Doppio colpo contro l’evasione fiscale e per accelerare sui pagamenti digitali. Arrivano le multe per chi non accetta pagamenti per qualsiasi importo con bancomat e carte di credito. Mentre dal primo gennaio prossimo la soglia per le spese in contati passa da 2mila a mille euro. La prima novità è prevista in un emendamento bipartisan al decreto legge Recovery all’esame della commissione Bilancio della Camera e riformulato dai relatori in base alle proposte di Stefano Fassina (Leu) e Rebecca Frassini (Lega). La seconda mossa, invece, è prevista nel decreto fiscale di due anni fa che aveva già portato la soglia per il contante a 2mila euro per tutto il 2021. In compenso i commercianti dovrebbero essere "graziati" dal pagamento della Tosa-Cosap, la tassa sui tavolini. Bisognerà vedere se lo sconto durerà sei o solo tre mesi.
L’obbligo di bancomat era già stato inserito nel decreto fiscale collegato alla manovra del 2020, ma poi, all’ultimo momento, era stato stralciato. La nuova versione del provvedimento prevede che tutti i commercianti debbano accettare il pagamento con moneta elettronica per qualsiasi importo, anche minimo. Si potrà insomma pagare con carta di credito o bancomat anche una tazzina di caffè. In una delle prime versioni, l’obbligo stabiliva una soglia minima di 30 euro, ridotta poi a 5 euro. Ora scompare anche questo limite. Mentre, per quanto riguarda le commissioni, già oggi quasi tutte le banche rimborsano al 100% le commissioni sulle transazioni fino a 5 euro.
L’obbligo riguarda commercianti, artigiani, attività di ristorazione, professionisti che esercitano in proprio e hanno un rapporto diretto con il cliente (ad esempio: avvocati, notai, commercialisti, medici) e attività ricettive come hotel, B&B e agriturismi. Tutti dovranno avere un Pos abilitato almeno con una tipologia di carta di credito o di debito. Chi rifiuta il pagamento elettronico rischia una sanzione minima di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.
Gli occhi dei contribuenti sono puntati anche sulla manovra economica. Ancora fortemente in bilico la proroga della scadenza per le cartelle fiscali e la rottamazione. La dote di 875 milioni decisa dal governo non è sufficiente per venire incontro alle richieste dei partiti che sperano di portarla almeno a 1 miliardo di euro. Fra le novità dell’ultima ora, l’ipotesi di un ristoro a fondo perduto per i concessionari di auto. Si lavora, invece, all’eliminazione del tetto Isee a 25 mila euro per i proprietari di villette che vorrebbero usufruire del Superbonus 110%. L’agevolazione dovrebbe essere utilizzabile fino al 2025 nelle aree colpite da eventi sismici.
Nello stesso decreto resta peraltro aperto il nodo navigator. I relatori hanno inserito una proroga di sei mesi con la proposta che siano le Regioni a subentrare all’Anpal ‘salvando’ i 2.500 lavoratori a rischio. A Fd’I l’idea però non piace e nemmeno alla Lega, che ha controproposto che sia invece direttamente il ministero del Lavoro a farsi carico delle figure professionali nate con il reddito di cittadinanza.