Una battaglia più che decennale, un cammino iniziato nel lontano 2008, ma alla fine il risultato è stato raggiunto: le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio dell’Umanità. Un vino che, come sottolinea il presidente degli enologi Riccardo Cotarella, nasce su “colline che tanti amano vedere, ma che nessuno vuole lavorare”. Territori che richiedono fatica per essere coltivate e che l’uomo, con tenacia e dedizione, è riuscito a modellare regalando un habitat unico alla vite. «Quello del Prosecco - sottolinea Cotarella - è un ambiente dove la geografia si mescola di continuo con la storia, che ha nella presenza plurisecolare della Serenissima, il segno distintivo e inconfondibile. Ad un osservatore poco attento potrebbe apparire come un paesaggio caotico,fatto di discontinuità nelle forme, nei colori, nelle fratture tra i diversi livelli delle colline o nelle prospettive della pianura, ma esso nasconde l’energia del disordine entropico, della volontà dell’uomo di non disturbare l’armonia della natura originaria, di affrontare l’asprezza delle forme della terra con lo spirito di un artista del Rinascimento».
Il verdetto è stato emesso a Baku, in Azerbaijan, con delibera unanime dei ventuno Stati membri del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco. Si tratta del cinquantacinquesimo sito italiano a ottenere il riconoscimento, il secondo direttamente legato al vino, dopo i paesaggi vitivinicoli del Piemonte (Langhe, Roero e Monferrato) che hanno raggiunto l’obiettivo nel 2014. Sono state superate le questioni legate alla tutela del territorio, riconoscendo l’assoluta bellezza di un luogo che d’ora in poi dovrà essere monitorato con ancora più attenzione anche da un punto di vista ambientale per le questioni legate alla monocoltura (e quindi la relativa scomparsa della biodiversità) nonché all’uso di pesticidi. Molto esplicite risultano infatti le raccomandazioni Unesco che richiamano l’attenzione sulla tutela dei territori “a favore delle future generazioni, in coerenza con l’obiettivo di un equilibrato e armonico sviluppo”. Quindi si fa riferimento a uno sviluppo controllato, gestito e indirizzato con un approccio sostenibile. Di certo la candidatura è stata sostenuta con forza dal governo nazionale e da quello regionale, con il governatore Luca Zaia in prima linea fin dai tempi in cui era ministro delle Politiche agricole.
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1Un pioniere della apubblicitàAl museo nazionale Collezione Salce di Treviso fino al 13 ottobre da non perdere la mostra “Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità”. Di Leopoldo Metlicovitz in mostra manifesti dedicati a prodotti commerciali e industriali, ma anche a grandi eventi e a famose opere liriche
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2La Mostra del CinemaLa 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera, si svolgerà al Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2019. L’attrice Alessandra Mastronardi è la madrina del festival cui spetta il compito di aprire e chiudere la manifestazione
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3Tour per le ville del PalladioLe Ville Palladiane fanno parte del complesso delle ville venete, abitazioni signorili fatte costruire dal XV secolo lungo i territori della Repubblica di Venezia. Nel Vicentino la maggior concentrazione
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4Appuntamento alla BiennaleFino al 24 novembre è in corso a Venezia la 58a edizione della Esposizione Internazionale d’arte curata da Ralph Rugoff e intitolata “May you live in interesting times”. La mostra si articola tra il Padiglione Centrale, i Giardini e l’Arsenale, includendo 79 partecipanti da tutto il mondo.
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5Giapponismo a RovigoAttesa per la mostra “Giapponismo, Venti d’Oriente nell’arte europea. 1860 – 1915” a Palazzo Roverella a Rovigo dal 28 settembre al 26 gennaio per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi.
Un consiglio: A meno di 5 minuti a piedi da Venezia Santa Lucia, il ghetto ebraico fa evitare il caos dei turisti