso in mezzo alla campagna. Sembrano officine rurali. L’apertura di un capannone di questo genere costa l’equivalente di 35mila dollari, spiega l’imprenditore Andrii Denysenko. Nella sua impresa, la UkrPrototyp, si riesce a sfornare in soli quattro giorni un mezzo da terra autonomo Odyssey, che pesa 800 chili e che può viaggiare per 30 chilometri in autonomia, con una batteria grande quanto un mini-frigorifero da camping. Kiev si prepara a tempi durissimi. Il vicepresidente americano in pectore James David Vance, 39 anni, un ex marine, è contrario all’invio di altre armi in Ucraina. E’ stato eletto per la prima volta al Senato nel 2022 e non ha alcuna precedente esperienza politica. E’ diventato famoso nel 2016 dopo la pubblicazione delle sue memorie intitolate Hillbilly Elegy.

Il presidente Volodymyr Zelensky è convinto di riuscire a portare la Russia al tavolo di un summit di pace entro l’anno, forse a novembre. A ridosso, quindi, del voto negli Stati Uniti che indicherà chi sarà l’inquilino della Casa Bianca per i prossimi 4 anni. E se dovesse essere Donald Trump, come sembrano indicare i numerosi sondaggi delle ultime ore, Kiev “non ha preoccupazioni”, perché” la gran parte dei repubblicani ci appoggia”, ha detto il leader ucraino in una lunga conferenza stampa a Kiev. “Lavoreremo insieme. Non sono preoccupato per questo”, ha assicurato Zelensky riferendosi al tycoon, che ha promesso di porre fine alla guerra anche prima dell’eventuale insediamento, in calendario per il mese di gennaio del 2015. Il summit di pace aperto alla Russia sarà preceduto da ulteriori tre appuntamenti internazionali: “A fine luglio o all’ inizio agosto ci sarà un primo incontro a livello di ministri e consiglieri per la sicurezza nazionale”, ha annunciato Zelensky. Il tema del vertice, che si svolgerà probabilmente a Doha, la capitale del Qatar sarà quello della sicurezza energetica. Per agosto il piano prevede un incontro in Turchia sulla “libertà di navigazione e sulla sicurezza alimentare”. A settembre infine, in Canada, si metteranno sul tavolo lo scambio prigionieri e il ritorno dei bambini ucraini finiti in Russia, “rapiti” secondo Kiev, “messi in sicurezza” obietta Mosca. Se questi tre appuntamenti porteranno a risultati, ha detto il leader ucraino, si potrà procedere all’elaborazione di un piano in dieci punti, e avviare la preparazione “di un secondo summit di pace, al quale penso che debbano partecipare i rappresentanti russi”. La Federazione Russa, per ora, tace.

Il primo vertice per la pace voluto da Kiev si è tenuto a metà giugno in Svizzera, senza i russi. La dichiarazione finale non è stata firmata da un nutrito gruppo di invitati, dall’Armenia al Brasile, passando tra gli altri per India, Giordania, Messico, Emirati Arabi, Vaticano e anche Arabia Saudita. E forse significativamente in questo quadro, il secondo summit – secondo la stampa ucraina – si dovrebbe celebrare proprio a Riad.

Nelle ultime 24 ore sono continuate le schermaglie attorno a Kharkiv, dove però il fronte nord – ha detto Zelensky – è ora un “ostacolo insormontabile” per i russi, costretti ad agire su più direttrici a causa delle difese rafforzate in tutto il settore. Il 15 luglio i combattimenti più pesanti hanno segnato la regione del Donetsk, una ventina di attacchi respinti in direzione di Pokrov’sk, afferma la Difesa di Kiev, sui quasi 70 registrati fino a metà giornata. Non è chiaro quante migliaia di soldati siano attualmente schierate in prima linea. Mosca sbandiera il reclutamento nella leva di primavera di 150mila russi, che già da metà aprile sono nei centri di addestramento. Kiev invece, sempre per bocca del suo presidente, assicura che il piano per rimpinguare la forza armata chiamando alle armi 250mila soldati “procede come stabilito” e che, anzi, ora è necessario “costruire nuovi centri di addestramento, perché quelli che ci sono non bastano”. Un obiettivo al quale darà un contributo importante la Polonia, ha detto Zelensky.

Gli Usa piazzeranno in Germania nuovi missili a lunga gittata Sm-6 e Tomahawk e vettori ipersonici che sono in via di sviluppo. Gli Sm-6 hanno una gittata di 460 chilometri e i Tomahawk di 2500. Il cammino dell’Ucraina verso la Nato è “irreversibile”, ma per ora non è stata messa nero su bianco nessuna data. Sono i punti cruciali del vertice della Nato che si è tenuto a Washington nel settantacinquesimo anniversario dell’Alleanza Atlantica.  Il vice ministro degli Esteri di Mosca Sergey Ryabkov ha dichiarato che “nessuno in Occidente dovrebbe avere dubbi sulla determinazione” della Russia a rispondere a quel possibile schieramento e ha bollato il summit Nato come “un vertice della vergogna”. “È stato disastroso e non ha fatto altro che aggravare le tensioni, aumentando i rischi che la situazione precipiti”, ha chiosato. Su richiesta della Federazione Russa, il capo del Pentagono Lloyd Austin ha poi sentito per telefono, per la prima volta da giugno, il suo pari grado russo Andrei Belousov. “È importante mantenere canali di comunicazione aperti anche nel corso della guerra in Ucraina”, ha precisato il Pentagono. Ad essere onesta, non so quale sia questa ‘strada irreversibile verso l’alleanza, ma mi sembra la strada verso il precipizio”,  è stata la scontata ironia della portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova.

I nuovi sistemi di difesa antiaerea Patriot e Samp -T chiesti da Volodymyr Zelensky stanno finalmente arrivando assieme agli F16 messi a disposizione dall’Olanda e dalla Danimarca. Secondo fonti della Nato, l’invio dei caccia sarebbe tormentato da ritardi, problemi sui pezzi di ricambio e dalla barriera linguistica tra piloti ucraini e addestratori stranieri. E si teme inoltre che l’Ucraina non abbia abbastanza piste e che quelle disponibili siano troppo vulnerabili agli attacchi russi. Il risultato è che Kiev potrebbe essere in grado di schierare uno squadrone di F-16 da 15 a 24 jet: ben al di sotto dei 300 richiesti. Entro quest’estate potrebbero arrivarne appena 6.

L’Italia fornirà una seconda batteria Samp – T sviluppata assieme alla Francia. Kiev riceverà anche Patriot e componenti per operarli da Stati Uniti, Germania, Romania, Olanda. Gli Usa hanno poi fatto sapere che una batteria a cortissimo raggio data in supporto alla brigata americana di Vicenza verrà impiegata “a supporto dell’eventuale proiezione delle forze Usa”. L’ucraina riceverà 40 miliardi di euro all’anno. Un comando guidato da un generale a tre stelle e circa 700 effettivi che lavoreranno presso il quartier generale della Nato in Germania e negli hub nella parte orientale del paese.

Per il futuro si profila all’orizzonte, a trazione tedesca, Euro Sky Shield Initiative (in acronimo E.S.S.I.). Si tratta di acquistare sistemi di pronto uso – come Iris-T, Patriot o gli israeliani Arrow-3 – in modo da costruire rapidamente un Iron Dome europeo in grado d’intercettare missili a corto, medio, lungo e lunghissimo raggio. Venti Paesi europei sono entrati nel consorzio. Fra questi Svizzera e Austria che sono neutrali. Italia e Francia, per adesso, si sono tenute fuori perché nel progetto non c’è spazio per i propri Samp-T.

L’8 luglio un missile russo da crociera Kh-101 ha sventrato l’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev, il più importante dell’Ucraina. Due persone sono morte e 16 ferite. Sette sono bambini. Il bilancio finale delle vittime della giornata fatto dal giornale “Kiyv Independent” è di 41 vittime e circa 150 feriti in un attacco aereo che ha preso di mira la capitale, 27 vittime, Kryvy Rih, la città di origine del presidente Volodymyr Zelensky nella quale hanno perso la vita 10 persone, Dnipro, 1 civile ucciso, Sloviansk, Pokrovsk, tre morti e tre feriti, e Kramatorsk. Tre bambini, secondo Zelensky, hanno perso la vita. In un secondo attacco su Kiev i detriti di un missile hanno danneggiato un ospedale per la maternità. Secondo il Servizio di emergenza statale citato dal “Kiyv Independent” sono stati danneggiati “50 siti civili, tra i quali edifici residenziali, un centro commerciale e due strutture mediche”.

Le forze armate ucraine hanno abbattuto 30 dei 38 missili lanciati la mattina dell’8 luglio alla vigilia di un importante vertice della Nato in calendario per il giorno 9. In totale sarebbero stati usati da Mosca un missile balistico Kinzhal, quattro vettori Iskander-M, un missile da crociera ipersonico 3m22 Zirkon, 13 razzi da crociera Kh-101, 14 missili da crociera Kalibr, due missili da crociera Kh-22 e tre vettori aerei guidati Kh-59/69.

Le immagini più sconvolgenti sono quelle arrivate dall’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev infermieri insanguinati, madri che scappano con i figli in braccio, bambini sottoposti a chemioterapia assistiti sul ciglio della strada. Mosca ha reagito all’indignazione internazionale sostenendo, senza fornire prove, che “L’attacco combinato è stato sferrato con armi di precisione a lungo raggio contro siti militari-industriali e basi aeree ucraine” e che il danno alla struttura pediatrica “è stato causato da un missile di difesa aerea ucraino”.

Quello dell’antiaerea sarà uno dei temi dell’imminente vertice Nato a Washington.  si aspetta “decisioni forti” a favore del suo Paese. A Varsavia il presidente ucraino  Zelensky ha incassato da Donald Tusk un nuovo accordo di sicurezza che prevede, per la prima volta, “l’intercettazione” da parte dell’antiaerea polacca “di missili e droni nello spazio aereo ucraino lanciati in direzione della Polonia”. L’intesa sancisce anche la creazione della ‘Legione ucraina”. Sarà composta da volontari ucraini e verrà addestrata in Polonia.

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’intenzione di riprendere la produzione dei vettori a corto e medio raggio in risposta ad analoghe iniziative degli Usa, che fin dal 2019 si sono ritirati dal trattato Inf, (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) siglato a Washington l’8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e da Michail Gorbačëv, a seguito del vertice di Reykjavík (11-12 ottobre 1986) tenutosi tra i due Capi di Stato di Stati Uniti d’America e Unione Sovietica. “Apparentemente abbiamo la necessità di cominciare la produzione di questi sistemi d’arma e poi, sulla base della situazione reale, prendere decisioni su dove schierarli, se è necessario per garantire la nostra sicurezza”, ha detto Putin in una riunione del Consiglio di Sicurezza, dopo che il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, e quello della Difesa, Andrei Belousov, avevano esposto la situazione nelle loro relazioni. Fu Donald Trump, cinque anni fa, a decidere di abbandonare il trattato Inf, citando tra l’altro presunte violazioni da parte di Mosca, che aveva negato. Trump aveva motivato la decisione anche con la necessità di contrastare il possibile schieramento di missili nel Pacifico, incluso il Mar Cinese Meridionale, da parte di Pechino, che non era firmataria dell’intesa. Mosca aveva detto che non avrebbe comunque dispiegato tali vettori se gli Usa non lo avessero fatto per primi. Ma lo scorso aprile il generale Charles Flynn, comandante delle forze americane nel Pacifico, ha annunciato che Washington intendeva schierare tali vettori in questa regione entro la fine dell’anno come deterrenza contro la Cina. “Non discuterò quale sistema e non dirò dove e quando – aveva detto Flynn in un’intervista al quotidiano giapponese “Asahi Shinbun”. Posso solo affermare che ci sarà un sistema di precisione a lungo raggio dislocato nell’area in cui ci troviamo”.

Secondo la Russia, il dispiegamento di missili americani nella regione Asia-Pacifico potrebbe minacciare anche il suo territorio. Il 30 maggio Lavrov ha affermato che Mosca non esclude nemmeno “ulteriori passi nel campo della deterrenza nucleare, perché i missili americani con basi avanzate saranno in grado di coprire i posti di comando e le posizioni delle forze nucleari” russe. Ma ora, ha detto Putin nella riunione del Consiglio di Sicurezza, “si è saputo che gli Usa hanno già portato questi sistemi missilistici per esercitazioni in Europa, in Danimarca”. Quanto al dispiegamento nella regione Asia-Pacifico, il presidente ha detto che il Paese prescelto dagli Stati Uniti sono le Filippine. Il trattato Inf aveva messo al bando tutti i missili balistici e da crociera americani e russi lanciati da terra, sia nucleari sia convenzionali, con un raggio dai 500 ai 5.500 chilometri. Nell’intesa non rientravano invece In dotazione di aerei o di natanti. Entro il 1991 Mosca e Washington avevano eliminato quasi 2.700 di questi vettori.

È salito ad almeno sette morti e decine di feriti il bilancio degli attacchi russi del 5 luglio nella regione orientale di Donetsk, in Ucraina. Lo hanno riferito funzionari locali. Funzionari insediati dalla Russia hanno anche affermato che i bombardamenti ucraini hanno ucciso cinque persone sul suo lato della linea del fronte della regione del Donetsk, ha detto il governatore regionale Vadym Filashkin. Le altre vittime sono una donna di 32 anni e altre 20 persone ferite nella città di Komar e infine un’altra vittima nella città di Ukrainsk.

Una persona è stata uccisa e altre nove, tra le quali un bambino, sono rimaste ferite il 30 giugno in un attacco contro un ufficio postale a Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. Il capo dell’amministrazione regionale di Kharkiv, Oleg Synegubov, ha detto che tra i feriti c’è anche un bambino di otto mesi. “Un uomo, un impiegato delle poste, è stato ucciso”, ha precisato su Telegram. Sempre il 30 giugno, intorno alle 19 e 30, i russi hanno lanciato un altro attacco missilistico su Kiev capitale. Secondo i dati preliminari dell’Aeronautica Militare Mosca probabilmente ha utilizzato missili da crociera che hanno attraversato la regione di Chernihiv e si sono diretti a Kiev dalla direzione nordest. Lo scrive su Telegram l’amministrazione militare della città. “Nel distretto di Obolon è stata registrata la caduta di detriti” e “un edificio residenziale di 14 piani è stato danneggiato: secondo i dati in corso di verifica, alcune strutture dell’edificio su più piani sono state distrutte parzialmente e i balconi dell’edificio hanno preso fuoco. I dati sulle vittime non sono ancora disponibili”.Le truppe russe hanno attaccato la città di Vilniansk nell’oblast di Zaporizhzhia il 29 giugno, uccidendo sette persone, tra cui tre bambini, e ferendone 36.

L’Ucraina ha avviato la produzione in serie di droni da attacco con una gittata di oltre 1.000 chilometri, ha affermato il 29 giugno il capo dell’azienda statale Ukrainian Defense Industry. In un’intervista con ArmyInform Herman Smetanin ha affermato che le “enormi risorse e la superpotente industria” della Russia hanno costretto Kiev ad adottare un approccio più “flessibile e creativo” alla produzione di armi. L’Ucraina impiega droni a lungo raggio per colpire in profondità il territorio russo, prendendo di mira infrastrutture militari come aeroporti e centri logistici, nonché raffinerie e depositi di petrolio.

 

Quattro civili russi morti, fra i quali due bambini, domenica 23 giugno su una spiaggia di Sebastopoli nella Crimea occupata da Mosca nel 2014. Un missile russo di nuova concezione S – 500 avrebbe colpito un Atacms fornito dagli Usa all’Ucraina e i rottami si sarebbero abbattuti sui bagnanti. Il ministero degli esteri della Federazione russa ha convocato l’ambasciatrice americana a Mosca Lynne Tracy e ha comunicato che “gli Stati Uniti hanno la stessa responsabilità degli Ucraini”. Il 26 giugno il ministro della difesa russo Andrej Belousov si è sentito per la prima volta dopo più di un anno con il pari grado americano Lloyd Austin circa “il rischio di un’ulteriore escalation a causa della fornitura di armi alle forze ucraine”. Questa è la versione di Mosca. Per Pat Ryder, il portavoce del Pentagono, i due hanno concordato di “tenere aperte le linee di comunicazione”. Era dal marzo 2023 che il segretario alla Difesa Usa non parlava con il suo omologo di Mosca. All’epoca era Serghei Shoigu, di recente destituito dal presidente russo Vladimir Putin.

Secondo la Russia durante la conversazione, avvenuta su iniziativa americana, sono stati trattati anche «altri temi». Nessun chiarimento è stato dato in proposito, ma a sottolineare il livello di tensione tra le due più grandi potenze nucleari originata dal conflitto ucraino è stata la notizia data dal ministero della Difesa russo secondo la quale le forze di Mosca in Ucraina hanno “distrutto” tre sistemi di lancio dei razzi americani Himars e “specialisti stranieri che li facevano funzionare”. Il presidente russo aveva detto di recente che la Russia era a conoscenza della presenza di personale militare di Paesi della Nato in Ucraina, un contingente che secondo il presidente russo Putin avrebbe già subito “perdite”. Nell’ultimo anno gli Usa hanno fornito a Kiev molte rampe di lancio che possono essere utilizzate anche per i missili Atacms, ordigni che possono colpire obiettivi anche a 300 chilometri di distanza. E proprio questi ultimi vettori, secondo Mosca, sono stati utilizzati domenica per un bombardamento sulla Crimea. Il portale ucraino “Kyiv Post”, che cita fonti militari, non dubita che i comandi di Kiev abbiano ordinato di sparare diversi Atacms per colpire rampe missilistiche russe e altre basi sulla costa meridionale della Crimea. In particolare, sarebbero state colpite basi e postazioni radar nel villaggio di Vitino. Lì sorgeva una centrale di monitoraggio costruita dall’Urss nel 1958 per intercettare i satelliti e i missili balistici.

A fine maggio il presidente statunitense Joe Biden aveva autorizzato Kiev a usare i missili americani solo per colpire le rampe dei vettori russi a pochi chilometri dal confine nella zona di Kharkiv. Poi il Pentagono avrebbe acceso il semaforo verde per tutti i siti russi che sparano sull’Ucraina entro cento chilometri dalla linea di demarcazione fra i due Paesi, escludendo però gli Atacms. Ma la Crimea invasa dai russi e poi annessa nel 2014 per Washington è ancora un territorio ucraino e quindi può essere colpita con gli Atacms.

Le autorità russe affermano che questi missili possono essere lanciati solo con la partecipazione attiva di personale americano per l’immissione delle coordinate di navigazione ricavate dall’intelligence satellitare. Per questa ragione hanno annunciato una risposta anche nei confronti degli Usa. Il viceministro degli Esteri Serghei Ryabkov ha detto di non escludere che possa essere di natura militare. Alcune settimane fa il presidente Vladimir Putin aveva ipotizzato di reagire all’utilizzo di armi occidentali per colpire il territorio russo con l’invio di missili in “regioni del mondo” dalle quali potrebbero minacciare “obiettivi sensibili” di Paesi Nato. Nei giorni successivi una squadra navale russa da guerra ha raggiunto la baia dell’Avana, la capitale di Cuba. Dopo la visita a Pyongyang della settimana scorsa il presidente russo non ha escluso di fornire armamenti alla Corea del Nord. Da lì potrebbero prendere di mira le forze americane nella penisola.

 

I caccia F-16 arriveranno in Ucraina già questa estate. La Romania fornirà un sistema Patriot. Gli Usa mettono poi in chiaro che, d’accordo con i partner in attesa delle avanzate batterie antimissile come da contratti firmati, daranno priorità a Kiev. Infine l’Ue. Pur con i suoi tempi, è arrivata l’intesa sul 14esimo pacchetto di sanzioni, molto “incisivo” a detta di chi ha fatto i calcoli. Insomma, dopo mesi di melina – costati molte vite sul campo di battaglia, come evidenziato dal capo della Nato Jens Stoltenberg – pare che l’Occidente sia allo scatto di reni. “Quest’estate tutto si allineerà”, ha affermato il comandante dell’aeronautica olandese Arnoud Stallmann. Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia si sono impegnati a fornire all’Ucraina circa 80 F-16 e i primi jet sono in dirittura d’arrivo, probabilmente da Copenaghen (ma le consegne saranno scaglionate per ragioni operative nell’arco di anni).

Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia si sono impegnati a fornire all’Ucraina circa ottanta F-16. I primi jet sono in dirittura d’arrivo da Copenaghen (le consegne saranno scaglionate per ragioni operative nell’arco di anni). Il Consiglio superiore della difesa romeno “considerando il significativo deterioramento della situazione della sicurezza in Ucraina a seguito dei continui e massicci attacchi della Russia alla popolazione e alle infrastrutture civili e “le conseguenze regionali sulla sicurezza del nostro Paese”, ha deciso di “donare” un sistema Patriot a Kiev. Chiedendo però garanzie agli alleati di una futura sostituzione (Bucarest ha nel suo arsenale 4 sistemi e in quanto alleato del fronte est deve garantire la sicurezza esterna dei confini).

 

Kiev ha comunicato di aver abbattuto il caccia russo dalla tecnologia più avanzata, il Sukhoi Su-57, arma potente e fondamentale nell’offensiva di Mosca in Ucraina. E’ la prima volta dall’inizio della guerra. Un episodio che sembra confermare l’andamento delle operazioni militari ucraine con attacchi che vanno sempre più in profondità in Russia dopo lo sciame di droni che nei giorni scorsi Kiev è riuscita a spingere fino in Ossezia del Nord. Secondo gli Stati Uniti, l’offensiva militare russa intorno a Kharkiv “è in fase di stallo”, risultato questo stando alla Casa Bianca del via libera dato da Washington agli ucraini per colpire sul territorio russo utilizzando armi fornite dagli Usa. L’abbattimento del caccia russo è stato annunciato dall’intelligence militare ucraina, il Gru: “L’8 giugno, un caccia multiruolo Su-57 dello Stato aggressore è stato colpito sul territorio dell’aeroporto di Akhtubinsk, nella regione di Astrakhan, nella Federazione Russa, situato a 589 chilometri dalla linea di combattimento”, si legge in un comunicato. 

Secondo fonti russe le forze di Kiev avrebbero effettuato il primo attacco contro la Federazione con missili americani dopo l’autorizzazione concessa ufficialmente da Washington. L’obiettivo era un sistema di difesa antiaerea nella regione frontaliera di Belgorod. La notizia arriva nel giorno nel quale Mosca ha ammonito gli Stati Uniti a non commettere errori “fatali” in Ucraina. Secondo il canale Telegram russo di esperti militari Dva Majora, che conta oltre 700.000 iscritti, missili Himars americani si sono abbattuti su una postazione che dispiegava razzi S-300 e S-400. La stessa fonte ha aggiunto che non si registrano vittime tra i soldati di Mosca. Il canale ha postato anche alcune fotografie nelle quali si vedono mezzi militari in fiamme e una colonna di fumo alzarsi nel cielo. “Astra“, un altro canale russo, ha scritto che l’attacco ha danneggiato una base per le truppe e un’area di stoccaggio di armi pesanti nel distretto di Korochanskiy, sempre nella regione di Belgorod. Notizie non confermate dalle autorità di Mosca, né da quelle di Kiev. In precedenza  Vyacheslav Gladkov, il governatore di Belgorod, aveva detto che ieri una persona era morta e altre tre erano rimaste ferite nell’esplosione di un deposito di munizioni proprio nel distretto di Korochansky, ma non aveva precisato le cause.

Analisti del settore hanno sottolineato che uno dei radar presi di mira, nella regione di Orenburg, si trova molto lontano dall’Ucraina, ai confini sud-orientali del territorio russo europeo, e serve tra l’altro a prevenire possibili minacce dalla Cina. Il responsabile della Farnesina Antonio Tajani nei giorni scorsi ha aperto alla possibilità di mandare un secondo sistema Samp-T in difesa del Paese aggredito.
E’ arrivata subito la risposta russa alle autorizzazioni della Germania e Stati Uniti a colpire il territorio della Federazione russa con le armi occidentali. Il coordinatore  militare russo Sergei Lebedev ha sostenuto che sarebbe stato danneggiato  l’aeroporto militare di Stry, nella regione occidentale di Leopoli, destinato ad accogliere i caccia F-16 della Nato. Varsavia ha fatto decollare i jet militari suoi e dell’Alleanza Atlantica. E’ stato l’ultimo di una serie ormai lunga di episodi simili. Dal 24 febbraio 2022, il giorno dell’invasione russa dell’Ucraina, la Polonia ha rafforzato la difesa della sua frontiera orientale con l’Ucraina, dalla quale hanno sconfinato più volte i missili  russi. Secondo l’aeronautica ucraina, nella notte sono stati abbattuti 35 missili da crociera e 46 droni kamikaze russi. Per il ministero dell’Energia sono stati bombardati impianti energetici nelle regioni di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Donetsk, Kirovohrad e Ivano-Frankivsk.

Su “Telegram” l’Aeronautica militare di Kiev ha precisato che nella notte fra il primo e il 2 giugno Mosca ha sferrato un attacco con 25 droni kamikaze e che 24 sono stati abbattuti. I russi hanno lanciato anche due missili, un Iskander-K da crociera e un vettore guidato antiaereo S-300. I velivoli senza pilota distrutti sono stati intercettati nelle regioni di Mykolaiv, Odessa, Kherson, Kyiv, Khmelnytskyi, Dnipropetrovsk, Kirovohrad e Vinnytsia. Il missile Iskander-K è stato lanciato dalla Crimea occupata in direzione della regione di Kharkiv, nel nord-est del Paese, mentre l’S-300 è stato partito da un’area occupata della regione di Donetsk.  “Civili, infrastrutture, impianti energetici: questo è ciò contro cui la Russia è in guerra”, ha tuonato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo il quale “l’obiettivo principale della Russia è quello di normalizzare il terrore, sfruttando la mancanza di sufficienti capacità di difesa aerea. I nostri partner sanno esattamente cosa serve: ulteriori Patriot e altri moderni sistemi di difesa aerea per l’Ucraina, nonché accelerare ed espandere la fornitura di F-16 all’Ucraina”. I russi rivendicano nuove avanzate sul fronte nordorientale di Kharkiv.

Meduza, un sito di dissidenti russi riparati a Riga, riferisce l’esperienza di un abitante di Kharkiv, un dirigente di alto livello. “Gli attacchi – racconta – contro la mia città non si sono intensificati ultimamente, ma in realtà vanno avanti da mesi. Dai primi giorni dell’anno l’unica novità sono, da circa un mese le bombe aeree guidate. Finora non hanno colpito il nostro distretto di Novobavarskyi, ma una bomba aerea è caduta nel quartiere nel quale lavoro, vicino alla stazione della metropolitana di Pivdennyi Vokzal. Quella zona viene colpita regolarmente perché lì si trovano sono diverse infrastrutture importanti, una ferrovia, una zona industriale e una centrale elettrica. Siamo equidistanti da molti di questi posti. Di recente mia moglie, nostro figlio, che ha 12 anni, e io abbiamo visto un drone Shahed che ha colpito un edificio di 14 piani proprio fuori dalla nostra finestra. Era a una fermata di tram da casa nostra. Di solito sono regolarmente abbattuti, o tentano di abbatterli, anche se, a volte, possiamo sentire gli anche attacchi molto lontani. Proprio l’altro giorno, due missili Iskander hanno colpito un resort vicino a Kharkiv. Lo scoppio era così forte che probabilmente l’intera città l’ha sentito.Quando quei due Iskander hanno colpito, l’abbiamo preso come una routine. Eravamo semplicemente seduti a pranzo. E il fatto che tutto ciò sia diventato normale è davvero terrificante. Non senti il pericolo.

Secondo i nostri standard un assalto è pesante quando 10 o più missili colpiscono la città. Quando arrivano alle cinque o alle sette di mattina non ci svegliamo nemmeno. Per sopravvivere a Kharkiv oggi, devi rilassarti il ​​più possibile, solo per non interiorizzare tutto, per non iniziare a reagire a ogni suono. Di recente mi sono reso conto della tensione mentale a cui sono sottoposto. Sono andato a Kiev per una settimana per lavoro e ho soggiornato nell’appartamento vuoto e molto tranquillo di alcuni amici. C’era un filtro dell’acqua difettoso che emetteva un suono molto forte ogni pochi minuti. Quando l’ho sentito per la prima volta, ho pensato che il mio cuore si sarebbe fermato.

Non voglio lasciare la città. È semplicemente pratico restare qui in termini di alloggio e lavoro. Ma tra pochi giorni mia moglie e mio figlio partiranno per un paese dell’UE. Abbiamo preso la decisione per la sicurezza di nostro figlio, anche se lui sembra tranquillo riguardo alla situazione in città. Non lo so, forse coglie la mia calma esteriore. Gioca a pallavolo e proprio pochi giorni fa un raid ha colpito la zona industriale molto vicina al suo complesso sportivo e ci sono state vittime. Ci sono state esplosioni anche nel nostro amato Central Park: hanno colpito il cinema, la ferrovia per bambini e il campo di pallavolo nel quale di solito giochiamo io e mio figlio. Abbiamo smesso di andarci al parco, perché non ci sono posti buoni nei quali rifugiarsi.

Anche la Nato ha i suoi problemi. L’Alleanza – stando a quanto sostiene il Financial Times – sarebbe in grado al momento di fornire “meno del 5%” delle capacità di difesa aerea ritenute necessarie per proteggere i suoi membri in Europa centro-orientale da un attacco su larga scala. Il Ministro degli esteri ceco Jan Lipavskì – ricordando che i tank sovietici stroncarono la primavera cecoslovacca proprio a Praga – ha ribaltato la narrazione: Mosca ha deciso per l’escalation. “Putin, dopo l’avvio del suo nuovo mandato, si sente forte, ha decretato l’offensiva a Kharkiv e vediamo tentativi di sabotaggio in Paesi Nato, come Polonia e Regno Unito: sono certo che avverranno maggiori provocazioni di questo tipo”, ha avvisato. “Dobbiamo reagire in modo appropriato e mostrare forte impegno a difenderci”.

Praga si è impegnata sulle munizioni. La prima consegna massiccia sarà a giugno (50-100mila) pezzi, per poi procedere ogni mese fino a toccare quota 500mila entro la fine dell’anno. Sul mercato ci sono in pronta consegna “almeno” un altro milione di proiettili. Chi prima paga si accaparra i lotti. E solo 5 Paesi – su 20 della coalizione – per ora hanno trasferito i fondi necessari.

Kiev sta impiegando armi di lungo raggio di produzione nazionale o acquistate all’estero. Il 24 maggio un nugolo di droni ha crivellato l’enorme antenna radar di Armavir nella regione di Krasnodar, uno dei caposaldi della rete di allarme che avvisa i russi dell’arrivo di missili a Mosca. E’ un impianto avanzatissimo che tiene d’occhio le traiettorie dal Medio Oriente e dal Mediterraneo orientale.  Oleksandr Syrsky, il ministro responsabile delle forze armate di Kiev, su Telegram ha annunciato che i primi istruttori militari francesi arriveranno “presto” in Ucraina. “Il Ministero della Difesa, – ha precisato poi su “X” – insieme allo Stato Maggiore Generale, ha avviato il lavoro interno sui documenti rilevanti su questo tema al fine di non perdere tempo nel coordinare le questioni burocratiche quando verrà presa la decisione appropriata”.

Tre persone sono morte e sei sono state ferite nella provincia di Mykolaiv che confina con quella di Odessa. Secondo il Servizio statale per le emergenze missili russi hanno colpito una zona di 300 metri quadrati nella quale c’erano un bar, un’officina e un impianto per il lavaggio di auto. A nord, riferisce la “Ukrainska Pravda”, continua l’offensiva nella provincia di Kharkiv. Sono stati attaccati i distretti di Kholodnohirskyi e Shevchenkivskyi. Hanno subito danni due aziende che producevano dolciumi e macchine agricole.

Su Kholodnohirskyi sono state lanciate le cosiddette bombe plananti, in sigla “UMPB D- 30”, ordigni che possono essere sganciati dai jet di Mosca senza uscire dallo spazio aereo della Federazione russa. Una donna di 46 anni ha perso la vita.Il 28 maggio i caccia F – 16 saranno al centro dell’incontro fra il primo ministro belga Alexander De Croo e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj. Discuteranno, tra l’altro, del sostegno militare all’Ucraina e firmeranno anche un accordo bilaterale sulla sicurezza. “Tradotto in modo approssimativo: quali garanzie di sicurezza offre il nostro Paese all’Ucraina?”, ha detto De Croo il 27 maggio nel corso del programma televisivo “De Verkiezingstafel” su Play4.

Prima una tipografia di Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina, sette morti il 23 maggio. Poi un affollato supermercato edilizio, l’Epicentr, colpito con due bombe plananti che hanno provocato un grande incendio il 25 maggio, 16 vittime, fra le quali una ragazzina di 12 anni e la madre. Infine un terzo raid nel centro della città, 25 feriti. Fra questi secondo la Procura regionale c’è un ragazzo di 14 anni. Nelle prime ore del 10 maggio, la Russia aveva dato il via a una nuova offensiva nella provincia di Kharkiv,   lanciando all ‘attacco trentamila soldati. Secondo Zelenskyj, le forze di Mosca erano riuscite ad avanzare nella regione fino a dieci chilometri, ma erano state fermate dalla prima linea di difesa. Le autorità locali ucraine hanno anche segnalato casi di esecuzione di civili perpetrate dai soldati russi.

Kiev ha rimosso Yuriy Galushkin, il comandante della regione nordorientale, sostituendolo con il generale di brigata Mykhailo Drapaty. Nessuna spiegazione ufficiale sulla motivazione, ma il “New York Times” chiama in causa le polemiche sorte in seno alle forze armate per l’avanzata quasi senza ostacoli dei russi. L’offensiva ha portato all’occupazione di una decina di villaggi e alla fuga di quasi 6.000 civili, secondo una stima di Oleg Synegoubov, governatore della regione di Kharkiv. Il quotidiano americano cita un comandante locale, Denys Yaroslavsky, secondo il quale “non esistevano fortificazioni e campi minati” a difesa della prima linea e “il nemico è entrato liberamente”.

Oleksandr Lytvynenko, il capo del Consiglio di Sicurezza ucraino, ha rivelato in un’intervista all’agenzia di stampa “Afp” che trentamila soldati russi hanno varcato il confine settentrionale.  Il ministero della Difesa di Mosca afferma che le truppe russe continuano a rafforzare le posizioni lungo tutto il fronte, e a distruggere armamenti forniti dai Paesi occidentali all’Ucraina. Tra questi, per la prima volta, ha citato un pezzo d’artiglieria italiano, un Oto Melara M56 da 105 millimetri.

La resistenza ucraina è in affanno di fronte alla nuova offensiva russa nel nord della regione di Kharkiv. Lo confermano le stesse forze di Kiev: “La situazione si è sostanzialmente aggravata”, ha ammesso il comandante delle forze armate Alexander Syrsky, “ma la difesa sta mantenendo le posizioni”. Di tutt’altro parere è il ministero della Difesa russo che rivendica la conquista di altri quattro villaggi ucraini – Gatische, Krasnoye, Morokhovets e Oleinkovo – dopo quelli dei giorni scorsi. Le forze ucraine hanno reagito colpendo senza sosta la regione russa di Belgorod, nella quale secondo le autorità di Mosca frammenti di un missile ucraino “fornito dalla Nato” si sono abbattuti su un palazzo di 10 piani nell’omonimo capoluogo provocandone il crollo. Nove persone sono morte. I feriti sono 20. Due sono bambini. 

Artem Lysogor, capo dell’Amministrazione militare del Lugansk, ha annunciato che da lunedì 6 maggio le madri che partoriscono negli ospedali della regione dovranno dimostrare la cittadinanza russa di almeno uno dei genitori del neonato affinché quest’ultimo possa essere dimesso dall’ospedale. La disposizione viola l’Articolo 2 della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio.

Kiev avrebbe già cominciato a usare i missili balistici statunitensi Atacams. Il ministero della difesa della Federazione russa sul suo canale Telegram ha pubblicato la notizia che quattro Atacams sono stati abbattuti in Crimea. Grant Shapps, il ministro della difesa del Regno Unito, ha rivelato che il suo Paese, la Francia e l’Italia hanno fornito agli ucraini anche i missili Storm Shadow che sono in grado di colpire un obiettivo anche a 250 chilometri dal punto di lancio, ossia all’interno del territorio russo.

Diciassette morti a Chernihiv e sessanta feriti il 23 aprile. La città dell’Ucraina è stata colpita da tre missili Iskander russi. “Questa mattina in Ucraina – ha detto il presidente Volodymyr Zelenski partecipando in videoconferenza al vertice dell’Unione Europea – è cominciato un altro attacco terroristico russo. Hanno colpito la nostra città di Chernihiv. Missili da crociera contro edifici civili. Molte case e un ospedale sono stati danneggiati, un albergo è stato completamente distrutto. C’erano persone sotto le macerie. In totale, più di 60 sono rimaste ferite, compresi i bambini. Purtroppo, 17 sono state uccise.

 Gli aerei di Mosca hanno cominciato a sganciare anche bombe Kab, più di mille nel solo mese di marzo, 3500 in tutto il 2024, 16 volte la quantità usata nel 2023. Le Kab sono munite di un paio di pinne che consentono loro di planare nell’aria per decine di chilometri senza perdere di vista il bersaglio finale e quindi possono essere lanciate anche all’esterno dello spazio aereo ucraino. Le loro testate da 250 o da 500 chili fanno crollare un palazzo intero. La città nell’occhio del ciclone ora è Kharkiv, ad appena trenta chilometri dal confine con la Russia. Ogni notte viene colpita con bombe Kab e con droni progettati in Iran. In cinque regioni dell’est l’elettricità è fornita solo per poche ore al giorno. Una donna è stata uccisa a Kupyansk, nella regione di Kharkiv, nella notte del 6 aprile da una Kab lanciata su un quartiere residenziale. Tre persone hanno perso la vita nella Prefettura di Zaporizhzhia.

Gli ucraini (nella foto due militari di Kiev in prima linea) hanno lanciato un drone contro un camion parcheggiato vicino alla mensa della gigantesca centrale nucleare di Zaporizhzhia. Rafael Grossi, il direttore dell’Agenzia internazionale dell’Onu per l’energia atomica, ha esortato “ad astenersi da azioni che contraddicono i 5 principi dell’Aiea e che mettono a repentaglio la sicurezza nucleare”. Decine di droni sono stati intercettati nelle regioni russe di confine. Vicino a Belgorod i frammenti di un velivolo abbattuto hanno ucciso una donna e ferito 4 persone, fra queste due bambini. Mosca dichiara di aver distrutto un magazzino di droni marini – vero e proprio incubo della Flotta russa – “forniti dalla Nato”. Washington ritiene che la Cina stia intensificando il suo sostegno alla Russia fornendo a Mosca immagini satellitari.

In questo cupo scenario Zelensky ha licenziato Serhii Shefir, il suo primo consigliere, nominato il 21 maggio del 2019, e due vice del suo capo di gabinetto Andriy Yermak. Appena pochi giorni fa era stato silurato uno degli uomini più potenti di Kiev, il capo del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale Oleksiy Danilov. Prima ancora, e con molto più rumore, aveva ricevuto il benservito di Zelensky il capo delle forze armate Valery Zaluzhny. Il generale, non più allineato con la narrativa presidenziale su una vittoria totale a portata di mano, aveva pagato il fallimento della controffensiva contro i russi lanciata nella primavera scorsa.

I soldati ucraini posizionati ad Avdiivka hanno dichiarato che prima della caduta della città la Russia aveva cambiato tattica. Invece di far avanzare colonne di veicoli armati, le forze di Mosca hanno iniziato a inviare ondate di piccoli gruppi di fanteria per impegnare le forze ucraine da vicino. Kiev ha dovuto aumentare di cinque volte le munizioni per rallentarne l’avanzata. I leader militari hanno ordinato alle unità di sparare solo contro obiettivi precisi. L’Ucraina perde combattenti perché non può fornire alla fanteria un fuoco di copertura.

Kiev ha colpito un’altra nave russa nel Mar Nero. Il bilancio dell’attacco al pattugliatore russo ‘Sergey Kotov’ è di almeno 7 morti e diversi feriti, ha annunciato il portavoce delle forze navali ucraine, Dmytro Pletenchuk. La maggior parte dell’equipaggio, circa 50 persone, è riuscita a mettersi in salvo. L’attacco è stato compiuto con droni marini Magura V5, “la nave ha subito danni ad entrambi i lati di poppa”. Quest’anno l’Ucraina produrrà due milioni di droni, ha annunciato la vice ministra per le Industrie strategiche, Hanna Gvozdyar.

“Dobbiamo essere sostituiti da qualcuno – ribadisce un ufficiale di Kiev – se qualcuno non le sostituisce, il morale della truppe scenderà ancora, si ammaleranno, verranno loro i geloni”. Fa riferimento al fatto che con le condizioni proibitive invernali, le unità di fanteria dovrebbero ruotare ogni tre giorni. Per la mancanza di personale i periodi al fronte si allungano, arrivano fino a 5, anche a 10 giorni, spiega Serhiy, un altro ufficiale superiore, e così cresce la stanchezza fisica e mentale dei militari creando di conseguenza  maggiori possibilità per la Russia di spezzare il fronte. Syrsky, già comandante dell’esercito, arriva al vertice delle forze armate in questo clima. Nella primavera del 2022 ha condotto in maniera brillante le operazioni per la liberazione di Kiev e di Karkhiv assediate dai russi. Il nuovo numero uno delle Forze Armate di Kiev è in piena sintonia con il presidente. I suoi sottoposti gli rimproverano di non curarsi delle perdite di uomini sul campo di battaglia. “Il 2024 – ha detto Zelensky – ci darà il successo solo se ci saranno cambiamenti incisivi”. Zaluzhny era convinto che fosse necessaria una riforma drastica delle Forze armate, che occorressero più tecnologia, una capacità industriale autonoma e un addestramento migliore. In altre parole, tempi lunghi. Per queste ragioni aveva chiesto una mobilitazione di mezzo milione di coscritti. Il punto di partenza per tutti è il fallimento sostanziale della controffensiva che avrebbe dovuto riconquistare Mariupol e spingersi fino alla Crimea e che invece si è di fatto arenata sui bastioni russi della “Linea Surovikin”. Zelensky attribuisce ogni responsabilità a Zaluzhny. Nell’autunno del 2022 il numero uno delle Forze armate era contrario alla resistenza a ogni costo a Bakhmut e si scontrò proprio con Syrsky che nell’occasione fu spalleggiato da Zelensky. Un contrasto simile si è verificato sull’assedio russo a Avdiivka.

Quindici persone sono morte in una panetteria di Lisichansk nella regione di Lugansk occupata dai russi nell’Ucraina orientale fin dall’inizio dell’invasione. L’avrebbe colpita e distrutta un missile Himars fornito a Kiev dagli Stati Uniti. Il 3 febbraio a Mosca una ventina di giornalisti di testate russe e straniere è stata fermata e rilasciata dopo qualche ora. Gli uomini dei mass media avevano cercato di raccontare una piccola manifestazione di mogli di soldati mobilitati per il conflitto in Ucraina che chiedono il ritorno a casa dei mariti. Da settimane un gruppetto di mogli dei soldati si ritrova vicino al Cremlino e depone fiori sulla tomba del Milite Ignoto. In occasione del 500esimo giorno dalla mobilitazione militare parziale decretata dal presidente nel settembre del 2022, alcuni personaggi dell’opposizione, compresi membri dello staff di Aleksei Navalny, avevano fatto appello perché la popolazione sostenesse le iniziative delle mogli dei soldati. Secondo un giornalista della Afp che era tra i fermati, al raduno hanno partecipato una quarantina di donne. Ma gli agenti sono intervenuti soprattutto contro i reporter. Secondo Ovd-info, una Organizzazione non governativa che registra le attività dell’opposizione e fornisce assistenza legale, davanti alla tomba del Milite Ignoto sono state fermate in tutto 27 persone, fra le quali 20 giornalisti (rilasciati dopo alcune ore). Successivamente altre 7 persone sono state prese in custodia sulla vicina Via Ilyinka, dove si erano spostate per continuare a protestare davanti alla sede del comitato elettorale di Putin.

Un’orgia di fuoco russo si è abbattuta su Kharkiv la mattina del 23 gennaio uccidendo 15 persone nell’area del capoluogo, tre nella regione di Kherson e uno in quella di Dnipro. A Kharkiv è morta una bimba di 9 anni che era in casa con la mamma. Il giorno dopo Mosca ha attribuito al fuoco ucraino l’abbattimento nella regione di Belgorod di un velivolo Ilyushin 76 a bordo del quale c’erano 65 prigionieri di guerra di Kiev che avrebbero dovuto essere scambiati con altrettanti militari russi catturati dagli ucraini. Con loro hanno perso la vita i 6 componenti dell’equipaggio e tre accompagnatori.

“La Federazione Russa ha colpito per la prima volta il territorio dell’Ucraina con missili ricevuti dalla Corea del Nord”, ha denunciato Mykhailo Podolyak. Il 30 dicembre 2023 sono atterrati in aree disabitate della Prefettura di Zaporizhzhia e il 2 gennaio in un raid notturno che è stato fatale a 5 civili. Secondo gli 007 della Corea del sud Kim Jong – un, il dittatore della Corea del nord, ha fornito più di un milione di testate esplosive alla Russia.

La Russia ha più che raddoppiato la produzione di missili balistici e da crociera, portandola a circa 100 al mese. E ha cominciato a produrre la propria versione di droni Shahed (martire ndr.) iraniani.  Gli ucraini sono tornati a prendere di mira la regione russa di Belgorod, costringendo le autorità a ordinare l’evacuazione della popolazione. “Tutti coloro che vogliono andare in zone sicure al riparo dagli attacchi verranno aiutati. Siamo pronti a trasportarvi a Stary Oskol e Gubkin (località più lontane dal confine), dove vi troverete in condizioni confortevoli, in stanze calde e sicure»”, ha annunciato il governatore Vyacheslav Gladkov, rivolgendosi gli oltre 300.000 abitanti della sua città.

Nella notte del 28 dicembre 2023 è scattato l’attacco russo più massiccio da quando è cominciata la guerra. Centocinquantotto missili e droni hanno colpito le città ucraine uccidendo 40 persone e ferendone 160. Nella sola capitale le vittime sono 16.  Mosca sostiene di aver colpito “obiettivi militari”. Le vittime sono state 9 a Zaporizhzhia, 6 a Dnipro, 5 a Odessa, 3 a Kharkiv e 1 a Leopoli. Circa 11 persone sono ancora in cura nelle strutture mediche di Odessa, tra le quali due bambini, uno di sei e uno di otto anni. Un missile ha attraversato per tre minuti lo spazio aereo della Polonia. Il presidente russo ha autorizzato l’uso di ordigni hi tech che valevano un miliardo di dollari. Fra questi i missili ipersonici e i “droni neri” in fibra di carbonio.

La controffensiva ucraina si è fermata. (nella foto due artiglieri ucraini). I militari ucraini hanno chiesto di mobilitare mezzo milione di uomini per rimpiazzare i caduti e per dare il cambio a chi sta combattendo dall’inizio dell’invasione russa . Il 26 dicembre il governo ucraino ha presentato al Parlamento una proposta di legge che abbassa l’età della leva da 27 a 25 anni. La chiamata alle armi arriverà per email oppure attraverso il datore di lavoro. Non saranno esentati neppure i disabili. I lavoratori emigrati all’estero dovranno andare nei consolati e registrarsi per il servizio militare. A chi si sottrarrà all’obbligo verrà ritirato il passaporto. Il costo della guerra in vite umane perdute è alto. Il Pentagono stima che i caduti e i feriti siano almeno 120 mila, un decimo degli effettivi. I reclutatori hanno cominciato a rastrellare civili nelle strade. Anche chi aveva problemi medici non ha potuto opporsi. Si sono moltiplicati i casi di corruzione e Zelensky è stato costretto a rimuovere tutti i responsabili degli arruolamenti. In marzo incontrando il presidente cinese Xi Jinping Vladimir Putin ha detto che il Paese si prepara combattere per i prossimi cinque anni.