Giovedì 19 Dicembre 2024

I primi cuccioli di leone concepiti con inseminazione artificiale

Nati in Sudafrica, rappresentano un segnale positivo per la conservazione della specie. Non tutti applaudono, però, e hanno le loro ragioni

Foto: jacobeukman/iStock

Presso l'Ukutula Conservation Center, a ottanta chilometri da Pretoria, in Sud Africa, sono nati i primi due cuccioli di leone africano concepiti attraverso l'inseminazione artificiale. "È la prima volta al mondo che assistiamo a un evento di questo tipo", ha commentato Andre Ganswindt dell'Università di Pretoria, che ha coordinato gli sforzi di veterinari e scienziati. CUCCIOLI DI LEONE NATI DA INSEMINAZIONE ARTIFICIALE Ganswindt ha fatto sapere che i leoncini sono un maschio e una femmina, che sono nati il 25 agosto e che, attese alcune settimane per verificare le loro condizioni, possono ufficialmente essere definiti sani e vivaci. Ha anche rivelato che l'intero progetto è durato circa diciotto mesi, durante i quali è stato raccolto il seme di un leone maschio in salute, sono state identificate le leonesse adatte all'esperimento e, quando il livello ormonale di queste ultime ha raggiunto i giusti valori, è stata effettuata l'inseminazione artificiale. L'ENTUSIASMO DEGLI ESPERTI "Per fortuna abbiamo avuto successo", ha commentato Ganswindt: "Sono stati necessari molti tentativi, ma sorprendentemente non abbiamo dovuto sforzarci troppo". Un'altra scienziata coinvolta nel progetto, Imke Lueders, ha aggiunto: "È un traguardo importante per il Sudafrica aver assistito alla nascita dei primi cuccioli di leone nel loro territorio naturale e non in un qualche zoo all'estero. La riproduzione assistita è un ulteriore strumento da utilizzare per la conservazione di questa specie: non è l'unica soluzione possibile, ma è un valido contributo". PERCHÉ FARLO? PER SALVARE UNA SPECIE CHE RISCHIA L'ESTINZIONE Lo sforzo dell'Università di Pretoria si spiega con il fatto che il leone è estinto in ventisei paesi africani e che il numero degli esemplari allo stato selvaggio è calato del 43% negli ultimi vent'anni. Attualmente si calcola che ne esistano circa ventimila o poco più. È chiaro dunque che se la tecnica di inseminazione artificiale si rivela efficace, allora è possibile intervenire in varie zone dell'Africa e incrementare in questo modo la popolazione locale di leoni. NON TUTTI SONO D'ACCORDO Diciotto organizzazioni animaliste, africane e internazionali, hanno scritto una lettera nella quale concordano nel ritenere che l'inseminazione artificiale possa aiutare a salvare le specie in pericolo di estinzione, ma non supportano lo studio condotto dall'Università di Pretoria. La ragione è la diffidenza nei confronti della "industria dell'allevamento dei leoni in cattività", che "è guidata dai profitti e genera reddito attraverso la caccia, il commercio di scheletri" e tutta una serie di attività "che non contribuiscono affatto alla conservazione della specie". La quale, sostengono gli ambientalisti, dipende soprattutto da politiche attente agli ambienti naturali e dalla lotta alla caccia illegale e/o indiscriminata. Leggi anche: - Orche minacciate da inquinanti: presto il numero sarà dimezzato - I gatti sono pessimi cacciatori di topi - Tigre del bengala: ecco come proteggerla