Giovedì 21 Novembre 2024

"Animali diventino soggetti di natura giuridica, mai più oggetti"

Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, valuta positivamente le audizioni in Commissione Giustizia della Camera

Cane in una foto L.Gallitto

Cane in una foto L.Gallitto

Roma, 1 dicembre 2017 - "E' positivo che prosegua con il dovuto approfondimento l'iter delle proposte di legge, otto a mia firma, incardinate in commissione Giustizia, recanti modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale, e altre disposizioni in materia di tutela degli animali. Su questi temi il Paese ha bisogno di una legislazione più moderna e adeguata alla nuova e diversa sensibilità della nostra società". Lo ha detto l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, commentando le audizioni di giuristi ed esperti svolte ieri dalla commissione, che auspicano, per gli animali, il passaggio dallo status di semplici oggetti ad una forma di soggettività giuridica.

Francesca Rescigno, docente di istituzioni di diritto pubblico all'Università di Bologna, ha sottolineato, come "punto centrale", che "manca ancora un riferimento alla soggettività animale", mentre "la revisione costituzionale potrebbe inaugurare una fase nuova nei rapporti tra uomo e animale" sulla strada già battuta, in Europa, da Svizzera, Austria e Germania. Tra le urgenze evidenziate dalla professoressa, l'introduzione del reato di zooerastia e quello di divulgazione online di filmati che riprendono violenze su animali, una migliore specificazione del reato di maltrattamento, una disciplina chiara e uniforme dell'accesso degli animali a luoghi pubblici e aperti al pubblico per superare il "far West" attuale.

"Mi piacerebbe - ha concluso la giurista - che molti spunti contenuti in queste proposte possano essere riunite in un progetto organico, da trasformare in legge magari nella prossima legislatura". Sugli aspetti civilistici si è soffermato Antonio Palmieri, professore di diritto privato all'Università del Molise, che ha definito "dirompente" l'effetto dell'art.13 del Trattato di Lisbona (2007): "Gli animali non possono essere più riguardati come res, come cose tra le cose, ma come esseri senzienti". Il che significa, secondo Palmieri, che vanno protetti, attraverso la legislazione penale, dalle condotte umane, commissive ed omissive, ma anche - e qui, a proposito degli animali d'affezione, interviene il diritto civile - "in ragione della relazione affettiva instaurata con l'uomo". Sotto questo aspetto l'obiettivo della riforma dovrebbe essere proprio introduzione di un vero e proprio statuto giuridico dell'"animale d'affezione".

In effetti la relazione tra le persone e gli animali da compagnia ha già una rilevanza giuridica nel nostro sistema, sia pure attraverso riconoscimenti "episodici e disorganici" da parte del legislatore, e nei Tribunali, dove la magistratura svolge "un ruolo di supplenza" superando "carenze e lacune" delle norme, ormai percepite come tali dalla nuova sensibilità etico-giuridica della società. Nella stessa seduta sono stati auditi anche la psicologa Camilla Pagani, ricercatrice presso l'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, e Carlo Consiglio, già professore di zoologia all'Università "La Sapienza" di Roma.  [email protected]