Era prevedibile, ma non sperabile, che, vincendo il premio Capalbio, con altri ben accolti, io fossi contestato per avere usato due dei miei cinque sensi: uno per ascoltare la bella motivazione di Furio Colombo; l’altro per leggere dei rapporti fra l’architetto Terragni e Bontempelli, sulla razionalista Casa del Fascio di Como, per bilanciare le tendenziose notazioni di Corrado Stajani sulla presunta antipatia di Mussolini per Terragni. Inutile tentare di discutere: io, insultato dovevo tacere (“maleducato”, “basta!”). L’antipatia reale è quella genetica, tra me, irriverente, e i frequentatori di Capalbio, che non amano il dialogo e prediligono prendere il sole al mare, tenendo ben distanti i migranti perché non disturbino le loro vacanze. Una vacanza dal pensiero libero, per coltivare quello corretto.
Giovedì 19 Dicembre 2024
ArchivioA Capalbio il pensiero libero non va in vacanza