Roma, 29 gennaio 2018 - Troppi antibiotici, prescritti male e assunti ancora peggio. Il risultato è il drammatico fenomeno dell'antibioticoresistenza, su cui l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha oggi lanciato un allarme. Per colpa dell'uso indiscriminato e maldestro degli antibiotici, scrive l'oms, I batteri e i virus sono sempre più resistenti e tenaci e scoprire nuove cure è sempre più complicato. Tramite i dati raccolti dal nuovo sistema globale di sorveglianza antimicrobica (Glass), l'Oms inquadra più di 500mila casi di infezioni in 22 paesi. Il quadro è ancora più drammatico se si pensa che al campionamento hanno partecipato solo 22 paesi.
"Il rapporto conferma la situazione grave della resistenza agli antibiotici nel mondo", dichiara il direttore del Segretariato antimicrobico dell'Oms Marc Sprenger. E, aggiunge, "la cosa più pericolosa di tutte è che i patogeni non rispettano i confini nazionali. Questo è il motivo per il quale l'Oms sta incoraggiando tutti i paesi a mettere in campo un buon sistema di sorveglianza per rilevare la resistenza agli antibiotici e che possa fornire dati a questo sistema globale". Nel video postato dall'Oms (Who in inglese) su Twitter si legge che: "l'antibioticoresistenza porta a infezioni incurabili che possono uccidere chiunque e ovunque" e che "senza un'azione rapida andremo incontro a un futuro dove infezioni minori e piccole ferite potranno nuovamente uccidere".
High levels of #AntibioticResistance found worldwide, new data shows https://t.co/rxMjCf34sA #StopSuperbugs pic.twitter.com/cr8e3hFKBv
— WHO (@WHO) 29 gennaio 2018
I BATTERI PIU' RESISTENTI - Secondo il rapporto dell'Oms, i batteri più comunemente riportati sono Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Staphylococcus aureus e Streptococcus pneumoniae, seguiti dalla Salmonella. Tra i pazienti con sospetta infezione del flusso sanguigno, la percentuale di batteri resistenti ad almeno uno degli antibiotici più comunemente utilizzati varia enormemente tra i diversi paesi, da zero all'82%. La resistenza alla penicillina - la medicina usata per decenni in tutto il mondo per trattare la polmonite - varia da zero al 51% tra i paesi segnalanti. Tra l'8% e il 65% di E.coli associato a infezioni del tratto urinario presentano una resistenza alla ciprofloxacina, antibiotico comunemente usato per trattare questa infezione.
Most commonly reported resistant bacteria -E coli (Causes serious food poisoning) -K pneumoniae (Causes pneumonia & other infections) -S aureus (Causes infections in health facilities) -Streptococcus pneumoniae (Causes pneumonia, meningitis) -Salmonella (Causes foodborne illness) pic.twitter.com/brTS9913jc
— WHO (@WHO) 29 gennaio 2018
LA SITUAZIONE IN ITALIA - Per quanto riguarda il nostro paese, i dati raccolti dalla sorveglianza sull'antibiotico-resistenza dell'Istituto superiore di sanità (Ar-Iss) indicano che in Italia la resistenza agli antibiotici, per le specie batteriche sotto sorveglianza, si mantiene tra le più elevate in Europa. In Italia il nemico pubblico numero uno è la specie batterica Klebsiella pneumoniae, un microrganismo che, oltre a batteriemie, causa anche infezioni urinarie e polmoniti. E' resistente a quasi tutti gli antibiotici disponibili, inclusi carbapenemi e colistina. La percentuale di resistenza a questa classe di antibiotici in K. pneumoniae è pari al 34%, una delle percentuali più alte d'Europa insieme a quella di Grecia e Romania. La Klebsiella è la principale responsabile delle infezioni nelle strutture sanitarie e l'Oms l'ha classificata tra i batteri critici ad altissima priorità per lo sviluppo di nuovi antibiotici. Dai dati emergono circa 2000 casi di batteriemie l'anno nel nostro Paese, maggiormente in pazienti di età compresa tra 65 e 80 anni, ricoverati in unità di terapia intensiva ma anche in reparti medici e chirurgici. Il rimedio più efficace anche in questo caso è prevenire lavandosi le mani, con acqua e sapone che rimangono i nostri migliori alleati.