Venerdì 27 Settembre 2024
ANDREA MARTINI
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Cannes al via, la diva Deneuve apre con 'La tête haute'. Favoloso red carpet

Protagonista ma confinata dietro una scrivania per quasi tutto il film, sfoggia la grinta da attrice consumata. Regia di Emmanulle Bercot

Cannes, Catherine Deneuve apre con 'La tete haute' (Ansa)

Cannes, Catherine Deneuve apre con 'La tete haute' (Ansa)

Cannes, 13 maggio 2015 - Si erano incontrate sul set di 'Elle s’en va' e si erano ripromesse di ritrovarsi presto. Spesso la riuscita di un film nasce proprio da una felice intesa tra regista e attore. Poco importa se nel loro caso sono due donne: Emmanulle Bercot e Catherine Deneuve. A testa alta (La tête haute), che ha appena aperto il 68° festival di Cannes, trova proprio nel piacere della loro comune fatica la ragion d’essere e la scintilla vivificatrice.

Emmanulle Bercot, dopo aver affidato (in Elle s’en va) all’attrice più glamour del panorama nazionale il ruolo della ristoratrice di provincia, insofferente alla routine quotidiana, smorzando così l’ultima civetteria della Deneuve, le ha vestito addosso i panni di una giudice del tribunale minorile di Valence. Protagonista ma confinata dietro una scrivania per quasi tutto il film, Catherine sfoggia la grinta da attrice consumata, per lo più nascosta nella sua lunga carriera, per rendere credibile la parte di un giudice che non giudica ma che fino allo sfinimento cerca di aiutare un giovane violento e ribelle individuando in fondo al tunnel delle sue malefatte una sia pur flebile luce.

Il protagonista Malony (Rod Paradot) ha sedici anni, figlio e nipote di alcolisti subito scomparsi dalla sua vita, entra e esce da una giostra di affidamenti, istituti minorili di pena e centri rieducativi in una escalation di violenza autodistruttiva. La madre senza lavoro stabile con un altro piccolo a carico, con precedenti penali, immatura lei stessa non può certo garantire l’educazione che (come per la maggior parte delle democrazie) per la legge francese resta un diritto fondamentale. Laddove la famiglia manchi sarà lo stato a garantirla. Il giudice Deneuve senza figli, senza famiglia lei stessa, mostra il senso di responsabilità che quell’istituzione richiede e inizia un corpo a corpo con Malony fatto di alti (pochi) e di bassi (molti).  Ne uscirà vincitrice almeno nello spirito se non nella lettera

Al film di Emmanuelle Bercot non giova il confronto con Mommy, visto a Cannes due anni fa e il cui ventenne regista Xavier Dolan è oggi in giuria. Il film canadese aveva vitalità inesauribile e traduceva in energia spettacolare la nevrotica irruenza del giovane protagonista. Qui comanda soprattutto la sceneggiatura che nella lunga teoria di nefandezze compiute dal (ir)recuperabile Malony sfoggia una certa abilità e fantasia. Tanto che , per esempio, il ragazzo riesce a mettere incinta la figlia di una delle insegnanti del riformatorio.

Film a tema, riuscito a metà, A testa alta illustra bene lo stato del cinema francese capace di affrontare temi impervi senza abbandonare le regole dello spettacolo: Non sempre si possono raggiungere le vette (almeno dal punto di vista del box office) degli Intoccabili.

Un plauso particolare va a Catherine Deneuve che ha semplicemente sorriso davanti alla copertina di Charlie Hebdo di questa settimana. Alludendo al recente sovrappeso dell’attrice l’ha rappresentata nelle vesti di un pacco e ha messo in guardia: "Pacco sospetto nel palazzo del cinema".

VOTO: 6 e mezzo