Roma, 18 febbraio 2018 – I volontari delle Sezioni Enpa di Catania e Adrano (Catania), in collaborazione con la Sezione di Agrigento, sono intervenuti a Sciacca (ieri pomeriggio), nel luogo dove una trentina di cani sono morti per avvelenamento. Sul posto, un'area di capannoni dismessi, i volontari hanno trovato rifiuti, materiale di risulta - tra cui il pericolosissimo Eternit - e, putroppo, altre esche avvelenate. Per questo, al momento, l'emergenza principale è rappresentata da una ventina di cani che, stando alle informazioni raccolte da Enpa, sono soliti frequentare i capannoni e che ancora mancano all'appello; alcuni animali sono stati intravisti dai volontari ma non è stato possibile metterli in sicurezza. L'area è stata posta sotto sequestro dai carabinieri, presenti in loco insieme alla Polizia municipale, tuttavia poco o nulla è dato sapere sia sull'inizo delle operazioni di bonifica previste per legge sia sugli interventi di recupero dei randagi sopravvissuti, scrive Enpa in una nota.
«Purtroppo non ci è stata data alcuna informazione al riguardo. L'amministrazione comunale - spiega Cataldo Paradiso, presidente dell'Enpa di Catania - è assente e, a parte qualche frase di circostanza, continua a fare poco o nulla per tutelare l'incolumità dei suoi cittadini a quattro zampe, contravvenendo così agli obblighi imposti dalla legge».
Secondo la normativa, infatti, il sindaco non solo è responsabile per i randagi e gli altri animali vaganti sul suo territorio - responsabilità che naturalmente comprende la tutela della loro incolumità - ma in caso di ritrovamento di esche avvelenate deve attivare la procedura prevista dalla normativa. Che prevede, appunto, la bonifica dell'area interessata. Tuttavia, sembra proprio che a Sciacca, ciò non sia accaduto e che nulla venga fatto per porre rimedio a tale inadempienza. Una inadempienza ancora più grave poiché, purtroppo, nella città siciliana gli avvelenamenti rappresentano una triste e consolidata realtà. Contro cui evidentemente non si è agito come si sarebbe dovuto, insiste la Protezione animali.
«Chiediamo alle autorità e alle istituzioni di intervenire con la massima urgenza, ciascuna per le proprie competenze. Se a fronte di tali inadempienze, nelle prossime ore altri cani dovessero perdere la vita per i bocconi avvelenati riterremo il sindaco personalmente responsabile di queste morti. Alla magistratura il compito di individuare e punire sia gli autori materiali di questo gesto criminale, sia le istituzioni che lo hanno permesso grazie alla loro inerzia. Ai cittadini - conclude Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa - il diritto/dovere di pretendere che gli amministratori pubblici rispettino la legge e tengano fede ai propri impegni», conclude la nota dell'Enpa. [email protected]