Mercoledì 17 Luglio 2024

Pinguino imperatore, è allarme. Sta sparendo e non si sa perché

Una delle icone dell'Antartide sembra in pericolo: la più grande colonia di pinguino imperatore rischia infatti di scomparire

Due esemplari di pinguino imperatore (Foto: Mario_Hoppmann/iStock)

Due esemplari di pinguino imperatore (Foto: Mario_Hoppmann/iStock)

Allarme rosso per il gigantesco pinguino imperatore: la più grande colonia del mondo, che negli anni Ottanta contava circa 2 milioni di membri, sta drammaticamente scomparendo e gli scienziati non sanno spiegare il perché. Sull'île aux Cochons, che appartiene all'arcipelago sub-antartico delle Crotez, erano infatti presenti 500mila coppie riproduttive, che oggi sono diventate appena 60mila. LA CONTA DEI PINGUINI Per il loro studio, gli scienziati del Chizé Centre for Biological Studies (CNRS) hanno incrociato i dati forniti dai satelliti ad alta risoluzione dal 2005 a oggi con le immagini raccolte da elicotteri e sonde dal 1982 al 1988. Analizzando i contorni dell'isola e i cambiamenti della vegetazione, il team è stato così in grado di quantificare come sono cambiati i numeri degli imperatori dal 1982, ultimo anno in cui il suolo dell'île aux Cochons ha ospitato una spedizione umana. SEMPRE DI MENO Mettendo insieme i vari pezzi, l'equipe ha concluso che la colonia, nota a partire dagli anni Sessanta, ha perso l'88% della sua popolazione. Il che equivale a un terzo di tutti gli imperatori che popolano l’Antartide. Il declino non appare però giustificato da nessuna causa evidente, soprattutto alla luce del fatto che altre colonie più piccole ma geograficamente poco distanti non hanno subito le stesse perdite. Per tale ragione, i ricercatori sono inclini a puntare il dito contro qualche fenomeno locale (insomma, questa volta: niente global warming), come ad esempio un epidemia veicolata dalle zecche o l'eccessiva diffusione qualche predatore non autoctono. DESTINAZIONE ÎLE AUX COCHONS Per capire come arginare il problema, che mette a rischio la più grande specie di pinguino vivente, appare dunque inevitabile una nuova missione sul campo, a quasi quarant'anni di distanza dall'ultima. "La causa del massiccio declino della colonia rimane un mistero, che deve essere risolto", hanno scritto i ricercatori nel loro articolo. "Anche se il declino è iniziato almeno 20 anni fa non sembra arrestarsi e le sue cause potrebbero essere ancora attive". La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Antarctic Science.