LE BUONE NOTIZIE hanno bisogno di palcoscenici importanti. E quello del Salone Nautico Internazionale a Genova lo è di certo. Per la verità, da anni. E lo sarà anche il prossimo 22-27 settembre, 62esima edizione di un evento diventato il paradigma di un’industria nautica tutt’altro che in fase di contrazione. Lo dicono i segnali che arrivano da un settore che, anche in anni non facili, ha rivelato una resilienza invidiabile e un dinamismo sorprendente. E lo conferma l’ultimo Monitor realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica, anticipando informazioni che sicuramente verranno meglio precisate durante il Salone: il fatturato complessivo della nautica da diporto italiana potrebbe quest’anno sfiorare i 6 miliardi di euro, soglia raggiunta solamente nel biennio 2007-2008. E la previsione è già illuminante: è un comparto che tiene, anzi vive una fase di espansione, a conferma di una leadership a livello internazionale che non sembra risentire molto della congiuntura globale provocata prima dalla pandemia e adesso dalla vicina guerra nell’Est Europa.
Lo ha più volte sottolineato anche Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica e de I Saloni Nautici, parlando di una vera "eccellenza internazionale" del made in Italy: "Abbiamo una forte propensione all’export, con un tasso di esportazione dell’86% della produzione di unità da diporto. Siamo leader a livello mondiale nella produzione di superyacht, nei settori delle imbarcazioni pneumatiche, della componentistica e degli accessori". Anche qui, dati più che loquaci: le stime per il 2022 confermano una possibile crescita del fatturato globale del settore intorno ad un valore di +23,8%.
E qui torna utilissimo il focus Superyacht tratto proprio da Monitor che fa un’analisi attenta e attuale della nautica da diporto. Intanto un dato chiaro: l’Italia rafforza nel 2022 la propria leadership mondiale nel settore dei superyacht. Il Global Order Book elaborato da Boat International posiziona ancora la nostra industria al vertice per ordini di unità superiori a 24 metri, con 523 yacht in costruzione su un totale di 1024 a livello planetario. La quota italiana rappresenta oltre la metà degli ordini mondiali con un incremento di 116 unità rispetto allo scorso anno (+28.5%) davanti a Turchia e Paesi Bassi (rispettivamente con 91 e 81 ordini). Sono le stesse imprese a dichiarare che i dodici mesi compresi tra il settembre 2021 e l’agosto 2022 saranno con tutta probabilità da incorniciare.
Ottimismo importante, seppure espresso in un sondaggio precedente allo scoppio del conflitto in Ucraina: l’88% delle aziende del comparto di produzione di unità da diporto indica una sensibile crescita rispetto al precedente anno nautico. E la percentuale è solo leggermente inferiore (77%) tra chi si occupa di accessori e motori.