Lorenzo Paoli e Alessandro Vagaggini (insieme nella foto), specialisti in neurochirurgia, hanno fatto della terapia mininvasiva della stenosi del rachide lombare il loro punto di forza. Detta così, sembra un enigma. Eppure pensiamo alle migliaia di persone adulte che col passare degli anni perdono autonomia, accusano dolori alla schiena irradiati alla gamba, finiscono per muoversi con sempre maggiore difficoltà.
Una condizione dalla quale sembra impossibile uscire. Ecco, a questo punto entrano in campo i due medici che, con il loro staff di eccellenza, hanno eseguito, primi in Italia, interventi chirurgici per la decompressione del canale vertebrale con tecnica endoscopica in persone affette da problemi di deambulazione dovuti alla riduzione del diametro del canale vertebrale nel tratto lombare: la patologia vertebrale di più frequente osservazione nella popolazione anziana.
I neurochirurghi entrano attraverso una incisione cutanea, meno di un centimetro, raggiungendo la sede da trattare. A questo punto, con l’utilizzo di strumenti microscopici, possono ottenere l’allargamento necessario del canale vertebrale, risolvendo con successo la stenosi lombare in modo sicuro, senza dolore post operatorio e con immediato recupero.
Questa tecnica, validata e consolidata sul piano scientifico internazionale, è quindi disponibile in Italia. Paoli e Vagaggini operano presso la nuovissima struttura ospedaliera Villa Donatello di Firenze, una società del Gruppo Unipol.
Quali sono le ultime novità nella chirurgia della colonna vertebrale?
"Grazie all’esperienza maturata negli ultimi dieci anni nel trattamento chirurgico endoscopico delle ernie discali lombari, ci siamo concentrati nella riduzione del diametro del canale vertebrale lombare, che è la patologia vertebrale di più frequente osservazione nella popolazione anziana, che provoca una progressiva riduzione della autonomia nel cammino. Il trattamento chirurgico consiste nell’allargamento dei diametri del canale vertebrale attraverso un’incisione cutanea, come dicevamo più piccola di un centimetro".
Dove si posiziona l’endoscopio?
"L’endoscopio attraversa i piani muscolari in modo delicato e senza traumi. A questo punto la decompressione, cioè l’allargamento necessario del canale vertebrale, avviene con l’ausilio di strumenti sofisticati, sotto controllo visivo su monitor ad alta definizione, fino alla liberazione delle strutture nervose confinate. L’intervento si conclude con la rimozione dello strumentario e l’applicazione di un unico punto di sutura. La procedura, eseguita in anestesia generale, viene sempre videoregistrata".
Come si svolge il decorso post-operatorio?
"In modo rapido con dolore assente o facilmente controllato. La mobilizzazione è libera già poche ore dopo l’intervento chirurgico e la dimissione avviene dopo una notte di degenza. L’assenza di trauma alle strutture muscolotendinee nell’utilizzo dell’endoscopio svolge un ruolo determinante nel garantire una procedura chirurgica esangue, consente di eseguirla anche su pazienti che presentano più patologie concomitanti, con una netta riduzione della ospedalizzazione: i pazienti vengono dimessi il giorno successivo l’intervento chirurgico. Questa metodica è poi particolarmente interessante nel trattamento dei pazienti obesi. Ci sono infine vantaggi sociali. La riduzione del tempo di ospedalizzazione, il minor utilizzo di farmaci antidolorifici, un più veloce ritorno alle proprie mansioni, in generale un cospicuo contenimento della spesa sanitaria".
È necessario un periodo di riabilitazione?
"Macché, il paziente trattato con questa tecnica non necessita di riabilitazione. La convalescenza si caratterizza per un più agile ritorno alla vita normale se paragonata a quella delle tecniche tradizionali".