Lunedì 23 Dicembre 2024
GIANMARIO BONZI
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Una Fede gigante: capolavoro per l’argento

Brignone da urlo, in stagione non era mai salita sul podio in questa specialità. Vince Hector, bronzo a Gut: fuori Bassino e Shiffrin

di Gianmario Bonzi

"Beijing Gigante". Fede olimpica: Brignone migliora il terzo posto di PyeongChang 2018, vince un argento scintillante tra le porte larghe e lo fa nella specialità che è stata il suo primo grande amore, ma non l’aveva mai vista sul podio nella stagione in corso, segno che la sua esperienza e la freddezza hanno fatto la differenza nel momento più importante. Certo, ventotto centesimi di troppo per il sogno completo sono pochi, ma non è il caso di recriminare, tutt’altro: la gioia è radiosa come il sorriso della figlia d’arte, sempre presente sul suo volto da ottobre.

Iniziare così un’avventura olimpica che vedrà Federica gareggiare probabilmente in tutte le prove previste (ben sei) è il miglior viatico possibile per una campagna di Cina trionfale. Al Yanqing National Alpine Skiing Centre va in scena un gigante ricco di emozioni, dove molte big attese toppano subito (Bassino, fuori alla 3ª porta della 1ª manche, Shiffrin, campionessa uscente, uscita poco dopo, Worley, deragliata nella seconda, Vlhova, mai della partita), su una neve misteriosa perché introvabile in qualsiasi altre parte del mondo e una pista ignota, anche se ricca di tutti gli elementi principali (ripido, contropendenze, dossi), ma decisamente corta.

Sara Hector replica l’impresa di Pernilla Wiberg 30 anni prima e regala alla Svezia il secondo titolo nella specialità al femminile, vincendo da favorita assoluta (4 giganti su 7 conquistati in stagione, Giochi compresi), dimostrando un’incredibile freddezza e una notevole capacità di adattamento. Federica, pettorale n.3, come in Corea 4 anni fa, mette in atto il suo piano tattico perfetto, ovvero non rischiare troppo sul ripido iniziale, e sciogliere le briglie ai cavalli nella porzione di pista tutta "da spingere", quella centrale.

Terza a metà gara a 42 centesimi, Fede recupera una posizione a Truppe, come da copione, attacca anche il primato della svedese, che al penultimo intermedio trema conservando soli 19 centesimi di margine, poi si arrende di un soffio. Bronzo per una super Lara Gut, frenata quest’anno prima da un’influenza tosta, poi dal Covid (positiva tre settimane!) quindi dalla brutta caduta a St. Moritz. Da campionessa iridata in carica, ha dominato la seconda manche chiudendo poi terza a 44 centesimi da Brignone e 72 da Hector, con rimpianti.

"Sono davvero orgogliosa di essere riuscita a pensare solo alla performance – dice Federica – e a dimenticarmi di quelle cose che possono anche tradirti. Nella seconda manche ho tirato qualche frenatina in più, ma è andata bene, felicissima per questo argento. Se penso a tutta la strada che ho fatto dalla fine della scorsa stagione a oggi, penso sia pazzesco. Sono migliorata di gara in gara e sentivo giorno dopo giorno la fiducia crescere. Iniziare così è tanta roba". Non ha cominciato così bene lo sci azzurro maschile, con Dominik Paris sesto nella discesa siglata dallo svizzero Feuz e con il francese Clarey secondo a quarantuno anni. Nella notte passata il superG.