Cominciamo con un doveroso ringraziamento alla coppia Fazio-Littizzetto: per aver liberato il palco dell’Ariston dopo anni di occupazione costati un clamoroso calo di ascolti, vendite e linguaggio.
Rispetto a loro la semplicità, ma soprattutto l’umiltà di Carlo Conti rappresentano una vera e propria rivoluzione. In realtà l’uomo simbolo di Raiuno si limita a riportare il Festival di Sanremo nella sua dimensione naturale. Uno spettacolo nazionalpopolare fondato sulla musica, il brivido dell’eliminazione come ai vecchi tempi, canzoni e ospiti rivolti all’italiano medio. Il conduttore conosce perfettamente i gusti della maggior parte del pubblico, li coltiva da anni con trasmissioni di successo come “I migliori anni” o “Tale e quale”, li sa intercettare e talvolta ha anche il potere di educarli. Ma sempre con intelligenza e senso della misura, senza smanie di protagonismo nè la presunzione di discernere sui massimi sistemi.
Al contrario, da Sanremo arriva un inno alle cose semplici di tutti i giorni e all’amore, alla famiglia. Sul palco sfilano padre, madre e 16 figli venuti da Catanzaro che si definiscono il frutto della Divina Provvidenza, Gianluca Grignani reduce da un passato molto difficile che cerca la pace con se stesso cantando un testo dedicato al Papa, Al Bano e Romina di nuovo insieme 24 anni dopo anche se un bacio in pubblico diventa più imbarazzante del previsto, i meravigliosi fiori di Sanremo offerti con antica galanteria, giochi di luce per una scenografia imponente eppure intima, Grazia e Mauro che attraverso l’indefinito essere arrivano direttamente al cuore, il sorriso tranquillo del medico guarito dal virus Ebola, la rinnovata serenità di Tiziano Ferro da quando è riuscito a guarire le ferite dell’anima.
Immagini calde, rassicuranti, il rifugio ideale in questi tempi di crisi economica e umana. Domani sapremo dall’Auditel se sono bastate a riconciliare gli italiani con il Festival oppure no. Nel frattempo ho visto uno stile più raffinato del solito anche nell’abbigliamento, non solo nel comportamento, a partire dall’abito rosso fuoco di Rocio. E sentito due interpretazioni notevoli, dalla coppia Di Michele-Platinette e da Malika Ayane.
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