Genitori e insegnanti si lamentano spesso di quanto i ragazzi tendano a perdere la concentrazione quando lavorano su un unico compito. Che sia durante lo studio, a casa o in classe, l’attenzione dei giovani è tanto difficile da catturare, quanto da tenere viva. È importante sapere come è strutturata la mente dei più piccoli, come ha spiegato all'incontro del 26 febbraio alla Scuola Genitori di Milano il neurobiologo Alberto Oliverio, uno dei maggiori esperti italiani sul tema, autore di 'Neuropedagogia: cervello, esperienza, apprendimento'.
L’ATTENZIONE CAMBIA IN BASE ALL’ETÀ
Le modalità di attenzione dei bambini cambiano in base all'età. I più piccoli si stancano in fretta e non sono in grado di svolgere due attività contemporaneamente. Attorno ai 6, 7 anni il tempo massimo di concentrazione è di 15 minuti, a 15-16 anni invece si arriva a 30, 45 minuti. I bambini, tipicamente vivaci e svegli, nonostante sappiano elaborare soluzioni anche complesse per risolvere un problema, devono fare i conti con le caratteristiche strutturali della loro mente. Le prestazioni e le richieste che si fanno al cervello di un bimbo quindi non possono essere le stesse di un adulto o di un ragazzo più grande.
IL CERVELLO DEGLI ADOLESCENTI
Lo stesso vale per gli adolescenti. A lungo si è pensato che il cervello umano raggiungesse il massimo sviluppo nel periodo dell’adolescenza e per questo motivo una persona potesse essere ritenuta matura a quell’età. Nell'ultimo decennio, invece, come racconta il dottor Alberto Oliverio, la neurofisiologia e le neuroscienze hanno mostrato che durante l'adolescenza il cervello attraversa delle fasi molto importanti della sua evoluzione, per cui le sue funzioni sono diverse da quelle di un cervello adulto. Questo dimostra gli alti e bassi caratteriali tipici di questa fase della vita.
L’ATTIVITÀ FISICA AIUTA
Come aumentare il livello di concentrazione? Con lo sport. Diversi studi infatti dimostrano che dopo 30 minuti di attività fisica aerobica migliora la capacità di concentrazione. Tra questi una ricerca effettuata su 2000 ragazzi delle scuole primarie di Los Angeles ai quali venne chiesto di correre 1 chilometro e mezzo prima di rispondere ad alcuni test d’intelligenza. Chi ha impiegato meno tempo è stato anche in grado di ottenere importanti risultati ai test, mostrando come le prestazioni intellettuali siano migliori in chi è allenato al movimento. Ecco quindi che questa constatazione può essere utile come vera e propria strategia pedagogica: anticipare la lezione di educazione fisica all’inizio della giornata può aiutare a mantenere poi l’attenzione dei bambini durante le altre ore di insegnamento.
Giovedì 21 Novembre 2024
ArchivioPerché per i giovani è così difficile mantenere la concentrazione?