Nel competitivo mondo dei superalcolici è importante riuscire a distinguersi, ma l'idea di aromatizzare un gin utilizzando petti di tacchino suona decisamente eccessiva. Oppure no?
IL GIN AROMATIZZATO AL TACCHINO
Perché un distillato possa essere definito gin è obbligatorio che il processo di produzione preveda l'utilizzo di bacche di ginepro. Al di là di questo, ogni produttore è libero di aggiungere ingredienti a piacimento e di solito si tratta di erbe e spezie, dalla menta alla salvia, dalle mandorle alla liquirizia, dall'angelica al coriandolo o alla scorza di limone e via dicendo. Insomma, sulla carta il petto di tacchino è consentito, pur essendo uno scarto mica da poco rispetto alla norma.
CHI HA AVUTO L'IDEA?
A lanciare questo gin, che sarà disponibile sul mercato a partire dall'1 novembre 2017, è stato il distillatore londinese Portobello Road. L'iniziativa fa parte di una tradizione consolidata: ogni anno, per festeggiare il compleanno del brand e quello del fondatore Ged Feltham, viene prodotto un numero limitato di bottiglie che vanno sotto il nome di “Director's Cut”. Il taglio è decisamente sperimentale e negli anni precedenti abbiamo avuto gin aromatizzati con gli asparagi oppure affumicati. Quello di quest'anno sa invece di tacchino e si chiama Pechuga Gin (dalla parola spagnola che identifica il petto di tacchino o di pollo).
IL PECHUGA GIN
I dettagli della ricetta sono segreti e per il momento nessuno ha potuto assaggiare il Pechuga Gin, perché verrà distillato il 25 ottobre 2017, pochi giorni prima della messa in vendita (a 35 sterline la bottiglia, circa 39 euro). Quello che sappiamo è che sono state utilizzate tredici botaniche, fra le quali troviamo mele, pere, cannella, corteccia di cassia, noce moscata e uva sultanina. In aggiunta, dei petti di tacchino sono stati sospesi sopra la miscela di bacche di ginepro e botaniche, all'interno dell'alambicco: in questo modo il tacchino è stato cotto e nel contempo ha aromatizzato il gin. Secondo Jake Burger, master distiller di Portobello Road, ha contribuito in modo molto leggero al risultato finale, con un retrogusto quasi nascosto e soprattutto impedendo alla frutta di risultare troppo evidente.
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Lunedì 4 Novembre 2024
ArchivioIl gin aromatizzato al petto di tacchino? Esiste davvero