Rio de Janeiro, 21 agosto 2016 - Conviene sperare nei maratoneti, nella domenica di chiusura. Perché l'atletica azzurra proprio non riesce ad essere in una Olimpiade invece molto italiana. Per carità è stata bravissima Alessia Trost, quinta nell'alto, eliminata a 1,97 nella gara vinta dalla spagnola Beitia proprio con quella misura. E persino commoventi sono state le ragazze della 4x400, seste a meno di due secondi dal podio nella staffetta vinta dalle americane.
Ma questi, al netto della marcia femminile e della eventuale sorpresa con Meucci nella maratona, sono i migliori risultati della spedizione italiana. Non solo. Zero maschi in finale! Va bene che Tamberi e' stato fermato dall'incidente. E però non ci siamo proprio. C'è sempre, invece, il mitico Mo Farah, oro nei 5000 dopo una battaglia delle sue con Chelimo. Farah è il Bolt delle lunghe distanze. E anche lui sembra davvero invulnerabile. Nemmeno è stata una sorpresa l'oro della sudafricana Semenya sugli 800. Lontani i sospetti sulla sua identità ormonale, diciamo così, la ragazza ha dominato. Idem per l'acuto del tedesco Rohler nel giavellotto e per lo sprint dell'americano Centrowitz in un lentissimo 1500