Archeologi del North Carolina stavano lavorando ormai da tempo sui resti della nave del pirata Barbanera quando hanno rinvenuto qualcosa di particolare: pezzettini di carta che, dopo una lunga analisi, sono stati identificati come appartenenti a un libro scritto dal capitano Edward Cooke e pubblicato nel 1712: 'A Voyage to the South Sea, and Round the World, Perform’d in the Years 1708, 1709, 1710 and 1711'. Secondo gli storici potrebbe essere appartenuto alla biblioteca di Barbanera, ma c'è chi sospetta un utilizzo meno nobile della lettura.
IL LIBRO DEL PIRATA BARBANERA
Il pirata Barbanera (vero nome Edward Teach, nato nel 1680 e morto nel 1718) sapeva leggere e non è escluso dunque che conservasse dei libri a bordo della Queen Anne's Revenge, l'imbarcazione che aveva armato con 40 cannoni e che gli consentì di controllare il Mare dei Caraibi tra il 1716 e il 1718. Il fatto che il libro di Edward Cooke sia un resoconto di viaggi per mare è un ulteriore ragione per ritenere che effettivamente sia stato letto e riletto dal pirata. Curiosità, Cooke narra tra le altre cose il salvataggio di Alexander Selkirk, ritrovato su un'isola del Pacifico meridionale dove era rimasto imprigionato per quattro anni: episodio che ispirò il romanzo 'Robinson Crusoe' di Daniel Defoe.
NON DA LEGGERE, MA PER ARMARE I CANNONI
Esiste però una seconda ipotesi, rafforzata dalla constatazione che i pezzettini di carta sono stati rinvenuti all'interno della canna di un cannone: come fa notare lo storico Angus Konstam, autore di una biografia su Barbanera, “una delle opzioni per mantenere in posizione la carica in polvere di un cannone era di incunearla con della carta”. È dunque possibile che il libro di Edward Cooke sia stato utilizzato per uno scopo meno nobile della lettura.
IL DUBBIO RESTA
È vero, però, che il naufragio della Queen Anne's Revenge può aver spostato pezzi di libri là dove non erano previsti, anche perché le cronache storiche testimoniano la presenza di libri a bordo della nave pirata: fino a oggi non se ne conoscevano i titoli, e da qui l'importanza della scoperta degli archeologi, ma è ragionevole ritenere che il loro scopo non fosse esclusivamente legato ai cannoneggiamenti degli avversari. Del resto, molti pirati sapevano leggere, non solo Barbanera. Per contro, è possibilissimo che i testi in questione facessero parte del bottino di una nave assaltata e che fossero stati conservati proprio per far meglio funzionare le bocche da fuoco. Al momento, non è possibile sciogliere l'enigma.
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Martedì 5 Novembre 2024
ArchivioChe libro leggeva il pirata Barbanera?