Venerdì 22 Novembre 2024

Forte e gentile blasonato e di carattere: ecco il Nobile

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Nobile di Montepulciano

Nobile di Montepulciano

Sono numerose le particolarità che fanno del Vino Nobile un prodotto identitario fortemente legato al suo territorio di origine. Il disciplinare di produzione (il primo risale al 1966, mentre l’ultima modifica è del 2010), racchiude tutte le peculiarità e le caratteristiche distintive di questo prodotto. A partire dal forte legame con una zona di produzione molto circoscritta che comprende il solo territorio comunale di Montepulciano escludendo la zona di pianura della Valdichiana (un territorio che si estende in 16.500 ettari di cui solo 2.100 circa ricoperti da vigneti). Sono infatti solo le vigne situate ad un’altitudine compresa tra i 250 e i 600 metri sul livello del mare che possono concorrere alla produzione della Docg. Non è un caso che per questo si parli di un vino di territorio, terroir lo chiamerebbero i francesi, che a Montepulciano si ritrova in alcune aree particolarmente vocate e appositamente mappate. Sono le stesse che in gergo vengono definite “micro zone”, ovvero dei piccoli fazzoletti di terreno dove oggi si concentra la maggior parte del “Vigneto Nobile”, l’altra vera particolarità di questo vino.

I vitigni previsti dal disciplinare sono per lo più quelli storici, autoctoni per chiamarli col giusto termine, ed è per questo che prevale il Sangiovese (che a Montepulciano prende il nome di Prugnolo Gentile) che deve essere presente per almeno il 70 per cento. Possono poi concorrere all’uvaggio del Nobile, fino ad un massimo del 30 per cento, altri vitigni a bacca rossa, cosiddetti complementari, idonei alla coltivazione nella Regione Toscana. Tra questi sono frequenti il Colorino, il Mammolo, il Canaiolo, ma anche alcuni vitigni internazionali come il Merlot o il Cabernet Sauvignon. Una volta terminato il lavoro nel vigneto il disciplinare regola quello di cantina, quindi non solo la lavorazione, ma soprattutto l’affinamento, momento nel quale il Nobile acquisisce da un lato le sue caratteristiche organolettiche principali, le stesse che poi fanno sì che la qualità di questo vino sia universalmente riconoscibile, dall’altro la personalizzazione dei singoli produttori.

Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento devono essere effettuate in cantine situate nel territorio di Montepulciano e l’invecchiamento deve durare almeno due anni, conteggiati a partire dal primo gennaio successivo alla vendemmia. Entro questo periodo il produttore può decidere se far maturare il Nobile per 24 mesi in legno, oppure 18 mesi in legno e i restanti in altri recipienti, oppure almeno 12 in legno, sei in altri recipienti e sei in bottiglia. Del Vino Nobile esiste da disciplinare anche la tipologia “Riserva”, che come dice il nome stesso presenta un invecchiamento più lungo rispetto alla sua base. In questo caso sono almeno tre gli anni di affinamento in legno e almeno sei mesi in bottiglia.

I numeri

Il Vino Nobile di Montepulciano nasce in un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.200 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 75 associati al Consorzio dei produttori) che nel 2014 hanno prodotto circa 70 mila ettolitri di Vino Nobile e circa 23 mila destinati a divenire Rosso di Montepulciano. Nel 2014 sono state immesse nel mercato circa 7,4 milioni di bottiglie di Vino Nobile (in linea con l’anno precedente) e oltre 3 milioni di Rosso di Montepulciano Doc, in questo caso facendo registrare un + 24% rispetto al 2013, un dato questo che dà ragione al Consorzio dei produttori che negli ultimi anni ha investito molto anche nella produzione di questo vino del territorio.

Mercato in crescita

L’export ha segnato con il 2014 un +4% rispetto al 2013 toccando la storica quota dell’80 per cento di prodotto, mentre il restante 20% viene commercializzato in Italia. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania con il 43 per cento della quota esportazioni resta il primo paese per le vendite del Nobile, e anche la Svizzera con oltre il 10 per cento rappresenta un importante sbocco. Gli Usa confermano l’ottimo andamento segnando nel 2014 il 17,8%, così come i mercati asiatici che anche nel 2014 hanno confermato la propria propensione all’apprezzamento del Nobile.

Una fascetta una storia

Il Vino Nobile di Montepulciano è stato il primo in Italia a ricevere il più alto riconoscimento qualitativo, ovvero la Docg (Denominazione di origine controllata e garantita). A testimonianza di questo la prima serie di fascette rilasciate dall’allora Ministero dell’Agricoltura e oggi conservate scrupolosamente nelle sedi del Consorzio del Vino Nobile. La storia della fascetta AA 000001 è molto lunga. Sono infatti occorsi circa undici anni di riunioni, incontri, richieste da quando, nel lontano 1969, il Consorzio fece richiesta della Docg (Legge 930/63), a quando questa è stata riconosciuta nel 1980. Il Consorzio del Vino Nobile, primo in Italia, diviene all’epoca una vera e propria rompighiaccio nel mare della burocrazia fino al 1978, data della pubblicazione in Gazzetta della richiesta di modifica al disciplinare del Nobile. Il 1 luglio 1980 fu l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, a firmare il decreto che sanciva l’ottenimento della Docg per il Vino Nobile di Montepulciano.

La Fortezza di Montepulciano

Il Consorzio del Vino Nobile continua ad aver un ruolo attivo nella tutela del patrimonio storico – artistico di Montepulciano. L’esempio più evidente di questo impegno, in cui i produttori associati sono schierati al fianco dell’Amministrazione Comunale e di altri partner Istituzionali e privati, è la Fortezza, edificio di antichissime origini, la cui esistenza è già documentata addirittura nell’VIII secolo. Dai primi anni 2000 la Fortezza ha ospitato l’Anteprima del Vino Nobile poi, nel 2007, è stato avviato un imponente progetto di restauro destinato a fare della struttura il punto di riferimento delle attività economiche del territorio nel settore vinicolo e delle produzioni tipiche e di qualità.

L’Anteprima 2015 anticipa di pochi mesi la definitiva conclusione dei lavori che consegnerà alla collettività un bene prestigioso, completamente fruibile.

All’intervento, che riguarda il completamento del piano terra e la ristrutturazione del primo piano, il Consorzio del Vino Nobile contribuisce in maniera consistente insieme alla Kennesaw University della Georgia (USA) e al Comune per arrivare ad un totale di circa 1 milione e mezzo di Euro. Complessivamente l’intervento sulla Fortezza che ha visto il Consorzio impegnarsi anche nei due precedenti stralci ha avuto un consistenza di oltre 2,5 milioni di Euro.

I produttori 2.0

Se da un lato, come dicono recenti indagini, il vino di qualità è oggi sempre più apprezzato dai giovani (circa 9 milioni di italiani, collocati tra i 30 e i 40 anni di età, starebbero sempre di più indirizzandosi ad un consumo consapevole del vino), dall’altro sono sempre di più i giovani che lo producono. A Montepulciano oltre il 37% delle cantine è condotto da un giovane (l’età media dei titolari di azienda è di 48 anni). Un dato ancora più significativo è che il 45% degli impiegati a tempo indeterminato nel vino (oltre mille in totale a Montepulciano) sono sotto i 40 anni e la percentuale cresce con gli avventizi durante il periodo della vendemmia. Tra i ruoli maggiormente occupati dai giovani in cantina ci sono quelli di enotecnico e cantiniere, ma anche enologo, mentre l’81% delle imprese vitivinicole di Montepulciano ha un impiegato nel marketing sotto i 40 anni. Negli ultimi dieci anni l’inserimento dei giovani è avvenuto nel 60% delle imprese di Vino Nobile. In particolare le figure più ricercate sono quelle di responsabili commerciali per l’estero, ma anche le nuove leve nelle professionalità di enotecnici e di enologi (sempre più giovani escono dalle facoltà di agraria e da istituti di formazione agricola). Sono molte le aziende che al loro interno hanno una figura professionale che si occupa di comunicazione e più in particolare di social marketing. Quasi tutte hanno un profilo Facebook (8 su 10), mentre il 33 per cento utilizza anche Twitter. Altri social network, come Linkedin, Instagram e Pinterest, sono usati dal 33% delle aziende.

www.consorziovinonobile.it