Domenica 17 Novembre 2024
OLGA MUGNAINI
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Materie prime introvabili e costi folli. "Sugli scaffali sempre meno farmaci"

La vicepresidente di Farmindustria: sono già oltre tremila i prodotti che rischiano di finire esauriti

Roma, 29 ottobre 2022 - Adesso il nuovo governo c’è. E le aziende farmaceutiche italiane auspicano che si possa aprire prima possibile un tavolo di confronto. Perché i problemi da affrontare sono tanti, pena la perdita della competitività rispetto alle imprese europee e mondiali. Ma Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria, mette al primo posto un’altra necessità: garantire sempre e comunque tutti i farmaci ai cittadini. Visto che al momento sono già tremila i prodotti carenti sul mercato italiano.

Una farmacia controlla in magazzino i prodotti
Una farmacia controlla in magazzino i prodotti

Vicepresidente Aleotti, quale scenario abbiamo di fronte all’orizzonte più immediato?

"Il nostro obiettivo è difendere l’intera filiera della salute e quindi dobbiamo evidenziare che ci sono criticità gravissime a cui le nostre produzioni sono sottoposte".

Il mercato fa i conti con le emergenze

"Tutti i nostri fornitori, dalle materie prime, ai trasporti, ai materiali di confezionamento hanno aumentato pesantemente i prezzi nei nostri confronti. A questi si somma il rincaro esorbitante dell’energia del 600% rispetto a un anno fa, e la svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, moneta con la quale si pagano i principi attivi che provengono per l’80% dall’Asia".

Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria
Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria

È molto preoccupata.

"Una situazione tremenda dal punto di vista dei costi, che il settore farmaceutico non può recuperare aumentando i prezzi al consumatore. I prezzi dei medicinali con prescrizione, sono negoziati anni fa con lo Stato e sono immodificabili se non al ribasso. Il che aiuta il Servizio Sanitario Nazionale e i pazienti ma rischia di far saltare alcune produzioni e alcune imprese, schiacciate da questo effetto tenaglia perverso".

E c’è il pesante problema dei medicinali carenti sul nostro mercato.

"Sì, ci sono gravi problemi di approvvigionamento delle materie prime. Ecco da cosa nasce il rischio di carenze di farmaci, già tremila i prodotti carenti".

Al nuovo governo presenterete le emergenze da tamponare, ma anche le prospettive da difendere.

"Certo, perché sappiamo che nei prossimi cinque anni il settore farmaceutico investirà 1.400 miliardi di euro nel mondo. E noi vorremmo che una buona fetta venisse investita in Italia. Credo che non si possa perdere questo treno. Ricordiamoci che il settore farmaceutico, oltre ad avere un importante peso nella formazione del nostro Pil, è un’industria pulita, da sempre. E come se non bastasse, dà lavoro a tantissimi giovani qualificati e donne, tutti elementi riconosciuti come fattori di sviluppo per l’economia del futuro".

L’Italia comunque è posizionata bene per l’eccellenza della sua produzione.

"Sì e no. L’Italia è la prima produttrice di farmaci in Europa, ma il suo primato è incalzato dalla Francia e dalla Germania. Per questo è importante che le nostre aziende non perdano la competitività rispetto ai concorrenti stranieri e che si riesca a fare del nostro Paese una realtà appetibile per gli investimenti italiani e multinazionali, risolvendo tutti quei nodi che possono solo scoraggiare".

Ad esempio?

"Prendiamo le Regioni. Il sistema è così frammentato che certo non facilita gli investimenti. Credo che in materia di sanità le Regioni si siano spinte fino a dove forse il legislatore non aveva previsto che arrivassero, creando di fatto discriminazioni fra gli italiani, visto che ognuno ha praticamente un sistema sanitario diverso a seconda di dove vive".

Bisogna intervenire?

"A mio avviso non è questo il diritto alla Salute previsto, per tutti, dalla nostra Costituzione".