Giovedì 26 Dicembre 2024

Strage di cani a Sciacca. Enpa: "Perché il Comune non bonifica l'area?"

La Protezione animali interviene duramente contro l'amministrazione accusata di non varare interventi specifici dopo la morte di trenta cani randagi. Altri 20 mancano all'appello

Cane in una foto di repertorio L.Gallitto

Roma, 18 febbraio 2018 – I volontari delle Sezioni Enpa di Catania e Adrano (Catania), in collaborazione con la Sezione di Agrigento, sono intervenuti a Sciacca (ieri pomeriggio), nel luogo dove una trentina di cani sono morti per avvelenamento. Sul posto, un'area di capannoni dismessi, i volontari hanno trovato rifiuti, materiale di risulta - tra cui il pericolosissimo Eternit - e, putroppo, altre esche avvelenate. Per questo, al momento, l'emergenza principale è rappresentata da una ventina di cani che, stando alle informazioni raccolte da Enpa, sono soliti frequentare i capannoni e che ancora mancano all'appello; alcuni animali sono stati intravisti dai volontari ma non è stato possibile metterli in sicurezza. L'area è stata posta sotto sequestro dai carabinieri, presenti in loco insieme alla Polizia municipale, tuttavia poco o nulla è dato sapere sia sull'inizo delle operazioni di bonifica  previste per legge sia sugli interventi di recupero dei randagi sopravvissuti, scrive Enpa in una nota.

«Purtroppo non ci è stata data alcuna informazione al riguardo. L'amministrazione comunale - spiega Cataldo Paradiso, presidente dell'Enpa di Catania - è assente e, a parte qualche frase di circostanza, continua a fare poco o nulla per tutelare l'incolumità dei suoi cittadini a quattro zampe, contravvenendo così agli obblighi imposti dalla legge».

Secondo la normativa, infatti, il sindaco non solo è responsabile per i randagi e gli altri animali vaganti sul suo territorio - responsabilità che naturalmente comprende la tutela della loro incolumità - ma in caso di ritrovamento di esche avvelenate deve attivare la procedura prevista dalla normativa. Che prevede, appunto, la bonifica dell'area interessata. Tuttavia, sembra proprio che a Sciacca, ciò non sia accaduto e che nulla venga fatto per porre rimedio a tale inadempienza. Una inadempienza ancora più grave poiché, purtroppo, nella città siciliana gli avvelenamenti rappresentano una triste e consolidata realtà. Contro cui evidentemente non si è agito come si sarebbe dovuto, insiste la Protezione animali.

«Chiediamo alle autorità e alle istituzioni di intervenire con la massima urgenza, ciascuna per le proprie competenze. Se a fronte di tali inadempienze, nelle prossime ore altri cani dovessero perdere la vita per i bocconi avvelenati riterremo il sindaco personalmente responsabile di queste morti. Alla magistratura il compito di individuare e punire sia gli autori materiali di questo gesto criminale, sia le istituzioni che lo hanno permesso grazie alla loro inerzia. Ai cittadini - conclude Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa - il diritto/dovere di pretendere che gli amministratori pubblici rispettino la legge e tengano fede ai propri impegni», conclude la nota dell'Enpa. [email protected]