Coltissimi, laureati con dottorato, criminali: i ricercatori universitari più assurdi del cinema italiano sbarcano nelle sale italiane giovedì 30 novembre per chiudere in bellezza le loro disavventure: 'Smetto quando voglio – Ad honorem' è infatti il terzo e ultimo capitolo della trilogia imbastita da Sydney Sibilia, cominciata nel 2014 ('Smetto quando voglio') e proseguita nel 2017 ('Smetto quando voglio – Masterclass').
SMETTO QUANDO VOGLIO – AD HONOREM
In 'Smetto quando voglio – Ad honorem' ritroviamo i toni da commedia che hanno caratterizzato i primi due capitoli della trilogia, ma con alcune sfumature più cupe e serie, che però non ribaltano in modo radicale il DNA della saga.
LA TRAMA
Avevamo lasciato i nostri protagonisti in carcere, dopo essersi dati alla produzione di smart drugs per sbancare il lunario e dopo aver a partecipato a un'operazione della polizia finita male. Ritroviamo Pietro Zinni, il capo della banda dei ricercatori, consapevole che qualcuno ha fabbricato del gas nervino e che probabilmente intende fare un attentato a Roma. Nessuno però gli crede e così si inventa un piano rocambolesco per riunirsi con i suoi colleghi, evadere di prigione e sistemare le cose una volta per tutte.
DEVO PER FORZA AVER VISTO I PRIMI DUE FILM?
Va da sé che è meglio guardare il terzo capitolo di una trilogia avendo in mente i primi due, ma 'Smetto quando voglio – Ad honorem' inizia con un efficace riassunto che consente la visione anche ai neofiti.
IL TRAILER
BACK TO BACK
La trilogia di 'Smetto quando voglio' rappresenta per il panorama italiano un interessante e (speriamo) seminale esperimento produttivo: i tre film sono stati infatti pensati come un corpus unico e prodotti con modalità utilizzate all'estero solo in pochi casi. Ad esempio, il secondo e terzo capitolo di 'Smetto quando voglio' sono stati girati insieme: back to back, si dice tecnicamente, esattamente come accaduto con la trilogia del 'Signore degli Anelli'. È una modalità che consente di ridurre i costi di produzione, ma che necessita di grande solidità da parte dei finanziatori, che devono ragionare sul medio-lungo periodo.
SYDNEY SIBILIA
Salernitano classe 1981, Sydney Sibilia è un caso più unico che raro per il cinema italiano: ha infatti esordito giovanissimo proprio con il primo 'Smetto quando voglio' (2014), sobbarcandosi l'onere e l'onore di un'intera trilogia – grazie anche alla fiducia dei produttori: Fandango di Domenico Procacci, Groenlandia di Matteo Rovere e Rai Cinema.
IL CAST
Partiamo dalla banda dei ricercatori: Edoardo Leo è il neurobiologo Pietro Zinni, Valerio Aprea il semiologo Mattia Argeri, Lorenzo Lavia l'esperto in epigrafia latina Giorgio Sironi, Paolo Calabresi è l'archeologo Arturo Frantini, Libero de Rienzo l'economista Bartolomeo Bonelli, Stefano Fresi il chimico Alberto Petrelli, Pietro Sermonti è l'antropologo culturale Andrea De Sanctis, Marco Bonini è l'esperto in anatomia Giulio Bolle, Giampaolo Morelli è l'ingegnere Lucio Napoli, Rosario Lisma è l'avvocato Vittorio. Al di fuori della banda ci sono Neri Marcorè (che interpreta l'ingegnere navale Murena), Luigi Lo Cascio (il chimico Walter Mercurio), Valeria Solarino (Giulia, la ex fidanzata di Zinni) e Greta Scarano (la poliziotta Paola Coletti).
IL PARERE DI CHI L'HA VISTO
'Smetto quando voglio – Ad honorem' consente alla critica italiana di tirare le somme rispetto alla trilogia di Sydney Sibilia e il giudizio complessivo è lusinghiero: gli si riconosce di aver gestito con abilità la commedia e anche gli innesti action del secondo capitolo e quelli più cupi del terzo. Nel complesso, Sibilla dimostra una maturità notevole e 'Ad honorem' certifica che è possibilissimo realizzare in Italia commedie che si distacchino dal genere pecoreccio e caricaturale inseguito negli ultimi decenni (spesso senza guizzi).
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Martedì 5 Novembre 2024
ArchivioSmetto quando voglio, la fine (bella) della trilogia