Fa bene al cuore, aiuta a prevenire il cancro ed è un toccasana per la circolazione. Questi sono solo alcuni dei benefici attribuiti alla dieta mediterranea, che è stata ora al centro di un ampio studio italiano pubblicato sulla rivista International Journal of Epidemiology. Secondo quanto emerso dalle analisi statistiche della ricerca, i vantaggi cardiovascolari di tale regime alimentare sono un’esclusività per le classi sociali più istruite ed economicamente avvantaggiate. Ciò vuol dire che non tutti hanno il tempo, le conoscenze e (soprattutto) i soldi per mangiare in modo sano ed equilibrato.
LO STUDIO
La ricerca rientra all’interno di un progetto chiamato ‘Moli-Sani’, che ha preso il via nel 2005. Da allora, circa 18mila residenti in Molise sono stati monitorati "per la ricerca contro le malattie cardiovascolari e i tumori", così si legge sul sito ufficiale. Un altro obiettivo è stato quello di trovare delle correlazioni tra fattori genetici-ambientali e patologie come il cancro. Parlando di dieta mediterranea, il Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell'Irccs di Pozzilli (Isernia) ne ha studiati gli effetti e le correlazioni con variabili socioeconomiche.
LA DIETA DELLA "UPPER CLASS"
Da una parte, sono stati confermati i benefici della dieta mediterranea per quanto riguarda la salute cardiovascolare: nelle persone che la seguono il rischio di contrarre la patologia è inferiore in media del 15%. Dall’altra, però, i vantaggi sembrano riservati ai partecipanti contraddistinti da alti livelli di istruzione e reddito familiare. I dati raccolti dimostrano infatti che solo gli appartenenti alla “upper class” possono permettersi (con continuità) un’ampia gamma di frutta e verdura, nonché cibi ricchi di polifenoli e antiossidanti naturali. Il risultato, è che i soggetti che hanno una minore disponibilità economica non possono godere dei medesimi effetti benefici sulla salute del cuore.
UN DIVARIO CHE VA COLMATO
Questo studio è importante perché, a differenza dei precedenti, si è concentrato di più sulla qualità del cibo rispetto alle frequenze di consumo. Da ciò è emerso il preoccupante collegamento tra un elevato status socioeconomico e l’accesso alle prelibatezze della dieta mediterranea. Per iniziare a fare dei passi avanti fin da subito, gli esperti suggeriscono una riduzione dell’IVA sull’olio extravergine d’oliva certificato (alla base del regime alimentare in questione), la frutta e la verdura di stagione; un’altra possibilità potrebbe essere quella di scaricare dalle tasse i prodotti alimentari della dieta mediterranea.
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Martedì 5 Novembre 2024
ArchivioLa dieta mediterranea? Un lusso per ricchi