Ferrara, 13 febbraio 2017 - La Città della Prevenzione è un progetto dell’università di Ferrara che ha coinvolto finora dodicimila persone, di questi il 7 per cento hanno scoperto di essere a rischio per il cuore e si stanno curando, un altro 22% ha valori limite e inzia un ciclo di controlli salvavita. Ne parliamo con il cardiologo universitario Roberto Ferrari, che è l’anima dell’iniziativa.
Questa campagna è diventata un punto di riferimento a livello nazionale, in che modo? "L’ho presentata al congresso della società europea di Cardiologia a Roma e ho raccolto grandi manifestazioni di interesse. Il progetto Ferrara Città della Prevenzione sarà esteso alle categorie lavorative, alle scuole, agli anziani. E non solo a tutela del cuore. Stiamo già lavorando per creare un passaporto del benessere con carte del rischio per le malattie metaboliche, reumatiche, prevenzione tumori, malattie respiratorie".
Un centro di Ateneo per la prevenzione: è il primo caso al mondo
Dalla teoria alla pratica... "Nel nostro centro, proprio davanti al palazzo dei Diamanti, nel cuore della città di Ferrara, abbiamo allestito una cucina dimostrativa, con gli chef che insegnano ricette funzionali secondo il binomio alimentazione e benessere. Promuoviamo gruppi per incrementare l’attività fisica, passeggiate e corse. Abbiamo postazioni per calcolare la carta del rischio cardiovascolare. E in più, primo caso al mondo, si è deciso di creare un centro di Ateneo per la prevenzione e si è varata la prima facoltà in Italia di Medicina, Farmacia e Prevenzione che guarda avanti. Fa prevenzione il chimico che progetta sensori per la purezza dell’ambiente o rende la plastica immune. Fa prevenzione la fisica quando inventa fibre per energie pulite per il fotovoltaico. Ed è prevenzione anche l’architettura razionale quando progetta una città finalizzata al benessere".
E lo screening? "Siamo partiti da fatti concreti, calcolando la carta del rischio cardiovascolare nelle persone che arrivano alla nostra osservazione, secondo le linee guida internazionali".
Scopo delle misurazioni? "Ormai è dimostrato che individui che hanno geneticamente bassi valori di pressione e basso colesterolo non sviluppano malattie cardiovascolari. Se riuscissimo ad abbassare la pressione arteriosa di 10 millimetri di mercurio e il colesterolo anche di poco potremmo evitare il 90% delle patologie a carico del cuore".
Insomma veicolate messaggi positivi senza spaventare... "Ma tutto questo va fatto in giovane età perché parliamo di inconvenienti che hanno una lunga incubazione: da qui l’importanza del progetto che punta a garantire ai cittadini il benessere iniziando dalle scuole".
Perché nasce a Ferrara? "Perché una città con 133mila abitanti presenta un territorio ideale per dare respiro a questa iniziativa. Qui si gira ancora in bicicletta e si mangiano frutta e verdura di stagione prese al mercato".
Il 40% delle neoplasie si può evitare adottando corretti stili di vita
E la prevenzione dei tumori? "Partiamo dal fatto che il 40% delle neoplasie si può evitare adottando corretti stili di vita: non fumare, seguire la dieta mediterranea, combattere la sedentarietà e l’eccessivo consumo di alcol, sottoporsi alle vaccinazioni. Per questo, con la fondazione Insieme contro il cancro partner della campagna, da tempo abbiamo sposato il concetto della medicina dei sani".
Su cosa fate leva? "Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio più noto, ma anche la sedentarietà visto che il 40% degli italiani infatti non pratica attività fisica e solo il 20% dei cittadini segue la dieta mediterranea considerata la più salutare. Ferrara Città della Prevenzione è un esperimento, speriamo sia presto esportato".