Roma, 17 aprile 2020 - Con l'avvicinarsi della stagione calda in piena pandemia coronavirus in milioni di case ci si pone una domanda: ma condizionatori e climatizzatori sono sicuri o rischiano di diffondere il contagio? La domanda chiave è: l'aria diffonde il coronavirus? Ed è una domanda che riguarda la nostra vita non solo in casa ma anche in ufficio, in ospedale o sui mezzi di trasporto. E ancora: quale manutenzione dei filtri serve?. Ecco la guida: domande e risposte. FOCUS / Coronavirus, il bollettino del 17 aprile
1) Il SARS-Cov-2 può attraversare i filtri del climatizzatore?
La gente si chiede se il coronavirus possa propagarsi da persona a persona galleggiando nell'aria calda umida, e se i filtri del climatizzatore costituiscono sempre un fattore di protezione, o possono divenire un potenziale veicolo moltiplicatore di contagio in talune condizioni. Occorre prima di tutto distinguere tra (1) soggiorni all'aria aperta, mantenendo la tassativa distanza tra persone, condizione sicura dal punto di vista delle precauzioni da tenere per limitare il rischio Covid-19, come anche per prevenire allergie ed esposizione ad inquinamento atmosferico, particolato, polveri sottili, con ausilio di mascherine. (2) Permanenza in ambienti chiusi con aria confinata o in locali sovraffollati, in prossimità di soggetti più o meno sintomatici, che possono disperdere il virus attraverso il parlato, il canto, i colpi di tosse, e in situazioni a rischio come la tubercolosi, che richiedono particolare cautela e adozione di misure di protezione.
2) Il condizionatore rimuove le particelle nocive?
Vero, un impianto di condizionamento ben tenuto pulisce e lava l'aria, rimuovendo particelle in sospensione, deumidifica e limita le muffe. Gli ambienti domestici, ad esempio, sono un ricettacolo di germi, virus, polveri e batteri, lo vediamo d'estate quando un raggio di sole attraversa la finestra, illuminando un pulviscolo microscopico in sospensione. Gli impianti di aria condizionata aiutano a ridurre il rischio di diffusione dell'epidemia da coronavirus, afferma Francesca Romana d'Ambrosio presidente dell'Associazione Italiana Condizionamento dell'Aria Riscaldamento Refrigerazione (Aicarr). Gli impianti in funzione diluiscono la concentrazione di eventuali virus negli ambienti chiusi (abitazioni, uffici, negozi, supermarket) e quindi riducono il rischio di contagio, abbassando la carica virale.
3) Come assicurare un ricambio d'aria senza rischi?
Sappiamo che per garantire condizioni di salubrità degli ambienti chiusi e quindi la salute di chi li occupa è necessario ricambiare l'aria, ventilando. È anche risaputo che non basta aprire le finestre per distribuire uniformemente l'aria nell'ambiente. Gli impianti di condizionamento, climatizzatri usati per il riscaldamento invernale e raffrescamento estivo sono in grado di garantire un buon ricambio dell'aria, riducendo la concentrazione degli inquinanti, oltre ad assicurare le condizioni di comfort termico.
4) L'aria che esce dalle bocchette di aerazione è sicura?
Occorre distinguere la qualità dell'aria che esce dalle bocchette di areazione nei mezzi di trasporto tipo convogli ferroviari (tram, metro), negli aerei, nelle navi da crociera, negli autoveicoli, nei bus. Altra considerazione va fatta per l'aria condizionata in azione quando soggiorniamo negli uffici pubblici o privati, all'interno di negozi, laboratori artigiani, all'interno di ospedali e case di riposo per anziani, dentro palestre o impianti sportivi indoor, centro congressi e conferenze, in presenza di spettatori, e in tutte le altre circostanze diverse da quelle elencate. Quindi non esiste una regola unica per tutti, in linea di principio si tende a eliminare la funzione ricircolo a circuito chiuso per sicurezza, privilegiando la ventilazione a ciclo aperto, prendendo aria pulita dall'esterno, filtrandola (bocchette di ingresso), mentre un circuito separato espelle l'aria viziata (bocchette in uscita).
5) I filtri dei condizionatori possono contaminarsi?
I filtri dei condizionatori vanno puliti regolarmente. Esiste infatti il rischio che attraverso queste vie possano entrare nell’atmosfera che respiriamo agenti in grado di determinare crisi allergiche nei soggetti predisposti, oppure anche vere e proprie infezioni. Climatizzatori e condizionatori sono attrezzati con filtri antipolline antiparticolato sempre più sofisticati, che debbono essere mantenuti puliti. In presenza di cattiva manutenzione, la pressione con cui l’aria viene convogliata negli ambienti potrebbe spingere particelle microscopiche indesiderate, esponendo le vie respiratorie a stress imprevedibili.
6) Come viene trattata l'aria dentro gli ospedali?
Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, presidente dell'Avap Associazione volontari pubbliche assistenze, ricorda che il condizionamento negli ospedali è stato sempre gestito con un occhio particolare per prevenire la diffusione della legionella (ricordate le polmoniti causate dal morbo del legionario?) batterio che può contaminare l’acqua dei circuiti refrigeranti. Questo esula dal discorso Coronavirus, ma in seguito alla pandemia è partita una ricognizione di tutti gli impianti. Tale operazione viene fatta perché gli ospedali sono tra i primi luoghi a rimettere in discussione periodicamente le procedure di igienizzazione degli impianti di aerazione.
7) Come si deve distribuire l'aria nei luoghi di lavoro?
In questo periodo di emergenza, per aumentare il livello di protezione, deve essere eliminata totalmente la funzione di ricircolo dell'aria nei luoghi di lavoro, per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni (batteri, virus). In questa fase può risultare anche utile aprire nel corso della giornata lavorativa le finestre e i balconi per aumentare ulteriormente il ricambio. Tenere spenti gli impianti di riscaldamento/raffrescamento degli edifici per evitare il possibile ricircolo del virus SARS-CoV2. In alternativa, pulire settimanalmente i filtri in base alle indicazioni fornite dal produttore. La polvere catturata dai filtri rappresenta un ambiente favorevole alla proliferazione di microbi.
8) Come assicurare ricambio d'aria nei mezzi pubblici?
Gli impianti di climatizzazione nei mezzi pubblici adibiti al trasporto persone devono essere igienizzati e mantenuti attivi. Per aumentare il livello di ricambio, diluizione, rimozione dell'aria, deve essere eliminata totalmente la funzione di ricircolo, in modo da evitare l’eventuale corto circuito della carica microbica (batteri, virus). In questa fase, qualora le condizioni meteo lo permettano, può risultare anche utile aprire tutti i finestrini e le botole del tetto.
9) Navi e aerei sono sicuri?
Ricordiamo tutti l'epidemia di Coronavirus che albergava nella nave da crociera ferma al largo delle coste del Giappone, la Diamond Princess una storia cha fatto il giro del mondo suo malgrado, divenuta una sorta di laboratorio delle malattie respiratorie. Allora si era ipotizzato che l'agente infettivo fosse stato propagato, secondariamente, anche da impianti interni di ricircolo dell'aria. Gli impianti di aerazione sulle navi da crociera sono ora sottoposti a revisione, ma gli standard di salubrità sono garantiti. Si esclude qualsiasi rischio anche per chi viaggia in aereo, sappiamo che attualmente quanti si imbarcano sui voli di linea sono tenuti a indossare mascherine.
10) I climatizzatori delle auto sono sicuri?
L'industria dell'auto punta ad abbattere la diffusione di affezioni respiratorie, pollini e batteri nell'abitacolo. Ad esempio nei modelli Jaguar Land Rover i progettisti stanno studiando di inserire, in parallelo al filtro antipolline, una sorgente di luce ultravioletta in funzione antisettica, in modo da incrementare il grado di sicurezza dei sistemi che convogliano l'aria all'interno, neutralizzando così l'ingresso di agenti patogeni potenziali responsabili di infezioni. La tecnologia UV-C potrebbe impedire la diffusione di raffreddori e influenza, ha scritto con indubbia lungimiranza Francesco Palmerini, per l'agenzia Noesis, esattamente un anno fa, e queste innovazioni puntano ad abbattere la popolazione microbica anche del 30 per cento.
11) Esistono studi che garantiscono la qualità dell'aria?
Uno studio condotto dall'Università della California a Davis, pubblicato dall’American Society for Microbiology, suggerisce che particelle virali sono troppo piccole per essere trattenute dai filtri dell’aria HEPA e MERV, ma la ventilazione attenua la circolazione dei virus. Una indagine del Journal of American Medical Association pubblicato su JAMA Network riferisce che il condizionatore agevola la ventilazione nelle stanze di degenza in ospedale, è più probabile in questo caso che siano contaminati oggetti di facile presa come le maniglie o le tastiere piuttosto che l'aria. Matteo Bassetti, presidente della Sita, Società italiana terapia antinfettiva, ritiene che i filtri moderni dei climatizzatori, in buono stato di manutenzione, siano in grado di assicurare una protezione secondo gli standard, escludendo nel contempo il rischio di propagare questo virus. Occorre tenere presente che il coronavirus non veleggia nell'aria esterna da solo sulla lunga distanza, come fanno i pollini o le polveri, ma secondo gli studi di cui disponiamo viene veicolato tramite goccioline di saliva emesse da una persona infetta che starnutisce o tossisce, quindi si crea un alone di aria viziata tutto attorno (droplet, aerosol).
FOCUS Il link per il download della app AutoCert19 per chi possiede un dispositivo mobile Apple: https://onelink.to/autocert19