Giovedì 14 Novembre 2024
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È grand’Italia a Rio! Basile e Garozzo d’oro, due argenti e un bronzo dalle donne

Domenica ricca di soddisfazioni quella vissuta dallo sport italiano alle Olimpiadi di Rio de Janeiro: 5 medaglie, di cui due d’oro conquistate da Fabio Basile nel judo e da Daniele Garozzo nel fioretto.

Fabio Basile

Fabio Basile

Rio de Janeiro, 8 agosto 2016 – Come da tradizione, le prime giornate dei Giochi Olimpici sono le più prolifiche per i colori azzurri; e, sempre seguendo usi e costumi italici, i primi due ori conquistati dai nostri a Rio – il numero 200 e 201 della storia dell’Italia ai Giochi – sono arrivati da due delle discipline storicamente più prolifiche, il judo e la scherma. A conquistarle sono stati, nel giro di poco più di mezzora, il piemonetese Fabio Basile e il siciliano Daniele Garozzo.

SEMPLICEMENTE INARRESTABILI – Basile e Garozzo, due facce diverse dello stesso dominio: sia il 21enne di Settimo Torinese che il 24enne nato ad Acireale sono arrivati a centrare il sogno di una vita spazzando via la concorrenza. Formidabile il percorso di Basile, che a suon di ippon ha eliminato tutti i propri avversari, ultimo dei quali il coreano An Ba-Ul, sconfitto con l’ennesimo ippon di giornata dopo appena 1’24” di combattimento. La grande tecnica di base, unita a una inossidabile determinazione, hanno permesso a Basile di conquistare prima un posto per Rio (in anticipo di quattro anni su quelli che erano i programmi della Federazione), poi medaglia tanto meritata quanto storica: quello centrato da Basile nella categoria 66 kg è non solo il terzo titolo olimpico al maschil nel judo (dopo Ezio Gamba nel 1980 e Pino Maddaloni nel 200), ma anche e soprattutto il 200esimo oro della storia dell’Italia alle Olimpiadi. Un primato, questo, che il judoka piemontese ha scippato per poco più di mezzora al secondo olimpionico azzurro di Rio 2016, Daniele Garozzo. L’ennesima medaglia del fioretto italiano non era tra quelle messe in conto alla vigilia; più di Garozzo, infatti, le maggiori speranze di medaglia erano riposte su Andrea Cassarà (bronzo ad Atene 2004) e Giorgio Avola. Clamorosa la sconfitta subita ai quarti dall’azzurro, avanti 14-8 e poi sconfitto da Alexander Massialas, numero uno delle classifiche mondiali e futuro avversario di Garozzo nella finale per l’oro. Il siciliano delle Fiamme Oro ha vendicato il proprio compagno di squadra, con cui venerdì darà l’assalto all’oro a squadre, non senza qualche brivido: avanti 14-7, Garozzo ha subito la parziale rimonta dell’americano, capace di inerpicarsi fino all’11-14 prima di arrendersi alla stoccata vincente di un incontenibile Garozzo.

ARGENTO VIVO – A impreziosire ulteriormente l’indimenticabile giornata olimpica dell’Italia a Rio ci hanno pensato le nostre ragazze, protagoniste di tre imprese valse altrettante medaglie. La più bella l’hanno portata a termine Tania Cagnotto e Francesca Dallapé, che nella finale dei tuffi sincronizzati da 3 metri si sono dovute inchinare soltanto allo strapotere delle extraterrestri cinesi Wu Minxia (al quarto oro consecutivo nella disciplina, record assoluto ai Giochi) e Shi Tingmao. I 313.83 punti raggiunti dopo i cinque tuffi della finale sono valsi a Cagnotto e Dallapé, unite in uno splendido abbraccio a fine gara, il primo posto tra le umane, ovvero una medaglia d’argento che entra di diritto nella storia dello sport italiano: perché è la prima della storia nei tuffi al femminile e perché consente alla campionessa bolzanina di cancellare, a 31 anni compiuti, quel fastidioso zero nel conto delle medaglie olimpiche, a quattro anni dalla tremenda beffa subita dalle due ragazze del Trentino Alto-Adige a Londra. A un passo dall’oro si è fermata Odette Giuffrida, che nella finale della categoria 52 kg del judo, si è dovuta arrendere a Majlinda Kelmendi, favorita della vigilia e brava a incanalare subito sui propri binari il combattimento finale: alla judoka kosovara, prima storica medaglia del proprio Paese alla prima apparizione della Nazione balcanica ai Giochi, sono bastati 29 secondi per mettere a segno lo yuko risultato poi decisivo. Puntava all’oro e soltanto all’oro Odette, 22enne romana appassionata di cinema e fotografia, ma la medaglia d’argento che ora porta al collo è la migliore delle consolazioni possibili. Una piccola, grande gioia è arrivata anche dal ciclismo e nello specifico da Elisa Longo Borghini. Nella prova in linea femminile su strada, la 24enne di Ornavasso ha inseguito con ostinazione quella medaglia solo sfiorata agli ultimi Campionati del Mondo, chiusi in quarta posizione; memore di quella beffa, la Longo Borghini, conscia di essere battuta allo sprint dall’olandese Anna Van der Breggen, oro, e dalla svedese Emma Johansson, argento, si è spesa nell’inseguimento a Mara Abbott, ritrovatasi in testa dopo la terribile caduta della neerlandese Van Vlueten nell’insidiosa discesa di Vista Chinesa e ripresa ad appena 400 metri dal traguardo. Ancora una volta, le ragazze del c.t. Dino Salvoldi non deludono, centrando l’ennesima medaglia degli ultimi anni.