In attesa di conoscere la canzone regina, non c’è dubbio che il vero vincitore di Sanremo sia Carlo Conti. Accolto con scetticismo, per usare un eufemismo, è rimasto impassibile sotto il fuoco incrociato dei nemici che hanno cercato in ogni modo di screditarlo professionalmente e talvolta di colpirlo anche sul piano umano. Non ricordo tanta severità nei confronti di Fazio e della Littizzetto, purtroppo. E dico purtroppo perchè usare sempre lo stesso metro di giudizio renderebbe più credibile tutta la categoria (nostra).
Ma tant’è. Conti, detto “cuore di pietra” per la freddezza con cui si gestisce sul palcoscenico, in realtà ha debolezze come tutti i comuni mortali e chi lo conosce sa con quanta sensibilità affronta le situazioni della vita, da quelle personali all’impegno in svariate iniziative di solidarietà. Anche il suo primo Festival gli è costato molto più di quanto non sembri, ci sono stati momenti difficili e delusioni che ufficialmente non confesserà mai: per esempio l’intervento greve di Siani la prima serata o le condizioni imbarazzanti in cui si è presentata Gianna Nannini.
Per sua fortuna Carlo può contare su doti naturali straordinarie, ancor più straordinarie nel mondo dello spettacolo: semplicità, umiltà, consapevolezza dei propri limiti. “Io so dove non potrò mai arrivare, a certi obiettivi non penso nemmeno. Mi concentro su quelli che posso raggiungere e lavoro tutti i giorni per migliorarmi” ripete ogni volta che parla della sua carriera. Un passo alla volta, nella professione come nella vita privata. Prima la radio poi trent’anni di gavetta in tv, matrimonio a 50, un figlio subito dopo (e un altro in arrivo stando ai rumors sanremesi), il Festival nella fase della piena maturità artistica.
E il bello è che invece di lasciarsi intimorire da tanto livore, Conti è cresciuto con il passare delle serate mostrandosi sempre più sicuro di sè, spigliato anche con gli ospiti eccellenti, sparring partner ideale dei comici quando finalmente sono arrivati quelli veri, Virginia Raffaele e Giorgio Panariello. L’uomo giusto al posto giusto, per fare le cose che sa fare e che evidentemente piacciono agli italiani. Come confermano i numeri di questa edizione record.
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