UN GIRO intorno a quella parte di mondo che solleva i calici e apprezza il vino italiano prima di alzare il sipario su Vinitaly 2023. I vertici di Veronafiere hanno concluso in Giappone il road show che ha toccato i continenti dall’America all’Asia, passando per l’Europa. E’ stata una sorta di edizione itinerante che ha confermato dopo i due anni tribolati della pandemia che il prodotto italiano non ha perso appeal, ma anzi ha aumentato le aspettative verso i grandi clienti e i consumatori stranieri.
Il Roadshow di Vinitaly realizzato da Veronafiere in collaborazione con le ambasciate italiane e Ice-Agenzia, ha chiuso così in Giappone (21 febbraio) e Corea del Sud (23) la grande maratona promozionale che nell’arco di un mese ha puntato su 13 eventi realizzati in 9 Paesi che da soli rappresentano i due terzi del valore e del volume di vino tricolore esportato nel 2022 e 3 continenti. I nove Paesi sui quali si è alzato il sipario vinicolo sono Austria, Germania, Svizzera, Danimarca, Regno Unito, Belgio, Usa, Giappone e Corea del Sud.
Volutamente il giro intorno al mondo di Veronafiere ha chiuso con Giappone e Corea del Sud, due Paesi che a diverso titolo rappresentano obiettivi strategici per la crescita internazionale del vino italiano. Da una parte l’area del Sol levante, mercato enologico sempre in crescita con numeri esponenziali, che lo scorso anno ha superato la Cina al 6° posto tra i principali importatori di vino. Dall’altra la Corea del Sud, che nel biennio 2019-2021 ha fatto segnare in generale un incremento della domanda senza eguali al mondo, con un balzo nei volumi dell’export tricolore a +123%. Un dato sorprendente che conferma l’importanza di questo angolo del globo per il nostro export. Soddisfatto il presidente di Veronafiere Federico Bricolo (nella foto in basso): "É un lavoro di squadra che vede coinvolte le istituzioni, l’Ice e il sistema camerale, la rete di rappresentanza estera e la struttura interna di Veronafiere". E ancora: "E’ un’attività in linea con la mission aziendale che guarda in primis alla promozione delle etichette italiane". Aggiunge l’amministratore delegato dell’ente scaligero, Maurizio Danese: "Sono stati 50mila chilometri complessivi di viaggio verso i Paesi-obiettivo che rappresentano, sia in chiave prospettica che di consolidamento dell’export, buona parte del presente e del futuro commerciale del vino italiano nel mondo".
Beppe Boni