Roma, 31 agosto 2017 - Sta facendo molto discutere il fatto che Warner Bros ha affidato a Scott McGehee e David Siegel un nuovo adattamento del romanzo 'Il signore delle mosche'. Il punto della discordia è l'intenzione di girarlo con un cast tutto al femminile. IL SIGNORE DELLE MOSCHE Pubblicato per la prima volta nel 1954 (in Italia nel 1958), 'Il signore delle mosche' è il romanzo più celebre dello scrittore inglese, e premio Nobel, William Golding. Racconta di un gruppo di ragazzi che restano bloccati su un isola senza i loro genitori e del loro disastroso tentativo di darsi una forma di autogoverno: infatti, la loro precaria struttura sociale inizia presto a sfaldarsi, portando a violenza e morte. Attraverso questa vicenda, il libro diventa una distopia satirica che stigmatizza la follia del genere umano, l'innata ferocia della cultura maschile e delle forme di governo. SCOTT MCGEHEE E DAVID SIEGEL 'Il signore delle mosche' è già stato portato su grande schermo in due occasioni: nel 1963 (per la regia di Peter Brook) e nel 1990 (regia di Harry Hook). Questo terzo adattamento cinematografico sarà scritto e diretto a quattro mani da Scott McGehee e David Siegel, che insieme hanno realizzato film come 'I segreti del lago' e 'Quel che sapeva Maisie': si tratta di precedenti niente male, che in teoria depongono a favore del nuovo 'Il signore delle mosche'. Il problema non sono però McGehee e Siege: le polemiche guardano giustamente ad altro. POLEMICA 1: È UNA MODA Uno dei timori è che l'intero progetto nasca essenzialmente dal desiderio di raccattare qualche quattrino sfruttando l'attuale ondata femminista di Hollywood (vedi il successo di 'Wonder Woman') e adottando una strategia già rodata, quella cioè dei remake con un'inversione dei generi: è successo con il recente 'Ghostbusters', dove i protagonisti dell'epoca sono diventate protagoniste, e sta succedendo con il futuro 'Ocean's 8' (cast tutto al femminile) e con il remake di 'Splash – Una sirena a Manhattan', dove Channing Tatum farà il sirenetto e Jillian Bell l'umana che lo trova (nel film originale Daryl Hannah era la sirena, Tom Hanks l'essere umano). La storia insegna che l'inversione dei generi non è sufficiente per realizzare un buon film. POLEMICA 2: È UNA SATIRA DELLA CULTURA MASCHILE Al di là dei dubbi legittimi sull'inversione dei generi, la questione più scottante riguarda proprio la natura del romanzo 'Il signore delle mosche'. L'autore medesimo ha avuto modo di spiegare che aveva scelto protagonisti maschi per due ragioni: era stato un giovane uomo e non una giovane donna e inoltre "un gruppo di ragazzini ha più probabilità di percorrere verso il basso la scala della civilizzazione di quante ne abbia un gruppo di ragazzine". È un'osservazione che può essere contestata oppure no, ma il problema è prendere la medesima trama e i medesimi personaggi del libro, cambiando solo il loro sesso. Delle due l'una: o l'intenzione dei registi e sceneggiatori è di affermare che la cultura femminile e quella maschile sono ugualmente feroci, oppure intendono modificare la trama e portarla da un'altra parte. In entrambi i casi esponendo il fianco alle critiche (cosa che probabilmente non cambierebbe anche se si tenessero in una sorta di via di mezzo). Leggi anche: - Il film su Joker e Harley Quinn è una pessima idea - Sei troppo bianco per Hellboy: e l'attore lascia - Cosa aspettarci dal Joker di Todd Phillips e Martin Scorsese
Lunedì 23 Dicembre 2024
ArchivioIl signore delle mosche: polemiche sul cast al femminile