Giovedì 26 Settembre 2024

Elefante, orango, pantera nera: per loro è cominciata la lunga notte dell'estinzione

WWF lancia una campagna di conservazione per questi animali minacciati di scomparire per sempre a causa delle attività umane e del bracconaggio. La scomparsa delle foreste diventa letale

Cucciolo di pantera nera in una foto Lawson per WWF

Cucciolo di pantera nera in una foto Lawson per WWF

Roma, 1 novembre 2017 - Nonostante l’ultimo rapporto CITES (la Convenzione internazionale sulle specie minacciate di estinzione) sullo stato degli elefanti e del commercio di avorio (presentato la scorsa settimana) riveli per il quinto anno consecutivo una leggera flessione dell’incidenza del bracconaggio sugli elefanti in Africa la popolazione di elefanti africani continua ad essere in declino. Secondo l’IUCN negli ultimi 10 anni la popolazione è diminuita di 111.000 esemplari in tutta l’Africa.

Le cause sono appunto il bracconaggio (che nonostante la leggera flessione continua a far strage di elefanti) la distruzione dell’habitat e la rapida espansione degli insediamenti e delle attività umane nei territori frequentati dagli elefanti, sia nelle savane sia nelle foreste. Secondo la relazione della CITES sono anche in aumento gli elefanti uccisi illegalmente perché in conflitto con le attività umane, come, ad esempio, l’agricoltura: proprio questo fattore, se non adeguatamente gestito, rischia di diventare determinante per il futuro degli elefanti visto che il continente africano è infatti interessato da un’intesa e rapida crescita demografica (Oggi l’Africa ha raggiunto oltre 1 miliardo e 250 milioni di abitanti e le Nazioni Unite prevedono che nel 2050 nel Continente Nero vi saranno oltre 2,5 miliardi di persone). Il rapporto della CITES evidenzia anche come rimanga elevatissimo il commercio illegale di avorio, principale causa di bracconaggio agli elefanti: per il sesto anno consecutivo infatti si registrano cifre record rispetto al numero dei sequestri e alla quantità del materiale sequestrato. Secondo la CITES il peso dell’avorio sequestrato nel 2016 è sette volte superiore a quello sequestrato nel 2007.

Proprio l’elefante, insieme all’orango e alla pantera nera è protagonista della campagna speciale di Holloween del WWF dal titolo “Halloween sta arrivando, ma per alcune specie la paura dura più di una notte”, e che ha lo scopo di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica rispetto al tema delle estinzioni.

Elefante. Le recenti ricerche hanno dimostrato che in Africa esistono due specie: l’elefante africano di savana (Loxodonta africana) e l’elefante africano di foresta (Loxodonta cyclotis), entrambe considerate minacciate, sebbene al momento non sia stata riconosciuta formalmente la loro distinzione. La popolazione africana, nel suo complesso,  è oggi stimata tra 419.000 e 650.000 individui, sebbene negli ultimi anni si sia registrato un declino in molti degli stati africani, in particolare in Africa centrale. Basta pensare che negli anni ‘70 erano oltre un milione e trecentomila. Vivono nelle foreste e savane dell’Africa sub-sahariana con la maggiore popolazione oggi presente nell’Africa meridionale. Le minacce sono da ricondurre alla riduzione e distruzione dell’habitat, al bracconaggio finalizzato al commercio dell’avorio che mostrano entrambe una recrudescenza negli ultimi anni. Le stime per l’elefante asiatico sono di circa 50.000 animali, ma molti esperti ritengono tali numeri non siano del tutto affidabili. L’elefante indiano si rinviene in piccole popolazioni sparse in 13 stati diversi: Bangladesh, Bhutan, India, Nepal, Sri Lanka, Cambogia, Cina, Indonesia (Kalimantan e Sumatra), Laos, Malesia, Myanmar, Thailandia e Vietnam. È sottoposto a minacce quali la riduzione, frammentazione e distruzione dell’habitat, il bracconaggio finalizzato al commercio dell’avorio e altri prodotti (carne e pelle) per la medicina tradizionale. La grande espansione della popolazione umana in Africa e in Asia e quindi dalla rapida trasformazione delle aree naturali in terreni agricoli e il conseguente rapporto fra uomo ed elefante si fa dunque sempre più complicato, creando dei veri e propri conflitti, che mettono a rischio l’incolumità degli elefanti.

Orango. Gli oranghi abitano le foreste del Borneo e di Sumatra, territori dai quali prendono il nome le due diverse specie esistenti: orango del Borneo (Pongo pygmaeus) che costituisce circa il 90% della popolazione e orango di Sumatra (Pongo abelii) il restante 10%. Ad oggi la popolazione degli oranghi di Sumatra è stimata intorno ai 14.613 individui distribuiti in un’area di circa 17,797 chilometri quadrati, mentre la popolazione degli oranghi del Borneo è di circa 55.000 individui che abitano in un’area di circa 82,000 km2. Per l’orango la foresta è di vitale importanza. Trascorre, infatti, la maggior parte del tempo sugli alberi dove si nutre, dorme e si riproduce. Solo il maschio scende occasionalmente a terra. 

Le foreste in cui vive l’orango, vengono distrutte a ritmi sempre maggiori e il taglio degli alberi, molto spesso illegale, è alimentato dalla crescente richiesta di legnami pregiati tropicali e per la richiesta di terreni da convertire all’agricoltura e alla produzione di polpa di carta. Negli ultimi anni la richiesta di olio di palma ha alimentato ulteriormente la distruzione delle foreste. Gran parte delle foreste in pianura e collina sono ormai occupate da estese piantagioni di palma da olio  il cui olio è appunto utilizzato nel settore alimentare, della cosmesi e anche come bio-combustibile.

In conseguenza di ciò oggi l’orango sopravvive in piccole e isolate aree forestali, soprattutto montane e ciò compromette seriamente la sopravvivenza a medio e lungo termine di questo meraviglioso primate. La riduzione della superficie forestale, spinge l'orango ad entrare nelle aree agricole per la ricerca di cibo, e spesso viene ucciso perché danneggia i raccolti, oppure diventa facile preda dei cacciatori di frodo che ne vendono la carne illegalmente.

Pantera nera. Alcuni felini, come il leopardo (Panthera pardus) e il giaguaro (Panthera onca) possono esibire il fenomeno del melanismo. Come conseguenza di questo cambiamento genetico (mutazione) la pelle e la pelliccia contengono grandi quantità di un pigmento scuro, la melanina. Un tempo, le pantere nere erano considerate una specie separata oggi sappiamo che sia il leopardo sia il giaguaro possono dare alla luce dei piccoli completamente neri. Queste varianti nere, per la bellezza del pelo ma anche per credenze e superstizioni, sono particolarmente ricercate e minacciate dal bracconaggio. In particolare il giaguaro nero è considerato dagli sciamani l’incarnazione di uno spirito umano con incredibili capacità magiche. Sia nella sua rara variante nera sia nella forma più comune non melanica il giaguaro è ancora oggi minacciato dal bracconaggio e dalla distruzione del suo habitat, le foreste del centro e sud America, tra cui la grande e meravigliosa foresta amazzonica.  L’Amazzonia ha infatti già perso quasi il 20% della sua estensione a causa delle attività umane tra cui l’agricoltura, l’allevamento del bestiame e l’estrazione di minerali, tra cui l’oro. Sia il leopardo o pantera, diffuso in diverse aree dell’Africa e dell’Asia, sia il giaguaro sono specie minacciate e presenti nella Lista Rossa dell’IUCN, il più autorevole documento internazionale sulle specie minacciate di estinzione. [email protected]