Come noto, per sfuggire ai predatori le lucertole sono in grado di automutilarsi, sacrificando un pezzo della propria coda. Questa strategia difensiva, che risponde al nome di autotomìa ha origini evolutive antichissime, che uno studio da poco pubblicato su Scientific Reports ha circoscritto in era paleozoica, all'interno di gruppo di rettili chiamati captorinidi.
A CACCIA DI INDIZI TRA I RESTI FOSSILI
L'equipe della University of Toronto Mississauga (UTM) ha analizzato oltre 70 fossili di rettili estinti, andando a caccia di fratture sul tratto caudale. Le analisi dei frammenti ossei hanno messo in luce delle crepe nelle code di alcuni captorinidi, lucertole dalla forma tozza vissute nel Permiano, l'intervallo del Paleozico compreso tra 300 e 250 milioni di anni fa.
TATTICA SALVAVITA
Secondo gli scienziati, in corrispondenza delle crepe le code potevano rompersi in modo naturale. A favore di questa ipotesi c'è il fatto che i punti di rottura fossero più marcati negli esemplari giovani, frequentemente in fuga dai predatori. Al contrario, i fossili dei captorinidi adulti mostravano segni di "saldatura", a riprova di una probabile ricrescita dell'appendice.
DALLA PREISTORIA AI GIORNI NOSTRI
La famiglia dei captorinidi include alcune delle forme più primitive di lucertole, che pesavano al massimo un paio di chili. Questi rettili, dicono gli autori, si sono diffusi in ogni angolo della Pangea (il supercontinente che raggruppava tutte le terre emerse) durante il Paleozoico, favoriti forse dal successo del loro meccanismo difensivo, prima di scomparire e lasciare in eredità questa caratteristica alle specie discendenti.
Sabato 23 Novembre 2024
ArchivioLa prima volta che le lucertole hanno perso la coda